29. per aver scelto me

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Ma dimmi quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto quant'è bello...viettelo a vede' dall'alto.

Sono queste le parole riportate sul muro di Monte Ciocci che è da sempre considerato uno dei luoghi più romantici di Roma ma, nonostante io ci viva da diciannove anni e ne senta parlare da sempre, non ho mai avuto l'opportunità di visitarlo forse anche perché non ho mai trovato la persona giusta con cui venirci.

L'atmosfera che si respira qua è magica, il cupolone di San Pietro si erge imponente di fronte a noi insieme ai tetti rossi spioventi della città. Qua il freddo sembra essere scomparso all'improvviso.

«C'eri mai stata?» domanda Niccolò al mio fianco, notando il mio sguardo sorpreso dal panorama che mi si presenta davanti agli occhi.

Scuoto la testa. «Mi hanno sempre raccontato di quanto fosse bello qua, ma non ci ero mai venuta prima» spiego, suscitando la sua inconfondibile curiosità.

«E chi è che ti diceva che che ti ha sempre detto della bellezza di monte Ciocci?»

Sospiro, sapevo che prima o poi questo argomento doveva essere affrontato. «Sofia, ci veniva spesso con Cosimo, il suo ragazzo» confesso ed immediatamente il suo sguardo si incupisce, ha capito di aver toccato un tasto parecchio dolente.

«Scusa, non volevo far-» inizia, ma lo zittisco immediatamente sorridendo.

«Non hai fatto niente di male, anzi, credo che parlarne con qualcuno sia la cosa migliore» ipotizzo, stringendomi nelle spalle.

Un sorriso prende spazio sul volto di Niccolò, che mi incita a seguirlo sulle panchine proprio di fronte al muro, da cui si può godere di una vista ancora più bella sulla città eterna.

«Io sono qua per ascoltarti, se non te la senti non fa niente, ma se vuoi sfogarti, piangere, picchiarmi o quant'altro sentiti libera di farlo, non ti giudicherò per niente al mondo.» pronuncia queste parole con una serietà che mai ho visto nei suoi occhi e che stranamente mi sorprende.

Sospiro nuovamente, nonostante tutto ciò che sia successo tra noi è l'unica persona di cui mi posso fidare. «Non è successo niente di nuovo rispetto a ciò che sai già» alzo le spalle. «Sofia non si è fatta più sentire, molto probabilmente sta aspettando che sia io a cercarla, ma non me la sento più di essere il suo cagnolino.» mi appoggio alle schienale della panchina per essere più comoda. «Lei era sempre quella più bella, quella con più amiche, quella che aveva un fidanzato, quella che veniva invitata alle feste dai ragazzi più grandi.» nessuno aveva mai preso in considerazione l'idea di paragonare me a lei, era considerata come na reliquia sacra, uno dei gradini più alti della società scolastica. «Io invece no, era già tanto se il professore si accorgeva di me in classe, ma alle feste ci andavo comunque...non perché qualcuno me lo chiedesse ma per il semplice fatto che avevano invitato Sofia, e ciò stava a significare accettare il pacchetto completo, me compresa. Se non fossi stata sua amica quelle feste nemmeno me le sarei sognate» Niccolò mi ascolta attentamente senza mai distogliere il suo sguardo dal mio che invece sta vagando da una parte all'altra. «Quando ho conosciuto te, Sara e gli altri ragazzi ha iniziato a dire che una come me doveva tenersi alla larga da uno come te, che mi merito di meglio, che non avresti fatto altro che farmi soffrire ripetutamente e poi, come in un soffio, se n'è andata» non avevo mai raccontato a Niccolò di cosa pensasse Sofia su di lui, ero insicura di ciò che ci fosse tra noi ma adesso con le consapevolezze che ho acquisito mi sento sicura nel farlo, è suo diritto sapere la reale motivazione del nostro litigo e del perché quel giorno stessi piangendo disperatamente tra le sue braccia. «Era la mia migliore amica dal primo anno di liceo, l'unica su cui potevo realmente contare e se n'è andata al primo ostacolo che ha trovato davanti, alla prima volta che ho deciso di fare di testa mia» sono costretta ad interrompermi, le lacrime hanno preso il sopravvento.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora