36. irresponsabilente tanto

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«Prima di iniziare ci tenevo a presentarvi un ragazzo, anzi un artista. Ho conosciuto Niccolò tramite internet, ho visto alcuni suoi video e sono rimasto impressionato dalla sua capacità di scrivere, per questo l'ho chiamato stasera sul palco, perché ci tengo davvero che lo conosciate e che apprezziate la sua arte» dice Fabrizio, rivolto a tutta la platea che urla incessantemente. «Ecco a voi, Ultimo»

Sorrido alle parole di Fabrizio, con gli occhi che iniziano a farsi leggermente lucidi.

«Perché Ultimo?» domando, poggiando la testa sul suo petto, la sua mano accarezza dolcemente i miei capelli mentre la coperta in pail copre entrambi i nostri corpi distesi sul divano.

Lui sospira, sorridendo. «E' una condizione di vita in cui mi identifico e in cui mi sono ritrovato anche in passato, voglio condividere la mia musica per farla arrivare a coloro che non hanno un domani sicuro e che si sentono persi...persone come me»

Gli afferro d'istinto la mano, stringendola nella mia eccessivamente piccola in confronto alla sua. «Fin quando avrai me non ti sentirai mai perso, te lo prometto» affermo, scacciando una piccola lacrima che sta rigando il suo volto, baciandolo.

«Sei l'unica forza che ho» sussurra come per non farsi sentire da nessuno, nonostante la casa sia completamente vuota e silenziosa, fatta eccezione per il suono della televisione in sottofondo che però nessuno sta guardando.

Non era la prima volta che mi diceva quella frase, ma non ne ho mai colto il significato a pieno prima d'ora. Niccolò è circondato da persone che lo amano, perché dovrei essere la sua unica forza?

I miei pensieri vengono interrotti dalla figura del mio ragazzo che raggiunge il grande palco, visibilmente impacciato alle prese con qualcosa più grande di lui, ma che aveva sempre sognato.

Di fianco a me c'è Adriano, con un grande sorriso sul volto. «Te lo saresti mai immaginata?» mi domanda, poco prima che inizi a cantare.

Lancio un veloce sguardo a Niccolò poco sopra di noi che si sta muovendo sul palco sotto le note di stasera, tornando poi a guardare Adriano. «Fino a un anno fa non saprei risponderti, sono cambiate talmente tante cose che penso che ormai sia tutto possibile»

Dopotutto chi avrebbe mai pensato che mi innamorassi perdutamente di Niccolò, il pluribocciato? Ho sempre avuto delle aspettative, sicuramente messe in testa da mia madre, che erano l'esatto opposto di ciò che ho scelto oggi. Non ho scelto il ragazzo in camicia bianca di lino, i capelli alla Leonardo Di Caprio, col padre benestante, il lavoro assicurato e la casa a Fregene. Ho scelto il ragazzo bocciato, quello che ha sempre i capelli in disordine, che indossa la prima felpa che gli capita tra le mani e che vive di sogni, senza regole o progetti ma che vive cento volte meglio. Ho scelto ciò che mia madre non avrebbe mai voluto per me, eppure mi sento la persona più felice del mondo. Per questo non mi stupirei se da oggi gli asini volassero, sto vivendo una realtà parallela a quella che era sempre stata immaginata per me, e non potrei esserne più felice.

«Però devo essere sincera, Adrià» dico, riattirando l'attenzione del ragazzo su di me, che mi incinta a continuare. «Non potrei essere più felice di così» affermo questa volta con lo sguardo fisso sul palco occupato da Niccolò seduto di fronte al pianoforte, ha appena terminato cascare nei tuoi occhi.

Adriano mi sorride, circondandomi le spalle col suo braccio. «L'hai fatto rinascere, Chiarè» afferma, facendomi sorridere. È vero, non so se dipenda veramente da me o da qualcos'altro, ma vedo Niccolò molto più sereno e tranquillo in questo periodo rispetto a com'era prima. «E questo è il suo regalo» conclude poi Adriano indicando con un cenno del capo il palco sopra di noi, mentre aggrotto le sopracciglia confusa.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora