51. la pioggia di londra

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Roma, il caldo non era mai stato così incessante. Ormai entrambi i lati del mio cuscino sembrano essersi surriscaldati e per questo decido di abbandonare l'idea del riposo su quel letto che sembra essere diventato la bocca di un vulcano, spengo la televisione mi posiziono di fronte al mio armadio, cercando l'ispirazione su che vestiti mettermi per stasera ma quello che mi appare di fronte quando le ante si aprono non mi sembra altro che una montagna di pezzi di stoffa colorati.

Domani è il mio compleanno, questa sera Niccolò e gli altri hanno organizzato una piccola cena in un locale per aspettare insieme la mezzanotte ed io tra il caldo e lo stress dovuto all'università sembro aver perso tutte le mie forze.

Tornata qua a Roma ho dovuto riprendere i ritmi con l'università, molto più estenuanti di quanto lo fossero in Inghilterra e con l'inizio della sessione posso concedermi pochissimo tempo libero, che utilizzo per dormire, ovunque mi trovi, che sia a casa mia o da Niccolò dove sembra che ormai abbia preso la residenza. L'Erasmus è terminato e l'emozione che ho provato nel riabbracciare tutti i miei amici e anche i miei familiari è stata indescrivibile. Niccolò si è fatto trovare appena fuori dal gate con un mazzo di tulipani tra le mani, di fianco a mio padre che si divertiva a farlo intimorire con le sue occhiatacce quando di tanto in tanto ci scambiavamo qualche gesto affettuoso. Da lì io ed il mio ragazzo non ci siamo più separati tranne quando era costretto a andare in studio per lavoro. Dopo il nostro rappacificamento era tornato in Italia, seppur volesse rimanere con me per gli ultimi mesi restanti, ma aveva troppo lavoro da fare per concludere il disco, che uscirà proprio stasera a mezzanotte.

Perciò oltre al mio compleanno festeggeremo anche l'uscita di Peter Pan, il secondo album di Ultimo. Per quanto riguarda il lato artistico di Niccolò possiamo dire che sta andando tutto a gonfie vele: qualche mese fa a febbraio ha partecipato a Sanremo Giovani, non mi aveva detto niente della sua partecipazione perché sapeva quanto fossi impegnata con gli esami e non voleva che mi distraessi né che spendessi soldi per il volo (sapeva anche che non avrei mai accettato che me lo pagasse lui), ma com'era ovvio accadesse sono venuta a saperlo alla prima serata quando scorrendo nella mia home Instagram mi sono ritrovata video del mio ragazzo intento a cantare una canzone mai sentita prima. Mi sono incazzata da morire, gli ho urlato al telefono gli insulti peggiori ma mi sono trovata a sorridere come un'ebete quando per email mi è arrivato un biglietto aereo per Milano, dove si è fatto trovare Adriano con la sua macchina ed insieme allo abbiamo raggiunto a Sanremo. Non gli ho rivolto la parola per tutto il pomeriggio nonostante lui tentasse sempre di approcciare in modo diverso, ma poi sono stata costretta a lasciare andare la mia incazzatura quando il suo nome è stato urlato a gran voce da Claudio Baglioni che lo proclamava vincitore di quell'edizione.

Io ero incredula con le lacrime agli occhi e la bocca spalancata nel backstage, stretta tra le braccia di Adriano che urlava dalla gioia. La canzone che Niccolò aveva portato era bellissima, una poesia come tutte le altre che aveva scritto. Un inno a tutti coloro che si sentono imperfetti, pieni di incertezze. Una canzone per tutti, nessuno escluso. Ed era stata proprio la sua unione col pubblico che lo aveva aiutato a vincere, il suo essere semplice nonostante le sue canzoni siano tutto il contrario.

Dopo quella serata abbiamo festeggiato e tra un bicchiere di vino e l'altro ci siamo dimenticati anche della nostra discussione, ho finalmente capito che la vita è troppo breve per sprecarla in inutili litigate, Niccolò non è un carattere semplice né sempre comprensibile ma voglio vivermelo per quello che è, senza cercare di cambiarlo perché altrimenti non sarebbe Niccolò.

***

«Auguri splendida!» esclama Sara al mio fianco, alzando il calice di spumante mentre tutti gli altri la imitano tra le urla di gioia.

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