CAPITOLO 31

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P: - Emma il telefono! –

E: - Ecco arrivo! – prendo il cellulare e guardando il nome scopro che è mio padre. – Papà! –

R: - Emma devi assolutamente tornare, ad Ale si sono rotte le acque! –

E: - Oddio ma il tempo finiva la settimana prossima! –

R: - Eh non lo so, prendi l'aereo e vieni! Fammi sapere a che ora atterri così ti vengo a prendere! –

E: - Oddio... ok... ci vediamo dopo! – arrivo da mia zia che mi guarda assonnata – zia mi devi accompagnare all'aeroporto, Ale sta partorendo! –

P: - Cosa? Oddio si, tu chiama l'aeroporto e fatti mettere da parte un biglietto tanto venti minuti e saremo lì! – così faccio. Chiamo mentre cerco di sistemare la mia valigia che non ho mai disfatto. - eccomi andiamo la valigia la prendo io. Prenditi qualcosa da mangiare che non puoi stare digiuna! –

E: - Si zia, però andiamo che non c'è più tempo! – saliamo in macchina e ci dirigiamo in aeroporto.

P: - Emma stai calma che anche se sei incinta di 4 mesi e mezzo ti fa male. -

E: - Si, cercherò di stare tranquilla! – inizio a respirare per tranquillizzarmi. Dopo venti minuti siamo lì, mi avvicino all'hostess per richiedere il mio biglietto e pagarlo, fortunatamente il volo parte tra mezz'ora! – zia io mi avvicino all'imbarco tu salutami le due pazze! –

P: - Certo, tu invece chiama quando arrivi! –

E: - Tranquilla zia, ciao! – la ringrazio e mi dirigo verso l'imbarco mentre chiamo papà.

R: - Pronto! – afferma agitato.

E: - Tra venti minuti parto quindi tra un'ora e mezza dovrei essere lì! –

R: - Ok, ti aspetto lì ora vado che c'è Luca che delira! –

E: - Ok a dopo papà! –

Entro nell'aereo e trovo il posto. Mi siedo togliendomi il giacchetto. Mi accarezzo la pancia, che ormai anche un cieco vedrebbe, e cerco di calmarmi o almeno ci provo! Penso alle cose che dovrò dire appena arriverò ma tanto so che sarà inutile visto che le cose non vanno mai come me le programmo. Ci penso e ci ripenso ma poi succede sempre qualcosa che cambia e che va diversamente da tutte le ipotesi che mi ero fatta.

Una volta arrivati scendo dall'aereo e aspetto la valigia. Fortunatamente la becco subito. Poggio il giacchetto sulla di essa e mi dirigo all'uscita. Appena vedo mio padre mi ricordo del piccolo particolare: "lui non sapeva nulla" ed era meglio se il giacchetto lo tenevo. Il suo viso ha cambiato colore, cambiando decisamente anche espressione e questo mi fa salire un po' l'ansia.

R: - Oh Gesù Emma ma sei incinta? – mi urla.

E: - Si papà ma non è il momento di parlarne, dobbiamo andare da Ale! –

R: - No, no ora andiamo in macchina e mi spieghi tutto, che mi sto incazzando sul serio stavolta! Tua mamma sono sicuro che lo sapeva vero? – la sua voce piano piano si alza di qualche ottava.

E: - Si ma non prendertela con lei! –

R: - No certo mia figlia è incinta e non mi dice niente nessuno! – urla.

E: - Papà non lo sa nessuno... oltre a mamma lo sapeva Ale e Andrea, il mese scorso l'ho detto per telefono a Maria Rosaria altrimenti non lo sapeva nessuno! –

R: - Per quale motivo te ne sei andata? – mi chiede incazzato nero e comincio a raccontare per l'ennesima volta tutta la storia.

E: - Ecco perché me ne sono andata!-

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora