23. "Ho paura Lou, so che domani mi struggerò per il bel Tomlinson"

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Gli accarezzai le spalle, lentamente -"che succede piccolo?" -chiesi preoccupato -"ho paura Lou... So che domani tornerò a struggermi per il bel Tomlinson, so che domani non riuscirò a svegliarmi e a guardarti in faccia senza scoppiare a piangere. E ti sto dicendo questo perché sei ubriaco, perché domani non ricorderai quello che è successo... Ma io si, io saprò tutto, ricorderò tutto" -tremai a quelle parole, la voce era rotta -"girati Hazz, voglio vederti" -dissi semplicemente, si voltò e si sistemò dall'altro lato della vasca. Le nostre caviglie che si toccavano, le nostre ginocchia che si sfioravano delicatamente.

"Io vorrei tanto dirti cosa penso, cosa vorrei, ma non mi crederesti perché ho bevuto. Ma c'è una cosa che non riesci proprio a capire, e questa cosa mi stupisce: sono un disastro Harry, ma non ti ho mai preso in giro, non ti ho mai usato solo perché mi andava. Domani ricorderò tutto, ogni istante passato dopo che hai attraversato la porta d'ingresso" -non mi fece aggiungere nient'altro, si inginocchiò e si avvicinò fino a catturare le mie labbra. Cercai la sua bocca disperatamente, le nostre lingue si intrecciavano come stessero giocando, le nostre mani s'impegnavano per arrivare a qualsiasi lembo di pelle...

Harry mi fece stendere le gambe e si mise a cavalcioni su di me, le sue ginocchia puntate ai lati delle mie cosce e le mani sulle mie guance -"sei sicuro?" -chiesi baciandogli dolcemente le labbra e passandoci la lingua sopra per delinearne il contorno -"sì Lou, sicurissimo" -aumentai l'intensità del bacio, avevo bisogno di sentirlo mio, anche solo per poche ore. Intrecciai le dita tra i suoi ricci, scompigliandoglieli ancora di più. Le mie mani scorrevano rapide sul suo corpo, fino a farlo raggiungere l'apice del piacere con delle semplici carezze un po' troppo spinte.

"Lou, ti prego" -sussurrò mordendosi il labbro, mi misi in ginocchio e lo feci sdraiare completamente, con le gambe distese. Per fortuna la vasca era abbastanza grande altrimenti non avrei mai potuto fare ciò che volevo, ciò di cui avevo bisogno. "Sei bellissimo" -sussurrai contro alle sue labbra, per poi sdraiarmi tra le sue gambe leggermente aperte -"tu lo sei, e ho bisogno di te, adesso" -insistette prendendomi per il collo e spingendomi contro alle sue labbra...

Piano feci scorrere le dita sulle sue cosce, fino ad arrivare al suo punto più sensibile, lo sentii respirare rumorosamente quando trovai il suo punto -"cazzo, sei stupendo" -dissi premendo leggermente le labbra sulle sue, volevo che andassimo piano. Dovevo ricordare ogni minimo e significante dettaglio -"respira Hazz, va tutto bene am... va tutto bene piccolo".

"Amore" volevo realmente chiamarlo in quel modo...

"Dio" -gemette piegando la testa all'indietro, con calma mi spinsi verso di lui per unire finalmente i nostri corpi. S'irrigidì di colpo e rimasi fermo, tenendolo per i fianchi per rassicurarlo -"tutto okay piccolo?" -chiesi iniziando a lasciargli alcuni baci a stampo sul collo, ogni tanto lasciavo anche qualche segno violaceo -"Lou, m-muoviti, ti prego" -sussurrò prendendomi il viso tra le mani e baciandomi con irruenza. Capii che non potevo perderlo. Che ogni secondo della mia esistenza l'avrei voluto passare tra le sue braccia.

"Lou" -gemette piegando la testa all'indietro, lo guardai un instante: le labbra arrossate e socchiuse, gli occhi serrati e alcune lacrime che scorrevano sulle guance e alcuni gemiti rochi che uscivano dalla sua gola. "Piccolo" -dissi raggiungendo anche io l'apice, era incredibile come lui riuscisse a farmi sentire maledetto ma allo stesso tempo degno del paradiso. Lentamente mi allontanai da lui, solo per sedermi e per accoglierlo tra le mie braccia.

Tornammo nella prima posizione, io seduto con le ginocchia piegate e le gambe aperte e lui accoccolato contro al mio petto. Con la schiena che combaciava perfettamente alla mia pancia -"mi sei mancato, mi manchi" -mormorai contro al suo collo -"sono qui Lou" -disse facendo calmare il respiro -"no Hazz, ti ho fatto del male e stai con me solo perché è il mio compleanno e sono ubriaco" -insistetti debolmente -"basta Louis, smettila" -sbottò voltandosi verso di me -"i-io" -"ora sono felice okay? Tu lo sei?" -domandò mordicchiandosi il labbro inferiore -"sì" -"bene, conta solo quello. Goditi il momento" -si avvicinò lentamente e ne approfittai per spingerlo contro di me e baciarlo violentemente...

Prese a baciarmi con foga, le sue mani erano intrecciate dietro al mio collo e la sua lingua esplorava la mia bocca con davvero poca lentezza. Ricambiai mentre presi lo shampoo e gliene versai un po' sui ricci oramai fradici -"mhm" -iniziai a lavargli i capelli mentre ancora mi baciava, attento a non fargli finire lo shampoo sugli occhi -"sei bellissimo" -sorrisi tra un bacio e l'altro -"e vorrei tanto baciarti altre mille volte ma almeno prima lasciati togliere lo shampoo" -io risi e lui mi colpì. Feci finta di mettere il broncio e immediatamente mi baciò dolcemente -"ecco, fa' quello che vuoi" -disse sorridendo.

Quelle splendide fossette e quegli occhioni verdi mi stavano facendo ammattire, sarei impazzito prima dei venticinque anni. Presi il doccino e gli lavai i capelli, facendo scivolare via tutto il sapone. Guardai attentamente le gocce e la schiuma percorrere il suo petto bagnato e quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva.

Quando fu a posto si sporse verso di me, prese lo shampoo e lo versò sulla mia testa -"Styles ti avverto: se mi farai perdere la vista ti ucciderò con le mie stesse mani" -rise e mi lasciò un bacio poco casto sul collo -"prima dovrai prendermi, e dubito che da cieco ce la faresti" -mormorò puntandomi i suoi occhi verdi addosso -"non sfidarmi Styles" -scoppiammo a ridere, poi lui iniziò a lavarmi i capelli. Le sue dita scorrevano sulla mia nuca lentamente, come se mi stesse facendo un massaggio per rilassarmi...

"Domani... come passerai il natale?" -domandai ancora con gli occhi chiusi -"con i miei genitori, purtroppo" -ammise continuando a giocare con i miei capelli -"perché non stai con me? Possiamo restare nel letto tutto il giorno oppure uscire, non devi per forza stare con i tuoi genitori" -borbottai leggermente in imbarazzo -"vorrei Lou, ma non posso... Insomma: ora dici questo perché sei ubriaco, e perché io ho avuto bisogno di correre da te... Però domani sarà tutto diverso e ti prego, questo non deve rovinare tutto, lasciami andare" -disse tranquillamente, riconobbi nei suoi occhi la scintilla di tristezza.

"Mi manca quello che c'era tra di noi" -sussurrai sospirando -"lo so Lou, manca anche a me... Ma è ancora il tuo compleanno perciò adesso voglio passare la giornata con te" -insistette semplicemente, cercai di non darci peso. Per un secondo dimenticai dello shampoo e riaprii gli occhi. Immediatamente il sapone mi fece imprecare -"cazzo, cazzo che male!" -esclamai chiudendo gli occhi di scatto -"calmo idiota! Sta fermo!" -Harry m'intrappolò le mani e prese il soffione della doccia. Lo mise sulla mia fronte e lentamente mi sciacquò il viso...

"Apri gli occhi Lou" -disse accarezzandomi le guance -"no, bruciano" -risposi mordendomi il labbro inferiore -"sei proprio un bambino, dai Lou" -immediatamente incontrai i suoi occhi verdi smeraldo -"va meglio?" -chiese accarezzandomi le guance -"sì, grazie piccolo" -gli lasciai un leggero bacio a stampo prima di alzarmi. Mi sporsi verso la parete e presi un accappatoio per poi indossarlo, sollevai anche un asciugamano e quando Harry uscì lo avvolsi completamente.

"Sei stanco piccolo?" -chiesi accarezzandogli le guance delicatamente -"un pochino" -sussurrò stropicciandosi gli occhioni verdi -"allora che ne dici se ci mettiamo a letto e ti faccio un po' di coccole?" -domandai sorridendogli dolcemente, prima di accompagnarlo fino alla mia stanza -"completamente d'accordo" -ridemmo e arrivammo nella mia camera. Mi misi un paio di boxer puliti e mi stesi sul letto -"ehm, Lou?" -mi richiamò arrossendo -"che succede piccolo?" -"posso rubarti dei boxer e una maglia? Non ho un cambio" -disse abbassando il capo -"certo piccolo, smettila di vergognartene!" -esclamai enfatizzando l'ultima parola.

Lo guardai attentamente, s'infilò dei boxer neri e una maglietta blu. Subito dopo, gattonò fino ad essere sopra di me e si sdraiò sul mio petto, le mani strette in due pugni sui miei pettorali, il viso nascosto nell'incavo del mio collo e una sua coscia tra le mie. "Sei sfinito piccolo, credevo fossi poco stanco" -risi accarezzandogli i ricci -"colpa tua, se mi stringi così perdo la concentrazione" -ammise quasi in un sussurro, anche se non lo vedevo sapevo che aveva gli occhi chiusi e le labbra socchiuse -"allora dormi piccolo, riposati" -dissi continuando a lasciargli carezze fino alla schiena.

Dopo una ventina di minuti si addormentò, sentii il suo respiro calmarsi e appiattirsi, il suo corpo alzarsi e abbassarsi seguendo il ritmo del mio respiro.
"Notte piccolo" -sussurrai, rendendomi conto che tanto oramai non sentiva mormorai -"vorrei tanto dirti che ti amo, ma te lo dimostrerò"...

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Spazio scrittrice:
Ehi amici, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Spero questa storia sia diventata parte di voi, perché per me é così...
Aspetto i commenti che tanto amo.
-Giorgia.❤️

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora