CAPITOLO 32

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Esco sorridendo e vedo tutti ancora lì. Mi massaggio il collo per rilassare i muscoli, prima di rivolgere la parola a qualcuno, ma ci riesco poco.

C: - Emma voglio capire che diavolo ti è successo! Perché sei sparita così? – mi urla venendomi contro.

E: - Checco io... – non so che dire perché ci sono cani e porci e non sono loro i primi a dover ricevere spiegazioni. Noto subito Stefano alzarsi e allontanarsi velocemente – scusate... – pronuncio andando nella sua stessa direzione per cercare di raggiungerlo anche se con un po' di difficoltà. Ha sempre avuto il passo svelto, ed io già quando non ero incinta facevo fatica a stargli al passo figuriamoci ora. – Ste... fermati che mi sento male... – pronuncio appena arriviamo nel cortile. Lui si blocca girandosi. Il suo, è uno sguardo di fuoco.

S: - Emma vattene per favore... -  si rigira e fa per andarsene ma lo blocco per un braccio.

E: - Ste lo so che sei incazzato ma lasciami spiegare... –

S: - Incazzato? Io sto bruciando dalla rabbia... tu nemmeno hai idea dei mesi che ho passato. Mi sono fatto trecento domande. Mi sono dato la colpa perché magari non ti ho dimostrato quanto tenevo a te, quanto ti amavo, o perché ti avevo pressato con la storia di Ludovica... solo che poi rileggendo quel biglietto ho capito che c'era altro. Ho provato a chiamarti, ad andare dai tuoi che non mi dicevano niente. Ale che mi diceva che quando saresti tornata avrei capito... tu non hai idea, mi sono sentito come quando ho perso Ludovica... io non vedevo l'ora che tu tornassi ma solo per capire che razza di cose ti giravano in testa. Pensa mi sono dato la colpa addirittura di averti lasciato Andrea... quando lui in questi mesi è stato piuttosto tranquillo... mi stavo logorando dalla delusione, dall'ansia e dalla rabbia e tu invece torni tanto tranquilla e sei... sei... – si blocca indicandomi la pancia.

E: - Vedi non riesci nemmeno a dirlo... sono incinta Stefano, di tua figlia... – sussurro tra le lacrime.

S: - Dovevi dirmelo... – ribatte. Mi siedo sulla panchina lì vicino mentre lui rimane in piedi davanti a me.

E: - Stefano lo so ho sbagliato ma... – sospiro iniziando a parlare con molta calma - Andrea sapeva tutto, sapeva che aspettavo un bambino e che presto avrebbe avuto un fratellino o una sorellina... –

S: - Che cosa? – urla guardandomi ancora più incazzato.

E: - Stefano, Andrea aveva già perso sua mamma io non potevo andarmene senza che lui sapesse... non potevo permettere che si sentisse abbandonato un'altra volta o che pensasse che non gli volessi più bene... – sospira senza guardarmi.

S: - E al fatto che anche io potessi sentirmi così non ci hai pensato? – mi chiede stizzito sedendosi vicino a me. Sospiro, ha ragione.

E: - Stefano tu hai idea di come invece mi sia sentita quando, quella sera a cena dai tuoi, hai detto di non volere figli? Perché l'unico era Andrea e che se fossero arrivati altri li avresti trattati come estranei? O quando all'acquario Andrea ti ha chiesto se volevi altri figli e tu gli hai detto che ti bastava lui? Stefano io avrei anche accettato questa cosa, se me ne avessi parlato e invece no. Tu non mi hai mai chiesto nulla. Sapevi che amavo i bambini e tu ti sei comportato come un egoista del cazzo! Io ero e sono talmente innamorata di te che avrei rinunciato all'unico sogno che per me era realizzabile, pur di stare con te... solo che quando mi sono ritrovata con quei test positivi davanti mi sono immaginata tutto quello che avrei passato: tu che ti incazzavi e mi dicevi che non ne volevi sapere niente o nella peggiore delle ipotesi mi avresti chiesto di abortire. Io che passavo la gravidanza da sola piangendo, mia figlia che rischiava di non farcela perché non riuscivo più a mangiare, a dormire e a vivere perché ero in pieno stress... ho preferito vivere questi primi mesi con il dubbio piuttosto che avere la certezza e rischiare così di perdere anche lei... – gli confesso tutto questo con le lacrime agli occhi.

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora