13. "Dai Lou, forse dovrei veramente sposare camille"

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Eravamo arrivati nel giardino di casa Styles.

"No, non posso" -balbettò indietreggiando -"ehi no" -dissi prendendolo per i fianchi -"non posso L-Lou, non ce la f-faccio" -disse con gli occhi lucidi, era fuori di sè -"ehi, guardami, andrà tutto bene e io sarò lì con te" -cercai di rassicurarlo -"e se il matrimonio avverrà? Non voglio, non sono innamorato di lei".

"Se avrai paura guardami, starò accanto a te per tutta la sera, mio padre parlerà con il tuo e lo convincerà. Finita la cena ti porterò in un posto" -finalmente riuscii a convincerlo -"va bene Lou, però non lasciarmi da solo con mio padre. Ti prego" -lo strinsi a me, abbracciandolo, aveva paura delle conseguenze e lo capivo benissimo...

"Dai riccio, risolveremo tutto" -mi lasciò un bacio sulla guancia e mi lasciò la mano.

Entrammo in casa Styles, c'erano già tutti gli invitati seduti al tavolo. I nostri padri capotavola, Anne e Gemma una davanti all'altra, accanto alla sorella di Harry c'era la presunta Camille e due posti vuoti.

"Scusate il ritardo" -mormorò Harry accomodandosi vicino alla sconosciuta, io mi sedetti vicino a lui -"dove siete stati!" -chiese mio padre sorridendo, evidentemente era felice per la mia apparente amicizia con il riccio -"gli ho presentato il mio migliore amico, sapete: per fare gruppo" -spiegò Harry inquieto, picchiettando un dito sul tavolo -"hai ragione, l'amicizia è importante" -esclamò Camille, il suo atteggiamento da diva fu stravolto dalla sua voce squillante e nasale...

Si sentiva anche superiore...Ma come diavolo faceva?

"Harry, non dici nulla a Camille?" -sorrise Desmond falsamente, evidentemente il figlio non lo stava sodisfando abbastanza -"con questo vestito sei incantevole, un vero piacere per gli occhi" -mormorò tra i denti, era un pessimo bugiardo. E stava impazzendo, era agitatissimo.

Da sotto al tavolo, gli posai una mano sulla coscia per calmarlo. Con la mano iniziai a fare dei movimenti avanti e indietro per lasciargli dolci carezze nell'interno coscia...

La serata passò normalmente, tranne quando Camille accennò il matrimonio -"vorrei sapere se le intenzioni di Harry sono serie" -Gemma sbiancò, Anne sospirò rumorosamente e mio padre colpì il tavolo -"certamente" -disse Desmond, Harry si irrigidì. Sapevamo entrambi che da un momento all'altro sarebbe accaduto un disastro.

Per la prima volta dopo tanto, Harry, si voltò nella mia direzione per incontrare il mio sguardo. Fu questione di pochi secondi ma notai nei suoi occhi la scintilla di panico, le sue iridi erano liquide.

Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai un -"andrà tutto bene, non ti preoccupare".

"Quanto ti ha pagato?" -esordì mio padre scioccando tutti quanti, persino Desmond strabuzzò gli occhi -"cosa?" -balbettò Camille -"hai sentito, non ti conosco Camille ma sono certo tu sia una brava ragazza. Probabilmente sei anche tu sotto al dominio di tuo padre e della tua società, perciò ora ti chiedo: hai veramente intenzione di sposare Harry solo per soldi? Scommetto che a tuo padre non servono. Ma forse vuoi fuggire e tu ne hai bisogno".

Mio padre sembrava fuori di sè, d'altro canto: Desmond aveva assunto un colorito rosaceo. Era stato colto in flagrante -"mi dispiace, scusa Harry. Con permesso" -Camille si dileguò fuori dalla casa praticamente correndo...

"Avresti venduto tuo figlio per soldi?!" -urlò mio padre alzandosi e invenendo contro il suo amico -"tu non l'avresti fatto?!" -Desmond fece lo stesso, sembrava stessero per fronteggiare -"no! La felicità dei nostri figli non deve dipendere dagli affari! Stai esagerando Desmond! Sei abbastanza potente da non dover vendere i tuoi figli!" -sbottò mio padre sempre più arrabbiato.

Harry, al mio fianco, tremava. Probabilmente sapeva che il padre se la sarebbe presa con lui per non aver difeso Camille -"basta! Adesso sono io a fermarvi! Desmond tieni Harry e Gemma fuori da tutto questo! Harry sarà il futuro capo ma non per questo sposerà una qualunque!" -questa volta fu Anne a parlare, e sentirla fu una liberazione per Gemma, per Harry e per me.

"D'accordo, avete vinto voi. Basta così" -disse Desmond arrendevole, aveva tutti i presenti contro. Non aveva senso continuare questa battaglia...

"Sul serio amico, non farlo, non rovinare la vita a un ragazzo di diciotto anni" -mormorò mio padre completamente calmo -"non sarà mai degno di essere capo, lo sarà solo per obbligo ma non meriterà mai questo titolo. Sia ben chiaro" -e così il signor Styles salì le scale verso la sua camera, dopo aver fulminato con lo sguardo il riccio accanto a me.

"Che serata... Mamma mia, mi dispiace Harry. Non ascoltarlo" -disse mio padre piuttosto calmo -"mhm, scusate ma ora voglio proprio andare a dormire" -il ragazzo si alzò dirigendosi anche lui verso il piano superiore.

"Ci penso io, ciao papà" -conclusi prima di seguire il riccio...

Quando entrai nella stanza trovai Harry steso sul letto, a pancia in su, mi avvicinai a lui tanto da sedermi al suo fianco -"ehi" -dissi semplicemente -"tuo padre è già andato? Dovrei ancora ringraziarlo" -mi guardò e rimasi senza fiato, alcune lacrime gli rigavano le guance -"oh no Harry, non dirmi che credi alle cazzate che ha detto tuo padre" -mormorai mettendomi seduto a cavalcioni su di lui.

"Però forse ha ragione, insomma, se non riesco nemmeno a stare con una donna non riuscirò mai a comandare una associazione miliardaria" -mi mise le mani sui fianchi per sorreggermi sopra di lui -"cosa c'entra il tuo orientamento sessuale con la tua efficenza come imprenditore?" -domandai alzando un sopracciglio in segno di confusione -"dai Lou, forse dovrei sposare veramente Camille".

Ci misi un secondo a comprendere, non poteva aver detto una cosa del genere. Lo fulminai con lo sguardo...

"Effettivamente sembravi piacerle, a cena ti mangiava con gli occhi" -iniziai a lasciargli alcuni baci sul collo, mordendo e succhiando alcuni lembi della sua pelle. Non potevo marchiarlo, altrimenti si sarebbe visto, ma nessuno mi vietava di di torturarlo a modo mio -"mhm" -gemette piegando la testa all'indietro -"non puoi sposarla, non te lo lascerò fare" -"oh sta zitto cazzo" -sbottò premendo le labbra sulle mie.

Fu un bacio confusionario, lingue che si intrecciavano e denti che si scontravano tra di loro. Cercavamo di avvicinarci il più possibile, anche se era impossibile. Una mia gamba era tra le sue cercando di unire i nostri bacini.

"Vorrei che Camille ti vedesse in questo momento, steso sul letto sotto di me. Con le labbra gonfie e arrossate per i miei baci" -dissi per poi arrivare al suo collo -"ah, Dio" -gemette sentendo le mie mani arrivare sotto la sua maglietta, a stuzzicare i suoi capezzoli...

Gli lasciai un altro bacio sul collo per poi lasciargliene uno a stampo sulle labbra, mi rialzai di corsa sotto il suo sguardo agghiacciante -"che cazzo?!" -sbottò Harry guardandomi -"andiamo, preparati, ti porto al mare".

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora