CAPITOLO 47

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S: - Emma devi anticiparmi gli appuntamenti di domani a oggi pomeriggio e se non possono a dopo domani, ho un'urgenza! –

E: - Qualcosa di grave? –

S: - Non lo so è un bambino che sta davvero male e dobbiamo capire cos'ha! E se è quello che pensiamo domani devo operarlo! –

E: - Oddio! – affermo impaurita – va bene qui ci penso io! –

S: - Grazie sei un tesoro! – prendo l'agenda e comincio a spostare gli appuntamenti come posso. Ok sento l'ansia salire, Stefano se opera è perché è davvero urgente, e sto pregando tutti i santi purché vada tutto bene. Non potrei mai immaginarmi uno dei miei figli sotto i ferri, è una cosa che mi fa davvero star male, solo al pensiero. Quando finisco le chiamate, alzo lo sguardo verso l'orologio e apprendo che teoricamente avrei dovuto finire il mio turno già da un po', fortuna che i bambini oggi sono con mia mamma. Mi tolgo il camice e vado nella parte dove ci sono dei ragazzi che fanno volontariato.

Stare qui con loro mi sta aiutando molto a capire davvero tante cose, anche quanto la vita sia dura e non importa l'età che tu abbia. Ci sono bambini che stanno lottando tra la vita e la morte ed hanno solo 4 anni. Li vedi con un sorriso che avvolte noi persone adulte che stiamo bene non abbiamo mai. Questo perché il mondo ormai è pieno di ipocrisia, pieno di egoismo dove al centro della propria vita c'è l'IO e mai il NOI o LORO. E mi accorgo di quanto non sappiamo più dare il valore giusto alla vita. È vero avvolte è ingiusta ma qui dentro ci sono un sacco di bambini che farebbero di tutto per stare al nostro posto, anche vivere una sola ora al nostro posto. E invece succede che noi ci lamentiamo per le stronzate, litighiamo per qualsiasi cosa, e non siamo mai contenti di nulla. Questo perché siamo diventati troppo pieni di noi, e viaggiamo ormai con i paraocchi e la sera ripensando a tutta la giornata che abbiamo avuto, non arriviamo a chiederci che infondo siamo fortunati per la vita che abbiamo e questo non va bene.

S: - Emma! – mi chiama da lontano mentre sto giocando con un bambina. Mi alzo e dopo aver salutato tutti lo raggiungo nel suo ufficio.

E: - Amore che succede? Sei troppo agitato! –

S: - Si volevo dirti che non posso tornare a casa stanotte perché se il bambino non migliora dobbiamo operarlo subito. –

E: - Ma cos'ha? –

S: - Ha un ingrossamento delle tonsille e delle adenoidi che lo mandano in apnea e non respira. La mamma ha cercato di evitargli l'operazione ma ora siamo al limite! –

E: - Vuoi che resti con te? –

S: - No tesoro vai a casa! Starei più tranquillo se so che sei con i nostri figli! –

E: - Ok però chiamami anche alle 4 di notte, Ste non farmi stare in pensiero! –

S: - No tesoro ti chiamo! Non preoccuparti! –

E: - Ehi anche se devi operare tu chiamami subito! So quanto ti agiti prima di ogni operazione quindi chiamami, so che non riuscirà a calmarti molto però... -

S: - Sh amore ti avviso, sai che mi servi sempre prima che opero, e sai che ho bisogno di sentirmi dire da te che andrà tutto bene! Quindi ci sentiamo dopo. Ti amo amore! –

E: - Ti amo anche io e stai tranquillo! – lo bacio per rassicurarlo un po' prima di andar via. Stanotte non credo che riuscirò a dormire bene, ogni volta che opera e non sono con lui in ospedale ho l'ansia. Quell'ansia che mi porta a pensare cosa succederà dopo, cosa succederà se andrà male o cosa succederà se andrà bene. Io mi sono sempre promessa di stargli accanto perché sia io che lui abbiamo bisogno di starci vicino sopratutto nei momenti difficili, non solo come coppia, ma anche come amici, compagni, persone che si conoscono da una vita e che trovano sicurezza l'uno nell'altro. Spero di avergliene data un po' e spero che mi chiami se ha bisogno, non sopporterei se non lo facesse solo perché pensa di disturbarmi durante il sonno.

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora