dove il cielo si muove se lo guardi attentamente

26. croce sul cuore

«Meglio questa o questo?» domanda Sara, passando lo sguardo da un oggetto all'altro tra le sue mani.

Natale è vicino e Roma è bella più che mai. Nell'aria si respira a pieno l'atmosfera natalizia, tra turisti che vagano per le vie illuminate della città con le mappe in mano alla ricerca di qualche sito da visitare e romani che corrono da una parte all'altra alla ricerca dei regali di natale che, come di consuetudine, comprano sempre all'ultimo momento.
Domani inizieranno le vacanze ed io non sono più riuscita a parlare con Niccolò; a scuola, le poche volte che si presenta, fa di tutto pur di evitarmi: esce dalla classe non appena la campanella suona così da impedirmi di parlargli sfrecciando via sul motorino di Adriano. Ogni volta che provo ad avvicinarmi scappa via come se fossi una minaccia e cerca in ogni modo di evitare il mio sguardo, nonostante io cerchi costantemente il suo. L'unica cosa che mi tiene in qualche modo legata a lui sono le foto che pubblicano i suoi amici, anche se non è poi nulla di che: birre nel parcheggio, birre sul balcone di Adriano e video delle sbornie di Niccolò che mi fanno preoccupare, e non poco. Non è la prima volta che discutiamo, ma mai mi sono sentita un macigno tale sullo stomaco; forse ho semplicemente acquisito consapevolezze che prima non avevo.

Fortunatamente questa ennesima discussione tra di noi non ha influenzato l'amicizia tra me e Sara, l'ha invece fortificata. È stata la prima persona a cui l'ho raccontato, c'era lei accanto a me quando mi sentivo completamente al perso, quando piangevo fino a vomitare ed è stata lei a supportarmi in qualsiasi momento. C'è stato un arco di tempo in cui nemmeno volevo uscire, mi limitavo ad andare solamente a scuola nonostante le assenze iniziavano ad essere numerose e mia madre continuava a credere alla febbre dovuta al troppo freddo. Se non fosse stato per Sarà forse ci sarei marcita in quel letto, tra netflix e lacrime che ormai erano all'ordine del giorno. Ma piano piano, anche grazie all'aiuto della mia amica, sono riuscita a stare meglio nonostante la ferita sia ancora aperta ed il macigno sia sempre al suo posto.

È per questo che ha insistito così tanto per farmi uscire oggi, con la scusa di accompagnarla a comprare il regalo per Alessandro, il suo fidanzato. Siamo in questo negozio da più o meno un'ora e mezza, ed è un'ora e mezza che Sara sta fissando una tuta della Nike ed un nuovo casco per la moto, indecisa su cosa prendere.

«La tuta gli piace ma ne ha tante, il casco gli serve perché ormai il suo lo prendo sempre io» riflette ad alta voce seduta su un divano a fianco di una ragazza che si sta provando le scarpe, e che effettivamente la sta guardando abbastanza male. «Secondo te quale dovrei prendere?» domanda rivolta a me, facendomi svegliare bruscamente dai miei pensieri.

Io sospiro, ormai abbattuta e poggio la testa ad uno degli scaffali del negozio. «Non lo so Sara, non lo so» il mio tono è stanco e la mia disperazione è palpabile.

Sara capisce in fretta la situazione, infatti posa gli oggetti che stava contemplando da ore sul divano e si mette davanti a me, prendendo le mie mani tra le sue. «So che molto probabilmente mi stai odiando, ma ti fa bene stare fuori casa» mi dice sottovoce con un sorriso. «Lo dico per il tuo bene Chiara, non lasciare che quello che è successo con Niccolò rovini tutto» mi stringe le mani, afferrando la sua borsa. «Ora andiamo, hai bisogno di un caffè rigenerante»

«Ma il regalo per Ale?» domando vedendo che imbocca la porta d'uscita del negozio.

«Tornerò a prenderlo un altro giorno, ho bisogno anch'io di un caffè, sono distrutta» ridacchia, trascinandomi con sé.

Attraversiamo una parte di via del Corso, sotto alle milioni di luci appese per i palazzi con le raffigurazioni dei monumenti più importanti di Roma. Non ci sono parole per descrivere questa città: ogni angolo, anche il più trafficato da macchine e turisti, riesce ad essere magico.