7. grazie

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«Eddai Nic è presto, torna qua a divertirti»

Era la trentesima volta che Adriano tentava di convincere Niccolò a tornare alla festa da cui si era assentato per accompagnare Chiara da sua zia, era stanco, aveva bevuto una quantità considerevole di alcool e la sua voglia di rimettere piede in quel luogo che puzzava di sudore era pari a zero, se non meno.

«Adrià te l'ho già detto, so stanco e nun c'ho voglia de tornà in quel topaio, divertitevi e nun bevete tanto»

«'A Nicolino, che t'ha fatto la ragazzina?»

Quella domanda, totalmente innocua, colse Niccolò alla sprovvista facendolo ridacchiare al pensiero suo e di Chiara insieme, era troppo complicata, prima le sembrava una tranquilla, appena aveva provato a parlarle aveva avuto un tono gentile e l'aria da ragazza innocua; tre minuti dopo si era rivelata una persona maleducata, arrogante che saltava a conclusioni troppo affrettate.

«Te posso assicurà che nun m'ha fatto nulla, è proprio antipatica»

«Tutte le più grandi storie d'amore iniziano così, prendi ad esempio Romeo e Giulietta!

«Cassiolì me sa che sei giusto 'n pò briaco, vatte a fa 'na dormita, ce sentiamo domani» e senza nemmeno attendere a risposta dell'amico buttò giù la chiamata, stanco di quella serata da dimenticare.

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«A 'na certa Cocco ha preso 'na cassa, hai presente quelle per le patate, proprio quelle e l'ha tirata contro un tipo che secondo lui stava troppo accozzato a Priscilla, il tipo s'è incazzato e hanno iniziato a fa a botte, ecco perché c'ha l'occhio nero e il labbro spaccato, quello era un giocatore delle giovanili della Roma mica uno delle popolari»

Era lunedì mattina e fuori dalla scuola si respirava già l'odore di una settimana di merda destinata a passare non così in fretta, era novembre e il freddo avvolgeva la capitale, costringendo gli studenti a rimbacuccarsi nei loro giacchetti col cappuccio in pelliccia e un grande sciarpone attorno al collo.

E in quel lunedì mattina, in cui le facce degli studenti erano devastate dalla stanchezza e dal troppo freddo, Alessandro sembrava non percepire per niente l'aria gelida di Roma dal momento che se ne stava con una misera giacca di pelle a raccontare gli avvenimenti della festa di Adriano avvenuti appena dopo l'uscita di Niccolò.

«'A Nic, ma se po sapè che c'hai?» chiese proprio Alessandro vedendo l'amico fissare il vuoto senza degnarlo di una misera risposta, molto probabilmente nemmeno aveva sentito il discorso di Ale, o proprio non si era accorto ella sua presenza.

«C'ha le farfalle nello stomaco per la pischella dell'altra sera» intervenne Adriano per poi vedere Niccolò risvegliarsi bruscamente dal suo stato di trance.

«E chi è 'sta qua, Nicoletto?»

«Ma nessuna, una ragazzina arrogante e insopportabile, ad Adriano piace inventarsi le favole, pensavo te fosse passata la sbronza di ieri l'altro»

«Quindi nun me volete dì chi è sta qua?

«No anche perché non c'è nessuno, Sara m'ha chiesto, anzi obbligato, de riaccompagnarla a casa alla festa di Adriano, tutto qua»

Nessuno dei due ragazzi fiatò, rimasero a guardarsi scambiandosi occhiate complici di tanto in tanto.

Avrebbero tanto voluto che Niccolò, dopo tanto temo, riaprisse il cuore ad una ragazza e nel profondo del loro cuore speravano che quella ragazza fosse Chiara. Sara ne aveva parlato tanto ad Alessandro nei giorni successivi alla festa e le aveva dato l'impressione di una brava ragazza e con la testa sulle spalle ma non sapeva se fosse stata in grado di poter sopportare un carattere complicato come quello di Niccolò, un carattere ipocondriaco fino alla morte, scorbutico, alle volte egoista e immensamente bipolare ma anche un carattere dolce, premuroso e disposto a fare di tutto per la persona che realmente ama.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora