CAPITOLO 43

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Arrivata a casa entro lanciando la borsa sul divano. Tolgo il giacchetto con il grembiule a Ludovica che corre subito a giocare e lo stesso faccio con Andrea che nemmeno mi guarda in faccia. Gli bacio la guancia ma lui rimane impassibile.

S: - Em ti devo parlare! –

E: - Stefano un attimo che devo posare questi e fare la merenda a loro! –

S: - Em che succede? È una vita che non mi chiami 'Stefano', con questo tono poi. Devo preoccuparmi? –

E: - Ste scusa, è che sono incazzata. È stata una giornata di continui confronti: prima Simona, poi la preside. Ma non è tanto il fatto di non prendere Andrea ma quello che mi ha detto e soprattutto di come lo ha detto. Praticamente lo ha detto con toni alti davanti a tutti e adesso Andrea nemmeno mi guarda in faccia! – mi scendono le lacrime e Stefano subito mi abbraccia.

S: - Vieni qui! Risolveremo tutto, facciamo la merenda a loro così poi ti parlo della cosa di stamattina! –

E: - Si ok! – inizio a preparare il Ciobar per tutti e 4, un po' di cioccolata farà bene a tutti. – Bimbi ecco la cioccolata mettetevi qui sul tavolino, non fate casino eh! –

L: - No mammina! – Andrea si siede e nemmeno risponde. Torno in cucina più triste di prima.

E: - Ste che dovevi dirmi? – mi siedo davanti alla mia tazza e comincio a mangiarla anche se è bollente.

S: - Em prima che succedesse questo casino volevo chiederti una cosa...ora però non pensare che sia dovuto a questo, che ti conosco ormai! –

E: - Emh... ok... di cosa si tratta? –

S: - Diretto e conciso? –

E: - Sempre! –

S: - Vorrei che riconoscessi Andrea... cioè adottassi... vabbè hai capito?! – rimango con il cucchiaino a mezz'aria e spalanco gli occhi.

E: - Ste... ma cioè... -

S: - Em lo so che è una cosa improvvisa ma è da un po' che ci penso... e se hai bisogno pensaci. –

E: - Ste io non ho bisogno di pensarci, amo Andrea come se lo avessi partorito io quindi se davvero lo vuoi anche tu si! –

S: - Davvero? –

E: - Si! Non ci sono secondi fini vero Ste? – mi guarda e si acciglia.

S: - Quali secondi fini? –

E: - Che ne so! –

S: - Sei matta sei... smettila di essere pessimista e paranoica! –

E: - No, non lo sono mai con voi lo sai. Comunque dovremmo parlare con Andrea perché ho paura che torni a non parlarmi più! –

S: - Non succederà! – andiamo in salone e li guardiamo giocare.

L: - Uffa Andi che hai? –

A: - Niente! – risponde freddo.

L: - Non è belo! Non mi pendi nemmeno in gilo! –

A: - Lasciami stare! – se ne va e si chiude in cameretta mentre Lulù mette il muso. Così ci avviciniamo prima a lei.

E: - Oi tesoro! –

L: - Andi è allabbiato con me! –

S: - No, cucciola ora vediamo cosa ha, tu rimani qui a giocare, vuoi vedere i cartoni? –

L: - Ti! –

E: - Aspettaci qui amore! – arriviamo in camera di Andrea ed è sdraiato a pancia in giù. Ci sediamo sul letto ed io comincio a parlare. – Amore mi dici che succede? –

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora