49. Neid - Invidia

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Non ci credo. A giudicare dall'espressione di Rüdiger, non è stato lui ad invitarla e mai si sarebbe aspettato di rivederla. Lorelai gli aveva fatto battere il cuore allora e, sebbene sappia benissimo che fu Rüdiger a troncare la relazione, la trovo fiera e meravigliosa; una vera signora. Ci ha visti subito, ma ha deciso di attendere che qualcuno andasse ad accoglierla. Rüdiger non ha potuto esimersi; mi ha lasciata tra le grinfie di Ernst Hoffmann, che senz'altro deve aver trovato qualcosa di interessante in me. Si era prodigato in un baciamano fuori luogo, spinto dalla convinzione che gli fossi stata destinata fin dall'inizio: il padrone di casa che gli ha porto i suoi omaggi, offrendogli qualcosa che - sapeva - gli sarebbe stato gradito. Mi sento fuori posto a parlare con lui; faccio scorrere le mani sul viso, imbarazzata dalla mia recitazione impeccabile, dalla lascivia che sgorga dai miei occhi quando lo guardo, fintamente grata per i suoi apprezzamenti. È come se non avessi mai visto altro uomo al mondo, come se le mie retine fossero irritate da una cortina di fumo, le labbra umide per qualunque altro motivo che non sia il nervosismo che me le ha fatte rimodellare atrocemente sotto i denti.

Reiner s'attarda ma, quando finalmente compare, desta l'attenzione di uomini e donne indistintamente. Anche Hoffmann si distrae, concedendomi una pausa dalla farsa. Quasi tutti riconoscono il maggiore - ora colonnello - von Hebel e gli sciamano attorno incuriositi, sbarrandogli la strada: è una celebrità in Germania e viene osannato come una star di Hollywood, suscitando l'ammirazione dei signori e affascinando le signore.

Com'è bello l'eroe di Stonne! Più bello che in fotografia! Che buon partito sarebbe! È un Principe! È scapolo! È un assalto, un'asta che lo vede preso di mira alla migliore offerente. Non posso dire che mi faccia tremare di rabbia, tuttavia sono disposta ad ammettere che mi disturba; che mi rende, almeno in parte, irrequieta.

Rüdiger e Lorelai si sono voltati; hanno fatto risalire quel chiasso all'apparizione di von Hebel e, nel mentre, fors'anche per un millesimo di secondo, hanno guardato da questa parte. Ho gli occhi scuri come la terra, diversi dai loro nei quali si ridipingono nubi minacciose e bagni lacustri, ma è una terra desolata, piagata dalla carenza di un amore nativo che non riesco a far affiorare. Sono davvero così arida? Accetto a testa bassa che un'altra donna venga a soffiarmelo via? No, certo che no. Se lui è il mio re, io sono la sua regina e, sebbene spesso l'abbia respinto servendomi di una corazzata di spine, riconosco che se mi batte il cuore è anche merito suo. Gli concederò un po' del mio sangue caldo, con tutto ciò che ne consegue...

«Con permesso» mi congedo da Hoffmann, che tende il braccio come a volermi richiamare a sé. Mi schiaccio tra i corpi di curiosi e pretendenti accanite, sgusciando fuori dal mucchio per ritrovarmi proprio davanti a lui. «Colonnello con Hebel» lo chiamo, straniandomi dalla consueta informalità con la quale mi rivolgo al Principe; «vi stavo aspettando.» Ho percepito un sussulto alla mie spalle, un chiacchierio sommesso, un appunto velenoso, ma anche il fischio di un uomo, che ripaga gli sforzi di Rüdiger nel rendermi simile a una bambolina. Ho sorriso cordialmente e Reiner ha annuito convinto, dimostrando agli ospiti, a tutti gli ospiti, di aver riservato una corsia preferenziale a una persona soltanto.

Ci allontaniamo fianco a fianco, a braccetto, e Reiner scalpita affinché lo introduca a Hoffmann. «Non fare sciocchezze o salta tutto» lo avverto, inclemente.

In verità, Ernst accoglie l'intromissione di Reiner come una prova del mio interesse, positivamente, mostrandosi aperto e conviviale. E quando, a un tratto, fa la sua comparsa anche la moglie di Hoffmann, mi si presenta un'occasione d'oro. Rüdiger e Lorelai si sono assentati per cercare un luogo più appartato in cui parlare - dalla direzione, direi la cucina - e non voglio assolutamente perdermi una conversazione così intima, in cui Rüdiger si metterà probabilmente a nudo. Proprio per questo, l'entrata in scena della moglie, una donna giovane dai polpacci massicci e dal viso tondo e simpatico come quello di una matrioska, mi fornisce il pretesto ideale per dileguarmi. Del resto, sarebbe logico sentirsi a disagio, visto che il caro maritino mi ha fatto delle avance anche piuttosto esplicite. Per di più, la signora, la cui sensibilità femminile, forse, l'ha portata a pensare che ci sia del tenero tra me e Reiner, non mi ha fatto saltare la copertura, facendo sì che anche il piano di Rüdiger potesse procedere.

Unsere Schatten - Le nostre ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora