Erano le due del pomeriggio quando arrivò la telefonata, risposi al secondo squillo, un macigno mi si formò sul cuore e un groppo in gola mi impedì di respirare -"pronto?" -chiesi con un filo di voce -"buon pomeriggio Signor Tomlinson, sono il professor Morris, volevo comunicarle l'esito dell'esame svolto da lei qualche giorno fa" -più parlava più la mia agitazione aumentava, mi chiesi perché non potesse dirmi il voto senza tanti giri di parole.
"Ma certo" -"non ha passato l'esame, sono molto dispiaciuto per lei ma sappia che dovrà affrontare altre due prove per concludere definitivamente l'anno e quindi ha l'occasione di recuperare" -ammise accennando una lieve risata, fu più un sospiro in realtà -"certo, studierò, grazie mille" -commentai -"arrivederci"...
Come sempre, ad accompagnare la chiamata c'era una mail che mostrava nel dettaglio gli errori commessi durante lo scritto. La lessi. Avevo sbagliato tutto quello che non avevo capito, nonostante avessi studiato. Voleva significare che non ero pronto per svolgere un altro esame e che avrei dovuto fare molto di più per passare i test di fisica e di economia.
Preso dal nervoso lanciai il libro che avevo in mano contro la porta -"ehi! Mi stavi per colpire!" -esclamò Harry mostrandomi il volume di fisica che aveva in mano -"peccato che tu abbia buoni riflessi" -commentai semplicemente, appoggiando la fronte contro la scrivania -"hai ricevuto i risultati dell'esame vero?" -domandò il riccio sedendosi sul suo letto, lo diceva come se poche ore prima non avessimo neanche discusso -"già, immagino che tu sia stato grandioso" -ribattei sospirando pesantemente, ero nervoso e lui stava nettamente peggiorando la situazione.
"Immagini bene, ho finito gli esami e se vuoi posso aiutarti" -propose avvicinandosi a me e sedendosi sulla scrivania -"e poi cosa pensi di fare? Tenermi la mano mentre cammino per strada?" -mi alzai per allontanarmi da lui e mi sdraiai sul mio letto, con il libro di fisica sulle gambe -"sono serio Louis, se vuoi posso aiutarti a studiare, devi solo permettermelo" -ci pensai attentamente.
"Perché vuoi farlo? Cosa ci guadagneresti?" -feci la fatidica domanda, doveva assolutamente avere un secondo fine altrimenti avrei pensato che fosse molto strano -"l'amicizia del futuro capo di un'azienda miliardaria, le nostre due società devono collaborare. Ricordi? È nei miei interessi di futuro gestore aiutarti" -mormorò accennando un sorriso, come se quello sarebbe bastato per convincermi -"d'accordo" -"le lezioni proseguiranno tutti i giorni nel pomeriggio, iniziamo più tardi" -parlò lentamente, come se fosse l'unico modo per farmi comprendere.
Annuii poco convinto e tornai a sfogliare il libro...Harry restò seduto accanto a me ad osservarmi in silenzio, aveva un accenno di sorriso stampato sul volto, dopo qualche istante richiusi il libro e lo guardai con un sopracciglio alzato -"Styles, che cosa c'è? Smettila di fissarmi" -sbuffai rumorosamente stropicciandomi gli occhi assonnati, avevo assolutamente bisogno di riposare.
"Ho una domanda che mi vaga nella testa da questa mattina, da quando ci siamo svegliati" -ammise giocherellando con le sue stesse mani, era nervoso -"mhm" -mugugnai poco convinto -"la scorsa notte hai avuto un incubo, vorrei sapere se è un fatto ricorrente" -confessò rinchiudendo il labbro inferiore tra gli incisivi.
"Anche a me piacerebbe scoprire la verità su quello che ti ha fatto Nick... A quanto pare dovremmo imparare ad accettare le delusioni" -involontariamente saettai lo sguardo sulle sue labbra, erano arrossate per la continua pressione dei suoi denti -"eravamo amici, nulla di più... Una settimana fa eravamo ad una festa, ho esagerato con i drink. Nick ha aspettato che fossi ubriaco per provarci con me" -si posò una mano sul petto, all'altezza del cuore e prese un gigantesco respiro.
"Ha cercato di baciarti? È per questo che sei così scosso?" -chiesi alzando un sopracciglio con aria scettica -"non ha provato solo a fare quello... Ha cercato di trascinarmi a casa sua, e ci è riuscito, ha cercato di approfittarsi di me. L'ultimo ricordo che ho di quella notte sono le sue mani ovunque, poi per fortuna Niall, il mio migliore amico, ha visto che né io né Nick eravamo alla festa e ha capito. È arrivato di corsa a prendermi dato che non era ubriaco" -capii immediatamente cosa sarebbe successo se quel ragazzo non fosse andato a salvarlo...
Per un secondo il cuore iniziò a battere sempre più veloce, come se volesse uscirmi dal petto, e il fiato mi mancò.
"Mi dispiace Harry" -mormorai prendendogli una mano tra le mie -"bene, ora è il tuo turno, racconta".
Mi stupii della sua forza, riusciva a sorridere anche dopo aver detto cosa gli era successo, avevamo proprio due caratteri completamente diversi.Io, dopo aver sofferto, non riuscivo più a sconfiggere il vuoto che si era impossessato di me.
Lui, dopo aver sofferto, era riuscito ad affrontare tutto con il sorriso..."Questa mattina ti ho mentito, e sappiamo entrambi che si è capito, sono un pessimo bugiardo. Questi incubi sono ricorrenti... Più di quanto tu immagini... Più che sogni sono ricordi, attimi della mia vita che mi tormentano" -cercai di raccontare, ma era difficile, specialmente perché non mi fidavo di quel ragazzino.
"Mia madre e la tua erano migliori amiche vero?" -chiesi cercando di dare una direzione al discorso, Harry annuì guardandomi come se fosse incantato -"ti ha mai detto com'è morta? Dove? Per quale malattia?" -non sapevo perché stessi raccontando una storia del genere ad Harry.
Fin da piccolo avevo cercato le peggiori scuse e futili pretesti per odiarlo, eppure ora mi sembrava l'unico realmente interessato a me, ai miei problemi e alla mia vita... O forse era una mia illusione...
"Soffriva di Leucemia, giusto?" -la voce del riccio era debole, come se avesse paura di dire o fare qualcosa di sbagliato -"già, dopo aver lottato per due anni si è arresa. Ha accettato ciò che le stava accadendo... Quel giorno ero da solo a casa, mi ha chiesto se potevo darle una mano ad alzarsi e così l'ho fatto.
Mi ha detto che stava morendo, mi ha fatto promettere di essere felice, di essere forte... Le cose che può dire una persona sul letto di morte.
Si è spenta tra le mie braccia... Ed ecco cos'è che vedo quando chiudo gli occhi".Harry si alzò e mi porse una mano; gliela strinsi e mi misi in piedi, davanti a lui. Mi avvicinò posando una mano sul mio fianco e una sulla mia guancia per asciugarmi una lacrima.
I suoi occhi verdi mi guardavano dall'alto, mi passò il pollice sulla guancia accarezzando la pelle arrossata per il pianto -"non lo avevo mai raccontato a nessuno" -sussurrai completamente perso nei suoi occhi verdi -"mi dispiace tanto Lou" -intensificò ulteriormente la stretta sul mio fianco, costringendomi ad avvicinarmi -"mi piace questo soprannome" -mormorai mordicchiandomi nervosamente il labbro inferiore.
"Da ora siamo amici?" -chiese sospirando contro la mia fronte, eravamo troppo vicini ma allo stesso troppo lontani dato che era alto dieci centimetri in più di me -"amici"...
Cercai di calmare il respiro, dopo il racconto non mi ero neanche reso conto di star piangendo, Harry restò a guardarmi intensamente. Troppo.
"Posso baciarti?" -chiesi non riuscendo più a stargli vicino senza fare nulla...
STAI LEGGENDO
𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒
FanfictionLouis Tomlinson, erede di una delle associazioni più importanti del mondo: la Tomlinson corporation, è un ragazzo con molti problemi. Un passato difficile e un presente composto da donne e alcol. La solitudine, però, colpisce tutti. Anche i più pote...