9. "Siamo tornati ai cognomi? Credevo ti stessi innamorando!"

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La mattina successiva mi svegliai sentendo un peso sopra di me, Harry dormiva sdraiato a pancia in giù sul mio petto.
La testa riccia appoggiata all'altezza del mio cuore, le gambe intrecciate alle mie, i pugni chiusi contro i miei pettorali.

Sembrava un bambino, le labbra leggermente schiuse, l'espressione rilassata...

Senza ragionare lasciai che le mie dita scorressero su tutta la sua schiena, tracciandone il profilo dei muscoli -"buongiorno anche a te" -borbottò contro il mio collo, un brivido mi percorse tutto il corpo -"scusa, non volevo svegliarti" -dissi semplicemente.

Quando smisi di accarezzargli la schiena, Harry, mugugnò in senso di disapprovazione e allora tornai a muovere le dita sui suoi muscoli -"che cos'hai da fare oggi? Devi lavorare?" -chiese osservandomi con i suoi occhioni verdi -"sì ma non credo che ci andrò, nel pomeriggio la scuola mi inoltrerà i risultati dell'esame, devo essere pronto in caso di cattive notizie" -mormorai passando le mani tra i suoi ricci, lui chiuse gli occhi restando succube di ogni mio gesto...

"Secondo me sei andato bene, e al massimo ti darò ripetizioni dai" -rise accennando un timido sorriso -"hai la mia stessa età?" -domandai curioso, in quel momento sentimmo la casa farsi sempre più rumorosa. Si erano svegliati tutti, Harry scese dal mio petto e si sedette sul letto. Vicino a me.
Era ovvio che se qualcuno fosse entrato e ci avesse visti abbracciati sarebbe stata la fine per noi.

"Sono più piccolo di te, ne ho diciotto e tu quasi ventuno" -disse riprendendo il discorso da dove si era arrestato poco prima -"allora perché saresti disposto a istruirmi?" -mi passai la lingua sulle labbra per inumidirle, Harry sgranò gli occhi cercando di non farsi vedere. Missione fallita amico mio -"negli studi sono al tuo stesso livello, l'esame che hai dato tu pochi giorni fa l'ho fatto anche io e credo sia andata decisamente bene. Quando ero al penultimo anno di liceo mi hanno fatto fare due anni in uno" -ammise giocherellando con le sue stesse mani, si torturava le unghie come se fosse sotto pressione.

"Felice di sapere che anche in questo caso sei migliore di me" -risi ironicamente -"le tue battutine sono patetiche Tomlinson" -mi riprese cercando di restare serio il più possibile -"siamo tornati ai cognomi? E io che pensavo ti stessi innamorando" -gli feci l'occhiolino e Harry rise mettendosi una mano davanti alla bocca...

Quel gesto mi colpii, lo facevano solo le persone insicure del loro sorriso e non credevo che lui avesse una buona ragione per farlo, aveva un sorriso perfetto.

"Di te? Ma non scherziamo!" -scoppiammo entrambi in una fragorosa risata, per gioco lo spinsi e lui mi tirò facendomi finire sdraiato sopra di lui. Ci guardammo per un istante che sembrò infinito, fin quando qualcuno bussò alla porta della camera.

Immediatamente tornammo ognuno sul proprio letto, com'era successo la sera prima, quello a rispondere fu Harry -"avanti" -sulla soglia spuntò un ragazzo, alto sul metro e ottanta, capelli e occhi marroni. Indossava una felpa marrone e un paio di jeans neri, restai a guardarlo con aria scettica -"che cosa ci fai qui? Mi sembrava di essere stato chiaro quando ho detto di non volerti più vedere" -disse Harry fulminandolo con lo sguardo -"possiamo parlare? Da soli, ti dispiacerebbe uscire da qui?" -domandò nella mia direzione.

"Per prima cosa: non so chi tu sia e non ti permetto di parlarmi in questo modo, secondo: questa è camera mia, e terzo: me ne andrò solo se me lo dirà Harry. Non un tizio qualsiasi" -il riccio si agitò sul letto, sembrava troppo irrequieto. Si alzò e si avvicinò a me, si sporse contro di me e mi sussurrò all'orecchio -"non lasciarmi da solo con lui, ti prego"...

"Sono Nick, il ragazzo di Harry" -quelle parole rimbombarono nella mia testa stordendomi per un secondo -"esci da questa stanza! Non stiamo insieme! Non è mai successo nulla e mai accadrà! Vai via!" -esclamò Harry alzandosi di scatto e avventandosi sullo sconosciuto, lo spinse all'indietro fino a farlo finire con la schiena contro la superficie della porta.

Mi alzai dal letto e decisi di mettere fine alla discussione, Harry sembrava piuttosto scosso dall'arrivo di quel ragazzo, non che me ne importasse più di tanto.

Presi il riccio per i fianchi e lo tirai all'indietro, costringendolo ad indietreggiare fino al suo letto -"ehi basta, guardami" -i suoi occhi verdi mi osservavano, erano lucidi, come se stesse per piangere -"ti prego, mandalo v-via" -la voce sull'ultima parola fu talmente debole da risultare praticamente assente. Capii che quel ragazzo non era un suo amico, non si avvicinava nemmeno all'esserlo...

Per qualche strana ragione mi sentii in dovere di proteggere -"fuori da questa casa, immediatamente" -tuonai contro Nick, che stava ancora appoggiato contro la porta -"Harry, fammi parlare" -il riccio scosse la testa debolmente sussurrando -"non si discute, t-ti avevo detto che non v-volevo e hai cercato di f-farlo" -presi per un braccio il ragazzo e lo trascinai fino al corridoio.

Lo spinsi oltre la porta con più forza del dovuto dato che cadde a terra in ginocchio -"qualsiasi cosa ci sia stata tra di voi è finita, stagli lontano se non vuoi problemi" -"sennò che farai?" -aveva un sorrisetto maligno stampato in viso, voleva provocarmi. Perfetto.

"Non ti conviene metterti contro un Tomlinson, potrei rovinare la tu vita senza fare il minimo sforzo" -conclusi tornando dentro casa e lasciando che se ne andasse...

Se in casa non ci fossero stati anche i signori Styles avrei preso quel ragazzo a pugni, fino a fargli confessare cosa diavolo avevo fatto, anche solo la sua faccia mi faceva ribollire il sangue nelle vene.

"Louis, cos'è successo?" -domandò Gemma seduta al tavolo della cucina, non mi ero accorto che fosse presente -"nulla, una piccola discussione che ha riscaldato gli animi, ci ho pensato io" -accennai un sorriso senza sbilanciarmi, non mi piaceva raccontare cosa accadeva intorno a me, lo trovavo una mancanza di rispetto.

Salii le scale e tornai in camera...

Harry era nell'esatta posizione in cui l'avevo lasciato: seduto sul letto, le gambe incrociate e la testa nascosta tra le mani -"ehi" -mormorai richiudendomi la porta alle spalle, il riccio restò in silenzio -"stai bene?" -cercai di posargli una mano sulla spalla ma si allontanò di scatto, come se avesse paura -"Styles, che succede?" -ero impaziente di avere informazioni, dovevo capire cosa aveva fatto quel viscido -"nulla, solo un attimo di sbandamento... Di che stavamo parlando prima di essere interrotti?" -si stampò sul volto il sorriso più falso del mondo.

Non avevo mai visto nessuno mentire così bene.

"Oh fanculo, o mi dici quello che ti ha fatto Nick o possiamo anche smetterla di discutere" -decisi di mandare a farsi benedire tutti i convenevoli, non ero mai stato paziente in vita mia. Avevo bisogno di ottenere ciò che volevo all'istante.

Chi diceva che l'attesa era il momento più bello era un idiota senza cervello, era il periodo peggiore. Aspettare ciò che sapevi sarebbe arrivato...

"Esco con un amico, ci vediamo dopo" -prese alcuni vestiti dall'armadio e si rifugiò in bagno -"molto maturo Styles, scappare ti riesce proprio bene!" -esclamai rimasto solo.

Mi preparai anche io e in meno di dieci minuti fui pronto per studiare, dovevo assolutamente recuperare quell'esame. Ero sicuro che fosse andato male, non restava da fare nient'altro che preparare la lezione e aspettare i risultati.

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora