CAPITOLO 13

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Sono giorni che ripenso a quel bacio mancato. Giorni che tocco le mie labbra. Giorni che Stefano è tornato ad essere distante. Giorni che ripenso a ciò che ha detto e involontariamente mi scendono le lacrime. Giorni che mi tengo questo peso dentro e vorrei parlarne con qualcuno ma in fondo di cosa devo parlare? Di un bacio che non c'è stato, ma che desideravo con tutta me stessa? Di un bacio che, nonostante so essere un errore, lo voglio più di ogni altra cosa al mondo? Di un bacio che se avessi ricevuto, forse ora, mi sarei resa conto ancora di più che mi sarà impossibile dimenticarlo perché molto probabilmente la mia è più di una cotta, o forse è proprio un innamoramento. E purtroppo ho capito che quando subentra il cuore, non c'è battaglia che il cervello possa vincere.

E: - Mamma esco! – urlo prendendo il giacchetto.

M: - Tesoro fermati un attimo! – mi scruta e poi mi abbraccia – tesoro che succede? Sono giorni che stai giù! C'entra per caso Stefano? –

E: - Mamma ma cosa dici? –

M: - Emma, sei strana da quando sei stata due giorni da lui. E sono passate più di due settimane... -

E: - Mamma non c'entra niente lui e adesso devo andare! – la interrompo.

M: - Dove? –

E: - A fare un giro in macchina! – afferro le chiavi ed esco velocemente. Appena salgo in macchina la prima meta che mi viene in mente è il mare. La distanza da casa mia è poco più di 10 minuti. Il viaggio lo faccio in totale silenzio. Non sono una che ama il silenzio ma con l'umore di oggi è indispensabile.

Perché ho scelto il mare?

Perché il mare è uno dei posti più rilassanti che conosca.

Stare qui mi rilassa. Sentire il vento accarezzarmi i capelli, sentire lo iodio entrare dalle mie narici, riempirmi i polmoni, mi aiuta a liberarmi dalla tensione che ultimamente mi attraversa.

Il mare è agitato, vedo le onde che si infrangono contro gli scogli. E penso che vorrei avere la stessa forza: "Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli trova sempre la forza di riprovarci" diceva Jim Morrison ed io lo approvo pienamente. Tutti pensano che io sia una persona coraggiosa, sempre disposta a farsi in quattro per gli altri ed è vero, darei la mia vita per le persone a cui voglio bene, ma allo stesso tempo però, sono molto fragile e questa fragilità la mostro a poche persone e se non la mostro se ne accorgono in pochi. In questo momento la mia fragilità la conosce solo il mio cuore. Stefano è la mia fragilità e, per quanto io possa allontanarmi, se mi chiamasse e mi dicesse che ha bisogno di qualcosa, correrei subito da lui poiché anche lui, come me, ha ciò che lo rende fragile. Andrea e soprattutto Ludovica sono le sue fragilità. E per combattere queste fragilità bisogna combattere contro se stessi. Ma se a combattere non fossimo da soli, ma condividessimo tutto questo con qualcuno a cui vogliamo bene, qualcuno che amiamo tanto, forse riusciremo a superare le nostre fragilità, le nostre paure, le nostre difficoltà e magari vivremmo con un peso in meno sul cuore.

Ad interrompere il flusso dei miei pensieri è proprio lui. La mia fragilità.

S: - Emma! Ciao, come mai qui? – mi chiede venendomi vicino.

Seduta in riva al mare, con la spiaggia isolata, mai avrei pensato di incontrarlo qui. Quanta percentuale avevo di incontrare la persona che vorrei avere al mio fianco? Forse il 10%, ma lui è proprio qui davanti a me.

E: - Mah niente, ultimamente ho dei pensieri che mi frullano nella testa e avevo bisogno di stare da sola. –

S: - Oh... emh sono di troppo? –

E: - No Ste, non preoccuparti... tu come stai? Come mai qui? –

S: - Pensieri! – sorridiamo insieme.

E: - Ti va di parlarne? –

S: - Non vorrei romperti le scatole... sono sempre pensieri rivolti verso di lei. – confessa alzando gli occhi al cielo.

E: - Mi piace ascoltarti e mi piace vederti come parli di lei... sai mi fai credere ancora nell'amore, anche dopo che il destino decide di separare le due persone. Perché vuol dire che è stato un amore molto forte e che può succedere qualsiasi cosa, puoi cercare di cambiare tutto il tuo destino ma lei non la dimenticherai tanto facilmente... perché resterà sempre lì nella piccola cassaforte del tuo cuore.-

S: - È incredibile che i miei racconti ti fanno questo effetto. Questo mi fa rabbia lo sai? –

E: - Cosa? Perché? – sussurro incredula.

S: - Perché... non è giusto... noi avremmo dovuto avere più tempo! –

E: - E tu ne hai ancora Ste... lei non vorrebbe che tu viva così... se c'è qualcosa che vuoi fare, falla, buttati, provaci... non allontanare quell'occasione di felicità... che sia fare una pazzia con un amico, avere un avventura con una donna, o semplicemente vivere il quotidiano senza paura di pensare questo non lo faccio perché lo facevo con lei...-

S: - Eh che non voglio dimenticarmi di noi, di quello che eravamo, di quello che facevamo... è come se cancellassi i suoi ricordi, inserendone degli altri. –

E: - Stefano non puoi cancellare ciò che siete stati e ciò che avete vissuto. nessuno potrà farlo. Voi due insieme brillavate. Lo percepisco io da una semplice foto, figurati la gente che vi ha vissuto, che vi conosceva. Non la dimenticherai, non puoi... - mormoro decisa e comprensiva. Il silenzio entra nel nostro discorso per qualche secondo prima che lui riprenda a parlare.

S: - L'amavo così tanto... - mormora guardando il mare.

E: - Sono sicura che eri perfetto per lei... e lo sarai per sempre. Ma credo che ora per te sia il tempo di andare avanti! – sospira per un po' ma poi riprende.

S: - Vorrei provarci, ma io... Ho provato un dolore immenso quando è morta... e quel dolore è come se lo sentissi ogni giorno... e questo non è giusto... -

E: - La vita non è giusta Ste... ma continuare ad essere infelice purtroppo non riuscirà a cambiare le cose. Non riuscirà ad alleviarti quel dolore. Per farlo l'unico modo è riprendere davvero in mano la tua vita. Ma non solo per te ma anche per Andrea. Perché non è la quantità del tempo che passerai con lui che farà la differenza, ma la qualità... – annuisce alzandosi.

S:- camminiamo un po'?- annuisco alzandomi anche io.

...

Sono ore che camminiamo per questa spiaggia. Sono ore che parliamo. Sono ore che ci sfoghiamo, che raccontiamo di ciò di cui abbiamo paura. Più parlo con lui più sento che il sentimento che provo cresce... questo non mi farà bene, lo so, ma so che farà bene a lui e quando starò chiusa in camera immersa tra le lacrime, so che mi basterà pensare a questo pomeriggio per stare bene. Voglio convincere me stessa di questo.

E: - Di cos'altro hai paura? – si ferma e guarda il cielo, il mare e poi si gira e guarda me. Noto qualcosa di diverso nei suoi occhi, non so, è come se brillassero di luce propria.

S: - Di guardare avanti... di provare qualcosa per una persona nuova... - prende il mio viso tra le mani e io inizio a tremare – Ma sono stanco di avere paura... – avvicina il suo viso al mio e cancella la distanza tra le nostre labbra. Mi lascia un semplice e dolce bacio a stampo. Mi sembra di svenire. Quando si stacca lo guardo cercando di leggergli gli occhi. – Ci sono un'infinità di ragioni per cui non avrei dovuto farlo... Ma lo volevo da così tanto tempo! –

E: - Anch'io – sussurro guardandolo negli occhi mentre lui sorride e torna a baciarmi con più passione permettendo anche alle nostre lingue di incontrarsi, conoscersi e iniziare a fare un gioco tutto loro!

Eccomi, scusate l'assenza ma ho ripreso a lavorare. Spero vi piaccia. Insomma siamo appena entrati nel vivo della storia. Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate. 😉

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora