Avevano passato venti giorni nella loro casa in riva al lago ghiacciato, ma erano ormai quattro giorni che non nevicava e Lashrael aveva sgomberato buona parte del sentiero, anche perché le loro provviste cominciavano a scarseggiare e il ranger era intenzionato ad andare a North Post. Ma in tarda mattinata ricevettero la visita di Dyra.
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«Che caro,» lo salutò Dyra, «sapevi che sarei giunta e quindi ti sei messo a lavoro?» disse scherzosa.
«Ben arrivata!» rispose il mezzo Drow. «In realtà mi hai preceduto. Sarei venuto a prenderti io tra qualche giorno,» scherzò a sua volta, prima di abbracciarla.«Avete scelto un luogo niente male, complimenti!» disse la donna, valutando l'area in cui era attualmente posizionata la casa. «Il tuo consorte è disponibile a incontrare i comuni mortali o è tuttora in esilio volontario?» gli chiese.
Lashrael scrollò le spalle. «Valuta tu stessa,» disse, facendole strada verso l'ingresso.
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Daw stava finendo di sistemare la cucina, era diventato bravo nelle faccende domestiche, come non avrebbe mai pensato. Si voltò quando sentì i passi di qualcuno, piuttosto rumorosi rispetto al familiare passo felpato di Lashrael. «Dyra, che piacere vederti. La neve deve essersi sciolta del tutto a quanto pare.»
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Lo guardò sorridendo mentre scrollava la neve dagli stivali. «A North Post è caduto giusto qualche fiocco, la vostra zona invece è ancora abbastanza innevata,» commentò la donna. «Il piacere è mio, Fey'ri, soprattutto quanto vedo un maschio dedicarsi alle faccende domestiche!» aggiunse, allargando il sorriso.
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«Faccio la mia parte, sto imparando anche a cucinare, sai?» Replicò, mettendo via lo strofinaccio. Indicò la cesta sul tavolo. «Noci?»
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Dyra rise di gusto. «Indubbiamente prepari piatti prelibati! Grazie, volentieri!» rispose, lasciando gli stivali e il mantello nella veranda. «Sembra anche più luminosa ora, bravi!» si complimentò con loro. Si mise seduta al tavolo e accettò una tisana di erbe.
«Come vanno le cose alla locanda?» si informò Lashrael.«Come al solito. La via principale è transitata nonostante la stagione, ma Bàrbero si lamenta come sempre degli scarsi guadagni.» rispose Dyra. «A proposito, Daw, ho delle pergamene per te. Ha detto che potresti trovarci la formula per le emorroidi stavolta!» disse, frenando a stento una risata.
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«Oh, meno male, me la stavo quasi per dimenticare.» Daw le lanciò un'occhiata ironica e prese le pergamene, portandole nell'altra stanza. «Vi lascio chiacchierare delle vostre cose da ranger!» disse.
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Dyra e Lashrael si guardarono. «In realtà, io sarei venuta per parlare con te, Fey'ri.» gli rispose lei senza alzarsi.
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«Con me?» tornò verso di loro e si servì una tazza di tisana, sedendosi. Era dunque giunto il momento, pensò. «Il chierico negromante?» domandò.
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«Già, proprio lui,» confermò Dyra con un sospiro. «Grouxiem l'Animatore, ne hai mai sentito parlare?»
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«No, mai sentito nominare,» rispose il Fey'ri. Poi bevve un sorso di tisana e infine, appoggiando la tazza sul tavolo, tirò su le maniche della camicia che indossava e sganciò i bottoni che tenevano fermi i guanti sopra il gomito, sfilò la stoffa e lasciò emergere le sue braccia mentre tratteneva il respiro. Si umettò le labbra, prima diguardare Dyra. «Prima che tu mi racconti quanto potente e in gamba sia questo Animatore forse è meglio che tu sappia perché ho questi orrori al posto delle mani e, soprattutto, cosa sono veramente.»
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La fronte di Dyra mostrò soltanto una lievissima increspatura. Deglutì, ma non fece commenti. Si limitò ad annuire.
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Guardò Lashrael in cerca di sostegno, gli era costato molto caro raccontare a lui il suo passato, non sarebbe stato così specifico con Dyra, ma aveva assolutamente bisogno che lei capisse tutto il carico emotivo che quelle mani rappresentavano.
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Lashrael gli rispose annuendo, con un sorriso che sperava gli desse sicurezza.*
Daw sentiva fortissimamente il bisogno di rimettere i guanti ma non lo fece. Fece un respiro profondo. «Sono stato venduto da piccolo ad una setta di negromanti e per settanta anni ho fatto loro da schiavo, hanno abusato di me in tutti i modi che ti possano venire in mente, forse qualcuno in più. Per settanta anni: ero un bambino e poi un ragazzino, ma anche se la mia vita è lunga, settanta anni sono comunque interminabili.» Strinse le dita in pugni perché cominciavano a tremare e dovette respirare un paio di volte. «Per settanta anni sono stato picchiato, affamato, stuprato e torturato da quindici orribili vecchi fino a quando ho dato fuoco al loro palazzo, bruciandoli all'interno, e con loro ho bruciato le mie mani ma, vedi, ucciderli non sarebbe stato sufficiente così li ho maledetti, ci ho messo due anni per formulare la maledizione, ma alla fine ci sono riuscito. Ora...» dischiuse piano le dita. «La maledizione è proprio qui, corre su queste cicatrici, e loro, i miei carcerieri, sono diventati miei schiavi. Posso evocare i loro spettri e ordinargli di fare ciò che voglio. Quindici stregoni di alto livello, capisci la portata di tutto questo?» Fissò Dyra, il suo sguardo era cambiato, si era incattivito. «Come credi che vi abbia salvato il culo nel Sottosuolo, eh? Ho richiamato loro e li ho costretti a sterminare i Drow per me!»
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Lashrael, all'ennesimo racconto di quel calvario, sentì contorcersi le viscere. Dyra invece non tradì alcuna emozione, né commentò. «Dunque, pensi che curare le ferite comporterebbe l'annullamento della maledizione?» gli chiese.
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«Non lo penso, lo so!» rispose, mantenendo un tono duro. Sentiva la rabbia ribollire sotto pelle, così afferrò i guanti e si affrettò a infilarseli di nuovo, ma era così nervoso che gli si impigliarono tra le dita. «Lashrael, aiutami!» sibilò.
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Respirò profondamente e gli si avvicinò per aiutarlo. Pur sapendo che avrebbe reagito male, decise di parlare. «Dyra non vuole offenderti, ti ha semplicemente fatto una domanda,» gli disse. «O forse ha sbagliato domanda e avrebbe dovuto chiederti invece se il controllo degli stregoni ha più importanza del rimedio alle cicatrici?»
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Tremavano di nuovo le mani, serrò i denti fino a farli scricchiolare, ma lasciò che Lashrael gli infilasse i guanti e li allacciasse, quando srotolò le maniche della camicia gli sembrò quasi di tornare a respirare. «Scusatemi, mi dispiace,» mormorò.«Mi dispiace se sono stato brusco, piccolo,» disse, trattenendo la mano di Lashrael. «Riuscite a capire almeno quanto tutto questo sia difficile per me?»
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Strange Story - Daw e Lashrael
FantasiaDaw è un Fey'ri e Lashrael un mezzo Drow, due creature improbabili le cui strade si intrecciano casualmente sullo sfondo di una terra fantasy, popolata da umani, elfi, goblin e altri esseri con cui avranno a che fare. Daw e Lashrael sono abituati a...