40. "Aprite quella porta! Aprite quella cazzo di porta!"

837 49 14
                                    

Uscimmo dalla doccia una ventina di minuti dopo, mi legai un asciugamano in vita e feci indossare ad Harry un accappatoio -"ti senti un po' meglio?" -chiesi abbracciandolo da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla -"sì, decisamente" -sorrise tristemente, riconobbi quella scintilla di tristezza nel suo sguardo -"dai, vieni qua che asciughiamo i capelli" -lo presi per i fianchi e lo costrinsi ad indietreggiare, fino a finire seduto sul bordo della vasca -"ma perché devo? Lascia che si asciughino da soli" -borbottò mettendo il broncio -"se hai intenzione di prenderti il raffreddore fammelo sapere, almeno non ti bacerò" -risposi semplicemente -"uffa, sei uno stronzo!" -sbottò passandomi l'asciugacapelli -"lo so amore, me lo dicono in tanti. E spesso" -tra uno scambio di battute fugaci e qualche bacio al sapore dell'aria del phone finimmo di prepararci.

Indossai i boxer e un paio di pantaloncini lunghi, guardando il mio ragazzo mentre si metteva dei pantaloni della tuta e la mia felpa verde, quella che gli avevo dato quasi una settimana prima -"non capisco se sia estate o inverno" -dissi guardandoci, sembravamo gli opposti anche in questo caso -"siamo due disastri apocalittici, sul serio" -commentò stendendosi nel letto. Come mi sdraiai mi ritrovai Harry steso addosso a me, le sue gambe incrociate tra le mie, la guancia appoggiata contro al mio petto e le mani, strette in due pugni, lasciate cadere contro le mie spalle -"domani sera cos'hai intenzione di fare? Alzarti in piedi sul tavolo e dire davanti a tutti che hai scoperto di essere gay e ora mi ami?" -chiese il mio ragazzo facendomi ridere, ma questi ragionamenti come riusciva anche solo a pensarli? -"no amore, direi che non è il metodo migliore" -risi accarezzandogli la schiena -"e allora come intendi agire?" -"non ci pensare adesso okay? Ci rifletterò domani, adesso pensa solo a riposarti" -erano le sei e mezza quando dovetti svegliare Harry, aveva continuato a dormicchiare per tutto il tempo.

"Piccolo, svegliati" -lo scossi leggermente, mugugnò in dissenso e si strinse meglio contro di me. Risi e iniziai a lasciargli una serie di baci a stampo su tutto il viso, per poi arrivare alle sue labbra e baciarlo lentamente -"mhm, ciao" -sussurrò soffiando sulla mia bocca -"dai, dobbiamo prepararci amore" -dissi semplicemente -"inizia l'inferno" -commentò mettendosi a sedere, si stropicciò gli occhi e in quel momento mi sembrò un bambino assonnato -"ci sono io" -lo rassicurai porgendogli una mano per costringerlo ad alzarsi in piedi. Mi diressi verso la mia borsa e indossai la camicia nera. Poi misi anche i pantaloni eleganti e guardai Harry: mi stava fissando mordicchiandosi il labbro -"che c'è? Ti piace ciò che vedi? Vuoi che faccia una giravolta per vedermi a trecentosessanta gradi?" -chiesi alzando un sopracciglio -"sì, mi piace quello che vedo. E per me puoi anche stare fermo sul posto, tanto lo specchio dietro di te fa il suo lavoro alla perfezione" -mi avvicinai a lui e gli lasciai un bacio sulla fronte -"dai cretino, vestiti su" -"hai sbagliato ad allacciare la camicia, sei pessimo" -rise mettendosi a un palmo dal mio naso.

Le sue dita piene di anelli sistemarono i bottoni, lui mi guardò sorridendo -"secondo te quale camicia dovrei mettere?" -senza pensarci esclamai -"quella nera!" -lui rise scompigliandomi i capelli -"perché?" -"motivo numero uno: quella ti sta divinamente e punto due: quella bianca è troppo per una serata del genere, con soggetti del genere" -spiegai inumidendomi le labbra, passandoci la lingua sopra -"sarei parecchio tentato di mettere l'altra solo per farti ingelosire ma non lo farò. Per lo meno non sta sera" -continuò ghignando con il labbro incastrato tra gli incisivi -"piccolo ancora non mi hai visto veramente geloso, ed è meglio così" -mi baciò velocemente, per poi andare verso l'armadio. Mi appoggiai contro al muro, le braccia incrociate al petto, mentre osservavo ogni suo movimento: si mise la camicia lentamente, allacciando i bottoni uno a uno. Lasciando comunque scoperto gran parte del petto e i suoi tatuaggi. Poi s'infilò i pantaloni e allacciò la cintura -"sei da togliere il fiato" -mormorai guardandolo come se fossi in trance -"devo mettere la cravatta secondo te?" -chiese guardandomi innocentemente mentre si portava agli occhi il pezzo di tessuto. Mi stava provocando -"sei pessimo" -scossi la testa mordendomi il labbro a sangue -"mi dai un bacio?" -risi e mi avvicinai a lui, tanto da premere le labbra sulle sue e allontanarmi dopo poco. Si sistemò i capelli con le mani, i suoi ricci iniziavano ad essere decisamente lunghi.

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora