39. "Con te in una stanza nessuno guarderebbe me"

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IMPORTANTE:
Ragazzi scusate se magari ritarderò a scrivere i capitoli, purtroppo non sto bene. Ho un sospetto di appendicite e tra le varie possibilità c'è quella che io debba andare in ospedale. Scusatemi se non sarò precisa con i capitoli... detto questo: buona lettura❤️

Desmond stava parlando con mio padre, appena entrammo Anne prese parola -"stavo pensando che forse sta sera Louis potrebbe restare a dormire da noi, almeno conoscerà il famoso amico di Harry" -"certo, Louis vorresti?" -chiese il signor Styles guardandomi senza tralasciare simpatia -"mi farebbe molto piacere, vi da fastidio se Harry mi accompagna a casa? Dovrei prendere almeno un cambio di vestiti" -mormorai convinto, il mio ragazzo rimase in silenzio annuendo debolmente -"no no, anzi, andate pure. Ci vediamo sta sera" -rispose Anne sorridendomi, abbracciai mio padre e presi Harry per un braccio. Per poi trascinarlo fuori dal palazzo.

Arrivammo alla mia macchina velocemente, uno accanto all'altro. Quando mi sederti al posto del guidatore finalmente riuscii a rilassarmi -"piccolo sta tranquillo okay? Sta sera ci sarò anche io con te" -"sì lo so ma" -"questo non ti rassicura del tutto" -lo anticipai quasi in un sussurro -"è che io non voglio neanche vederlo, ho sempre in mente a ciò che ha provato a fare. Le sue mani addosso a me, mentre cercavo di allontanarlo" -mi paralizzai un secondo, poi accesi la macchina e partii -"mi dispiace così tanto piccolo, avrei voluto esserci, ma adesso ascoltami: non ti succederà assolutamente nulla, non avere paura" -dissi posandogli una mano sulla coscia e iniziando ad accarezzarla dolcemente.

"Come mai hai deciso di portarmi con te? Era così difficile andare a casa da solo?" -chiese sorridendo, stava cercando di smorzare il suo umore -"beh piccolo, non volevo lasciarti troppo tempo con mio padre. Quando ci ha beccato hai quasi avuto un attacco di cuore" -commentai scambiando una serie di battute -"mi sembra ovvio! Ci stavamo baciando nel suo studio!" -esclamò coprendosi il viso con una mano, risi e aumentai la presa sulla sua coscia -"come se ti dispiacesse baciarmi" -commentai guardandolo di sottecchi -"ti odio" -sbuffò scivolando di più sul sedile, mettendosi comodo. Lasciai che la mia mano salisse fino al suo interno coscia. Poi la posai lì, notando che sospirava pesantemente.

"Oh andiamo Styles, un po' di controllo" -lo presi in giro ridendo -"pensa a guidare che non voglio morire in un incidente d'auto per colpa di un deficiente" -rispose piccato, mi morsi il labbro trattenendo un sorriso -"sei solo geloso perché non ti farò mai più guidare la mia macchina" -"cosa? Certo che la guiderò! Mi dispiace amore ma è inevitabile che succeda" -guardai la sua espressione soddisfatta, le sue guance rosse, i suoi occhioni verdi e le sue labbra... Le sue labbra.

"Te lo scordi Styles" -borbottai scuotendo la testa -"mhm, ne riparliamo" -arrivammo davanti a casa mia e parcheggiai al mio solito posto. Scendemmo e spalancai la porta di casa -"bentornato a casa" -risi guardandolo, Harry mi prese per i fianchi e mi avvicinò pericolosamente a lui. Premendo le labbra sulle mie -"che tu ci creda o no: mi sento a casa da quando ti ho visto sta mattina" -ricambiai al bacio permettendo alla mia lingua di giocare con la sua, al mio corpo di spingermi contro di lui. Petto contro petto -"ti amo Styles" -sussurrai sospirando -"ti amo Tomlinson".

Dopo un istante che sembrò essere infinito, io e Harry, ci separammo ricomponendoci -"devo ridarti la felpa vero?" -"certo che no, se ti piace puoi tenertela" -mormorai avvicinandomi all'armadio e estraendo una camicia nera e un pantalone dello stesso colore -"mi piace quando c'è il tuo profumo addosso" -ammise mordicchiandosi il labbro -"aspetta" -andai verso l'appendiabiti dietro la porta prendendo la felpa azzurra che avevo appoggiato sopra -"l'ho messa ieri sera per dormire" -spiegai guardandolo, Harry sorrise come un bambino e corse ad abbracciarmi -"come siamo diventati dolci Signor Tomlinson" -mormorò contro al mio orecchio -"solo con te Signor Styles" -risposi semplicemente stringendolo...

Era come se fossi stregato da lui e da tutto ciò che gli riguardava -"Gemma oggi ha detto che sa che le nascondiamo qualcosa" -ammisi guardandolo mentre indossava la mia felpa -"merda" -"non importa, domani sera tutti lo sapranno, non fa alcuna differenza" -dissi alzando le spalle, sistemai in uno zaino i vestiti che avevo scelto, poi aprii il cassetto del comodino e presi un paio di boxer e un paio di calze. Guardando poi la bandana che avevamo usato io e Harry qualche giorno prima -"so a cosa stai pensando, smettila subito" -borbottò Harry cingendomi la vita con le sue braccia. Non mi ero nemmeno reso conto della sua presenza dietro di me, ero troppo preso dai ricordi.

"Possibile che riesci a sentire i miei pensieri? Io questo lo chiamo maltrattamento!" -risi piegando la testa all'indietro per appoggiarla sulla sua spalla -"guarda il nostro riflesso nello specchio, sembri piccolissimo" -rise ignorandomi, controllai nel vetro la nostra immagine. Le sue braccia che mi stringevano la vita, le mie mani che accarezzavano le sue dita piene di anelli, e il mio corpo stretto contro al suo. Il suo metro e ottantatré che svettava contro il mio metro e settantadue -"dannata giraffa" -sbuffai rumorosamente -"sei bellissimo nanetto mio" -rise accarezzandomi la pancia -"stronzo non infierire" -mi lasciò un bacio a stampo sulla tempia e si allontanò.

"Hai realmente intenzione di vestirti in quel modo?" -chiese alzando un sopracciglio -"sì, perché?" -"sarai fottutamente bello, come tuo solito, e mi toccherà minacciare quel cretino di Nick. Scommetto che ci proverà con te" -scossi la testa -"piccolo fidati di me, con te in una stanza nessuno riuscirebbe a guardare me. E non farmi pensare a quell'essere, ho una voglia matta di spaccargli la faccia" -lo vidi immobilizzarsi, lessi sul suo viso un'espressione di paura -"sta tranquillo Hazz, non succederà nulla. Te lo prometto".

Mezz'ora dopo fummo di nuovo in macchina, Harry appoggiò la testa contro al finestrino guardando il nulla e restando in silenzio per diverso tempo. Ad un certo punto fui talmente preoccupato da iniziare la conversazione che oramai ripetevamo da sta mattina -"piccolo basta pensare" -"sono terrorizzato, da questa serata, da domani sera. Da tutto" -borbottò stropicciandosi gli occhi -"ti fidi di me amore?" -chiesi continuando a guardare la strada -"che domanda stupida" -sbottò sospirando rumorosamente -"rispondi allora" -"certo che mi fido Louis" -il mio nome per intero. Lo usava raramente, capii che era più serio del dovuto -"allora ascoltami quando dico che ci sono io, se hai paura basta che stai accanto a me" -lo rincuorai accarezzandogli il ginocchio e subito dopo la coscia -"okay... ora sono un po' stanco, tra quanto arriviamo?" -sussurrò rilassandosi contro alla mia mano -"due ore amore, dormi dai. Ti sveglio quando arriviamo" -annuì e appoggiò la testa contro al finestrino, per poi chiudere gli occhi...

Erano le due del pomeriggio quando arrivammo a casa dagli Styles, ad aprirci la porta fu Gemma -"ehi ragazzi, entrate. Mamma sta cucinando da quando siamo arrivati, credo che sta sera ci sarà una cena con i fiocchi. E papà è tornato nel suo studio a lavorare" -"va bene, io vado in camera. Lou, ti aspetto lì" -Harry si diresse immediatamente verso il piano superiore, Gemma notò la sua espressione spenta e mi fermò sulla porta -"cosa gli succede?" -"so solo che non è entusiasta della cena con Nick sta sera" -dissi omettendo gran parte della storia -"capito, stagli vicino" -"certo, lo farò" -conclusi salutando Anne e poi salendo al piano superiore.

Harry era seduto sul letto a gambe incrociate, chiusi la porta a chiave arrivai fino al letto. Piano piano gattonai fino ad essere davanti al mio ragazzo, mi sedetti sulle sue cosce e gli legai le braccia al collo abbracciandolo -"non so come farei senza di te" -sussurrò contro al mio orecchio -"non dovrai mai saperlo, non più" -mi accarezzò la schiena stringendomi, e intanto giocai con i suoi capelli dolcemente -"che ne pensi di andare a fare una doccia? Poi ci sdraiamo e aspettiamo che arrivi sta sera" -mormorò, capii che non era per niente tranquillo ma che cercava di convincere sia me che lui che la situazione fosse delle migliori -"certo piccolo, a che ora si cena?" -domandai alzandomi da lui e sporgendomi fino a prenderlo in braccio, mi legò subito le gambe in vita -"mamma ha detto alle sette precise" -"perfetto, abbiamo tempo per rilassarci".

Lo scortai fino al bagno, accesi l'acqua e intanto che l'abitacolo si riscaldava iniziai a spogliarlo lentamente...

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora