22. mamma e papà

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Cocco aveva urgente bisogno di me,
in cucina c'è tutto per fare colazione e
se vuoi fatti una doccia, per qualsiasi
chiamami. Scusa se sono dovuto scappare così
Nico

Sorrido come una bambina stringendo tra le mani quel pezzo di carta. Il fatto che mi abbia lasciato un biglietto cartaceo al posto del classico messaggio via internet, il fatto che si sia occupato di prendere carta e penna e scrivere su un foglio solo per farmi sapere che non sarebbe stato in casa mi fa battere il cuore. Un'altra cosa su cui ho fatto caso è la firma, non si è firmato Niccolò come in un qualsiasi biglietto serio, ma bensì Nico, il nomignolo che riserva solo alla sua cerchia di amici più stretti.

Dopo aver rimuginato a fondo su quel biglietto ed aver metabolizzato dove mi trovo e chi sono afferro il cellulare, le 16:37. Sul display compaiono due chiamate perse da parte di mia madre, altri suoi tre messaggi e uno di Sara, in cui mi dice di stare meglio e che vuole sapere in dettaglio ciò che è successo con Niccolò.

Sorrido velocemente al suo messaggio, consapevole di non poter scappare dalle grinfie della mia amica mentre digito una risposta veloce a mia madre informandola del fatto che a momenti sono a casa. Invece per Niccolò riservo un testo un po' più corposo al posto delle classiche sue parole prese e messe lì che ho scritto a mia madre. Prima però afferro la prima felpa che mi capita tra le mani dal cassetto di Niccolò, giusto perché i miei vestiti sono ancora bagnati da qualche ora prima, recupero il mio zaino disperso in un angolo della sua camera diversamente ordinata e, tra quella massa di vestiti, calzini, t-shirts e fogli mi cade l'occhio sulla parete sopra la scrivania dove sono appese numerose foto.

La prima raffigura un bambino piccolo al mare con un cappellino colorato estremamente grande per la sua piccola testolina e con la
visiera che avanza a destra mentre un'espressione imbronciata è dipinta sul suo viso. Sono sicura quasi al cento per cento che è Niccolò, lo riconosco da quel broncio che indossa e che, a quanto pare, ha sempre indossato. Poco sopra di questa vi è una foto che ritrae cinque ragazzi: Adriano, Gabriele, Alessandro, Christian e Niccolò; sono su una barca e in mano hanno ciascuno una bottiglia di birra ed un sorriso spontaneo sul volto, molto probabilmente a causa di una delle numerose battute squallide di Cocco che riesco a sentire da qua; nel vederla sorrido anche io, accarezzando la foto: è bello vedere quanto Niccolò ami i suoi amici, vedere che una persona chiusa come lui abbia aperto il suo cuore a queste quattro persone ormai fondamentali per la sua esistenza, e nel pensarlo sorrido, accarezzando quella piccola figura con il costume rosso e cento tatuaggi che con il suo comportamento bipolare mi sta facendo impazzire. Il sorriso che si è formato sul mio volto svanisce non appena l'occhio si posa sulla foto a fianco; questa volta sono due ragazzi, uno dei quali è visibilmente Niccolò abbracciato ad una ragazza bellissima, dagli occhi scuri e i lunghi capelli biondi, lui le sorride guardandola negli occhi e lei ricambia.
Sento una morsa allo stomaco ed una sensazione sgradevole impossessarsi di me; è un comportamento che non mi si addice e per di più che non è motivato: dal momento che io e Niccolò non stiamo insieme lui è libero di fare foto con chi gli pare, in che modo gli pare e dove gli pare. Il mio pensiero conta poco.

Afferro lo zaino indossando il mio piumino ed esco più velocemente possibile da quella stanza in cui l'aria si è fatta pensante senza un motivo apparente. Apro la porta d'ingresso e sento il vento gelido sbattersi sulla mia faccia, accaldata e decisamente impreparata a questo impatto violento. In testa ho uno dei numerosi cappelli di Niccolò che utilizza per proteggersi dal freddo, il suo profumo riempie le mie narici e involontariamente mi stringo nella felpa facendomi scappare un sorriso spontaneo, che scompare non appena nella mia testa prende spazio quella foto appesa al muro. Con la testa scaccio quel brutto pensiero e rapidamente afferro di telefono con le mani che ormai sono ghiacciate è quasi incapace di digitare le lettere sulla tastiera.

dove il cielo si muove se lo guardi attentamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora