CAPITOLO 10

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I giorni successivi trascorsero in un modo relativamente tranquillo, Lashrael mostrò a Daw i punti nei quali inseriva sigilli e allarmi, nel caso in cui si fosse allontanato da solo dall'area di competenza del Drow. Non riuscì però a mostrargli i famigli. Sentiva che erano vicini, ma qualcosa li teneva impegnati, così una notte decise di cercarli. Li trovò entrambi attivi ai piedi della collina, nella zona orientale.Erano particolarmente irrequieti, perciò Lashrael si mise in comunione con il lupo, e le risposte che trovò non gli piacquero. Inviò segnali ad altri ranger e tornò alla dimora. Era quasi l'alba e Daw dormiva ancora, gli si avvicinò lentamente per svegliarlo e dargli il buongiorno.

*

Mugolò piano, aprì gli occhi notando la luminosità lieve e il bel viso di Lashrael vicino al suo. «Mmh, voi ranger vi alzate davvero molto presto,» bofonchiò e si mise lentamente seduto.

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Gli rispose con un sorriso. «Certe attività di controllo riescono meglio se portate avanti subito prima dell'alba.» Gli si accostò e lo baciò su una guancia e sulle labbra. «E purtroppo sono necessarie,» aggiunse più serio. «I miei famigli mi hanno lanciato segnali inequivocabili: una nutrita banda di orchetti, e non so quali altre amenità, ha devastato un paio di villaggi nei dintorni. Sembrano intenzionati a continuare il loro lavoro di distruzione indisturbati, personalmente non sono intenzionato a lasciarglielo fare. Ti ho svegliato per avvisarti che per qualche giorno potresti non vedermi,» aggiunse.

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«Capisco, ti serve una mano?» Allungò la mano e gli sfiorò la linea della mascella con due dita.

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Gli prese la mano e baciò il palmo guantato. Poi se la premette contro la guancia. «Il tuo intervento sarà più che gradito!» Come aveva fatto a vivere senza di lui per tutto quel tempo? Lashrael era abituato a vivere e lavorare da solo, ma la presenza di Daw stava diventando qualcosa di insostituibile.

E non solo a letto.

«Mentre mangiamo qualcosa ti spiego quello che andrà fatto.»

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«D'accordo.» Si alzò e si preparò.

Mentre si lavava pensò che quello fosse davvero un bizzarro risvolto nella sua vita. Non aveva mai mosso un dito se non dietro lauto compenso: soldi, gioielli, preziose pergamene o antichi tomi. E invece, quel giorno, si alzava praticamente all'alba per dare sostegno a villici sconosciuti di cui non gli importava nulla. La sua magia a disposizione senza nemmeno una perla come ricompensa, al massimo una forma di formaggio! Ridacchiò, in realtà la cosa non gli pesava affatto, voleva vedere Lashrael in azione, era curioso di scoprire le sue reali capacità, magari di vedere il Drow venire fuori in contesti diversi dal loro talamo e, più importante, voleva assicurarsi che non gli succedesse nulla di male.
Lo raggiunse in cucina.

*

Mentre Daw mangiava, seduto al tavolo, il Drow rimase in piedi appoggiato al mobile. Con le braccia conserte guardava fuori della finestra, assorto nei suoi pensieri.

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«Allora? Ti ascolto.» Disse Daw, gli piaceva anche quando era assorto nei pensieri.

*

Lashrael sussultò, preso alla sprovvista. «Hai ragione, scusa. Ho inviato un paio di messaggi ad altri ranger, ma non è detto che rispondano. Sono richieste di informazioni, più che altro per capire se questi esseri sono una banda senza direzione o se invece si muovono con un piano.» Si massaggiò la nuca. «Potrebbe anche essere indetta una riunione a North Post, il luogo di cui ti ho già parlato, ma lo saprò, spero, nell'arco della giornata. In quel caso potresti anche fare la conoscenza di possibili committenti.»

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora