38. "Che sta succedendo qui? Louis cosa?"

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Giovedì.

Era quel dannato giovedì tanto atteso da tutti: da me, da mio padre, da Harry, dalla famiglia Styles, e persino dalla stampa e dai social media. Dire che ero nervoso era un eufemismo bello e buono. Mi vestii in fretta e scesi al piano di sotto, stavo per uscire di casa quando un messaggio catturò la mia attenzione. Era Harry "mio padre ieri ha invitato Nick a casa mia. Dorme da noi, nella mia stanza, nel tuo posto".

Incazzato ignorai il messaggio e uscii di casa. Mio padre e una cinquantina di giornalisti mi stavano aspettando nell'enorme salone conferenze della Tomlinson. Salii in macchina e in meno di venti minuti fui lì, sospirai per l'ennesima volta. Questa giornata era iniziata male -"Signor Tomlinson, è felice di essere il capo da oggi?" -un giornalista riuscì a corrermi dietro, prima che entrassi nell'ascensore -"certo, moltissimo" -per fortuna le ante si chiusero quasi subito, facendomi tranquillizzare per qualche istante. Odiavo stare così tanto al centro dell'attenzione. Percorsi il corridoio principale ed arrivai in sala conferenze. Harry e la famiglia Styles erano lì. Come mi vide il riccio mi corse incontro, non importava che ci fossero quasi centinaia di persone.

Risi e allargai le braccia, Harry si gettò contro al mio petto. Lo abbracciai -"proprio antisgamo Styles" -commentai contro al suo orecchio -"shh, zitto, so che sei nervoso e quindi hai bisogno di un mio abbraccio" -"no piccolo, io ho bisogno di te. Punto e basta" -dissi cercando di resistere all'impulso di baciarlo davanti a mezzo mondo -"ho visto il messaggio che mi hai mandato" -dissi stringendo i denti -"non pensarci adesso okay? Ne parliamo dopo" -guardai mio padre e dissi -"ho bisogno di prendere una boccata d'aria prima del discorso, Harry vieni con me?" -se dovevamo fingere, dovevo anche essere credibile -"certo, se possiamo sì" -"mi sembra ovvio, andate pure"...

Spinsi Harry a seguirmi, camminammo in silenzio fino al mio studio. Passando per i corridoi vuoti, per fortuna i giornalisti si erano riuniti in sala conferenze. Lasciandoci liberi di scappare dalla folla. Aprii la porta dell'ufficio e spinsi Harry dentro, sbattendolo contro alla superficie di legno senza fargli male. Mi legò le braccia al collo e mi attirò in un bacio che di casto non aveva nulla -"quanto mi sei mancato" -sussurrai mordicchiandogli il labbro inferiore -"quanto mi sei mancato tu" -lasciai che le mie mani scivolassero sotto alla sua maglia, percorrendo il profilo dei suoi addominali appena accennati. Scesi a baciargli il collo, vedendolo mentre gemeva e piegava la testa all'indietro -"Lou" -era come se non lo sentissi, volevo solo che stesse con me. In quel momento -"Louis" -smisi di torturarlo e lo guardai negli occhi.

"Tra cinque minuti devi pronunciare il tuo discorso" -disse prendendomi il viso tra le mani -"la cena dove diremo della nostra storia sarà domani okay? Mio padre ha già avvisato il tuo" -mormorai portandomi i capelli all'indietro per sistemarmi. Avevo caldo, sicuramente le mie guance potevano fare competizione ad un pomodoro, e i pantaloni mi stavano stretti. Cazzo -"non vedo l'ora... Ma Lou, sta sera Nick" -mi presi un secondo per riflette, ricordai il terrore di Harry la prima volta che l'avevo visto -"lo so, sto cercando una soluzione ma non è facile. Non posso semplicemente andare a minacciare tuo padre, cazzo, perché non gli hai parlato di quello che ti ha fatto?" -oramai ero più nervoso per quella storia che per il discorso.

"Cosa avrei dovuto dirgli? Papà Nick ha provato a violentarmi tre volte?" -improvvisamente mi immobilizzai inorridito -"tre volte?" -"sì" -sussurrò abbassando il capo, capii che lo stavo facendo sentire peggio perciò mi avvicinai a lui e lo abbracciai -"andrà tutto bene piccolo, dimmi se posso fare qualcosa e lo farò" -si strinse contro al mio petto sospirando -"sta sera resta con me" -"cosa intendi piccolo? Vuoi che ti rapisca?" -chiesi dolcemente. Sembrava così indifeso da farmi male -"resta a dormire anche tu da me, Nick non potrà nemmeno avvicinarsi se ci sei tu" -annuì lentamente, accarezzandogli la schiena mentre lo tenevo stretto contro di me -"va bene amore, parla con Gemma. Lei può convincere tuo padre" -si allontanò giusto per guardarmi.

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora