CAPITOLO 34

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M: - Emma mi ha chiamato Luca ha detto che Ale con la piccola usciranno tra un paio d'ore! –

E: - Cosa? Mamma ma ancora non abbiamo organizzato nulla! –

M: - Lo so! Chiama le ragazze che ci serve una mano! – prendo il telefono e come d'abitudine faccio la chiamata a 2.

G: - Bionda! –

Ele: - Oi Emma! –

E: - Abbiamo un problema! Ale tra due ora sta qui con la piccola quindi chiamate i ragazzi che abbiamo bisogno di loro per organizzare la festa! Vi aspetto qua a casa da Luca! –

G: - Ok bionda! –

Ele: - A dopo –

Mi guardo intorno sospirando, sono passati già cinque giorni dalla nascita di Maria Emma e noi siamo tutti più contenti che mai, rientreranno a casa oggi, purtroppo le hanno dovute tenere qualche giorno in più in ospedale per dei controlli ma fortunatamente è tutto a posto. Almeno quello direi, perché da qualche giorno riesco a sorridere solo quando parlo della mia piccola nipotina o di Andrea, quando penso a mia figlia invece inevitabilmente i pensieri vanno tutti verso una sola persona collegata inevitabilmente a lei: Stefano.

Stefano che non ho ancora idea di cosa voglia fare con nostra figlia. Lo vedo solo quando mi porta Andrea, ma solo perché lui esprime il desiderio di vedermi tartassando suo padre finché non lo accontenta, altrimenti sono sicura che non lo avrei rivisto così spesso.

Questo vederlo così spesso però non ha cambiato il nostro rapporto, anzi ogni volta che cerco di avvicinarmi per parlargli lui svia tutto cercando in ogni modo di non rivolgermi la parola. Se lo fa è solo per lo stretto necessario. Io non so più cosa pensare e cosa fare. Cerco di chiamarlo, mandargli i messaggi, ma lui non mi risponde mai. È vero ho sbagliato a non parlargliene però, da come si sta comportando ora, credo che forse ho fatto bene ad andarmene e rimanere con il dubbio piuttosto che restare con la certezza, quella certezza che ho ora e che mi mette davvero paura. Ho paura che io e Stefano forse non avremo più un noi, non avremmo più i nostri momenti magici, ma la cosa che più mi mette paura è che non avrà nessun tipo di rapporto con sua figlia e ho paura di come cambieranno le cose una volta nata.

Mi asciugo le lacrime mettendo su un viso sereno e, mascherando tutte le paure, inizio a tirare fuori tutto l'occorrente per la festa: palloncini, striscioni, festoni, piatti e bicchieri per l'aperitivo. Voglio che tutto sia perfetto, infondo è la mia prima nipotina di cui sarò anche la madrina. Inizio a capire come disporre le cose finché non suona il campanello.

M: - Vado io Emma! – mi urla dalla cucina.

E: - Ok! – urlo di rimando mentre cerco lo striscione con il 'Benvenuta Maria Emma' che purtroppo non trovo. Non può essere che lo striscione più importante non ci sia! Cerco in tutte le buste ma niente.

E: - Mamma manca lo striscione più importante, non può essere... la festa senza quello striscione non è una festa! – urlo come una pazza tenendo la testa nelle buste; finché non sento ridere, alzo lo sguardo e mi trovo mia mamma e Andrea che ridono mentre Ste rimane come sempre impassibile.

E: - Che vi ridete? Questa è una cosa grave! – affermo alzando gli occhi al cielo e muovendo le braccia in modo frenetico.

M: - Emma calmati! –

E: - No che non mi calmo! Dov'è  il telefono... qualche giorno perdo pure la testa! – affermo seria.

M: - La testa l'hai già persa da quando sei incinta! – mi dice porgendo il telefono.

E: - Mamma sei di una simpatia oggi proprio! –

M: - Si, me lo dicono tutti! – afferma tornando in cucina mentre io chiamo Checco.

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora