CAPITOLO 1

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Mi guardo allo specchio ansiosa di quello che potrà succedere nelle prossime ore. Oggi dovrò conoscere il papà di un bambino. Mi ha chiamato ieri dicendomi di aver visto il mio avviso fuori l'asilo. Cerca una babysitter per suo figlio, per sei ore al giorno dal lunedì al venerdì. Mi ha chiesto urgentemente di incontrarci oggi, altrimenti ne avrebbe trovata un'altra. Devo dire che è stato parecchio scorbutico, ma non ci voglio rinunciare. Di questi tempi lavoro non se ne trova, così mi sono ridotta ad appendere annunci per fare qualcosa che per me non è un lavoro, ma è più un piacere. Ho sempre amato i bambini. Credo che siano le uniche persone al mondo che non hanno paura di dire le cose, sono sempre schietti e sinceri. I bambini non hanno le nostre stesse paure, non hanno il freno a mano tirato, non pensano a quello che potrebbero dire gli altri di loro ma fanno ciò che è più giusto per loro.

Paolo Coelho ha detto: 'un bambino può insegnare tre cose ad un adulto: ad essere contento senza motivo, ad essere sempre occupato in qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.' Lui aveva ragione ed io è per questo che li amo, e spero che un giorno possa averne anche io.

Maria: - Emma a che ora hai l'appuntamento? – Mi urla mia madre dal piano di sotto.

E: - Tra una mezz'oretta! Ora scendo e vado! – urlo mentre chiudo la porta della mia camera.

Maria: - Ok! Mi raccomando placa l'ansia e non farti vedere impacciata. La pazienza ce l'hai e adori i bambini e soprattutto con tutti i cuginetti che hai te la sei sempre cavata, quindi te la caverai anche con lui! – annuisco e la saluto.

Mia mamma è sempre stata una persona che mi ha sempre capito e ha sempre fatto di tutto per me, insieme a mio papà, e per miei due fratelli, Francesco e Luca.

Cammino fino ad arrivare davanti ad una villa enorme. Dal nome sul citofono noto che la villa è quella giusta. Da come si è posto ieri quell'uomo capisco il perché. Non ho mai capito perché tutte le persone che al livello economico si trovano bene siano così scorbutiche e maleducate.

Suono il citofono e mi apre senza chiedere chi fossi. Solo dopo noto la telecamera e da li capisco il perché della non risposta. Entro e mi avvicino alla porta dove mi apre un ragazzo alto, moro ed ha anche un bel fisico. Credo che non abbia più trent'anni.

S: - Lei deve essere la babysitter? - mi guarda ed ha uno sguardo piuttosto freddo. Già comincio a non sopportarlo.

E: - Si, sono Emmanuela Marrone piacere, ma tutti mi chiamano Emma! – gli porgo la mano e lui ricambia ma non sorride.

S: - Stefano De Martino piacere! – mi fa entrare e si dirige nell'enorme salone e io lo seguo. Mi fa segno di sedermi sul divano mentre lui si siede sulla poltrona di fronte. – lei è qui per fare da babysitter a mio figlio, ma vorrei sapere qualcosa su di lei se me lo permette? – più lo guardo più mi sembra che si tenga molto distante, sembra molto professionale e freddo, mi da addirittura del lei. Mi sembra di essere in un commissariato, dove l'indagata sono io e lui è l'ispettore.

E: - Certo, Signor De Martino! –

S: - Quanti anni ha? Sembra molto giovane per occuparsi di un bambino? –

E: - Si, ho ventitré anni, ma con i bambini ho molta esperienza, ho parecchi cuginetti e passo molto tempo con loro! – rispondo mantenendo lo stesso tono freddo e distante che tiene lui con me. L'aria che si respira in questa stanza mi inquieta un pochino.

S: - Bene, sono contento! Senta devo chiederle un favore, forse due? – sembra addolcirsi ma credo sia solo un'impressione.

E: - Certo mi dica! –

S: - Mio figlio ha tre anni, ed è un bambino che non si rapporta molto con il genere femminile oltre a mia mamma e mia sorella quindi le chiedo molta pazienza. Secondo vorrei che non parlasse e ne nominasse la parola mamma! – lo guardo perplessa non capendo il motivo.

Voglio esprimere delle sensazioni attraverso i miei disegni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora