50. wendy

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«E questo?» chiede improvvisamente Niccolò afferrando il mio polso, concentrandosi su una piccola macchia nera, ormai indelebile.

Sorrido, per tanto tempo avevo immaginato questa scena, anche se credevo fossi io a mostrarglielo e non avevo mai messo in conto il fatto che potesse essere lui a scoprirlo solo perché ho alzato la manica della felpa.

Allontano il braccio dalla sua presa, iniziando ad accarezzare lentamente quella macchiolina nera.

È un piccolo, microscopico disegno sul lato del polso sinistro che raffigura la sagoma di Wendy. La stessa Wendy che ormai conosco come le mie tasche da quante volte Niccolò mi ha fatto vedere il cartone alla televisione, la stessa Wendy che aveva sempre paragonato a me.

Wendy è la donna perfetta secondo Niccolò ed era proprio così che lui mi considerava, perfetta, anche se di perfetto in me c'è ben poco. Eternamente bambina, che non ha paura di niente, del giudizio altrui ma che pensa solamente a star bene nella sua spensieratezza all'interno di un mondo che sembra troppo piccolo e inadatto per lei.

«Mi hai ripetuto talmente tante volte che somiglio a Wendy che hai finito per convincermi» affermo sorridendo, mentre sento una lacrima minacciare di lasciare il mio occhio ma per fortuna riesco a trattenerla.

Nonostante mi sentissi ripetere ogni giorno quelle parole continuavo a sentirmi più che come Wendy, come Giusy. Quella canzone sembrava essere cucita su di me, con tutte le sue insicurezze Giusy sembrava essere me, in tutto e per tutto. Giusy si sente terribilmente sbagliata, eppure sa amare ed è proprio per questo che riesce sempre a tirarsi su. È esattamente come mi sono sempre sentita io, sull'orlo di un precipizio dove a salvarmi era stato Niccolò, allungandomi la sua mano che ho afferrato e che mi ha riportato a galla, una spalla vicino a me per fronteggiare tutto il dolore che mi portavo dentro e che col tempo sono riuscita ad eliminare, almeno in parte.

«È bellissimo» sussurra riafferrando il mio braccio, stavolta con una presa più calma mentre prende ad accarezzarlo proprio come me. Dalla delicatezza che utilizza sembra che tenga in mano un neonato, ed io mi incanto a guardarlo.

«Come dici tu? I problemi sono altrove, ora puoi anche stare senza» la frase che mi ha colpita di più la prima volta che ho ascoltato Wendy, una di quelle frasi che ti rimangono impresse al primo ascolto e che non se ne vanno più dalla mente. 

Alzo gli occhi nuovamente verso i suoi, trovandoli con mia grande sorpresa ricoperti da un sottile strato di lucidità, decisamente insolito per Niccolò.

«Prima non dicevo sul serio comunque» confesso poi cambiando argomento, senza però allontanare il mio braccio dalla sua morbida presa. «Non mi trasferirei mai a Londra, né da nessun'altra parte anche se avessi un contratto stabile, non riuscire a stare lontana per così tanto tempo da Roma, dai ragazzi, da mio padre e nemmeno da te» affermo, stavolta sicura di me. 

Dopo il piccolo cambio d'umore di Niccolò è subito tornato tutto alla normalità. Abbiamo passeggiato per le vie della città fino a quando, vista la stanchezza, abbiamo deciso di prendere un taxi che ha voluto gentilmente offrire lui fino al mio condominio. Non aveva senso cacciarlo, dopotutto non è la prima volta che dormiamo insieme, nemmeno qua a Londra. Una volta entrati in casa abbiamo cercato di fare meno rumore possibile per dirigerci in camera e dopo essere entrati abbiamo buttato fuori l'aria trattenuta per non svegliare Sara e Alessandro.

Niccolò non risponde, si limita ad avvicinarsi ancora di più al mio volto, già a pochi centimetri dal suo, i nostri respiri si mescolano quando però sento qualcosa dentro di me che mi impedisce di fare un solo passo avanti, mi sento come bloccata. 

«Nic io sto morendo di sonno, ne possiamo parlare domani?» domando allontanandomi velocemente da lui e senza nemmeno aspettare una sua risposta afferro il pigiama e mi dirigo in bagno per cambiarmi. Molto probabilmente sono stata una cretina dato che ho immaginato questo momento dal primo giorno che ho messo piede a Londra: lui che mi viene a trovare, noi che chiariamo, ci facciamo una passeggiata mano nella mano per le strade di Londra, ci rifugiamo sotto la metro a causa della pioggia e infine noi che recuperiamo tutto il tempo perso in questi mesi, dimostrandoci tutto il nostro amore.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora