20. "Va bene L-Louis, dovevo averne l-la conferma"

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Harry si alzò dal letto e si rimise a sedere accompagnato da un gemito di dolore, scoppiai a ridere -"è colpa tua! Non prendermi in giro!" -esclamò stropicciandosi gli occhi.

Mi avvicinai a lui e lo presi in braccio, a modi sposa, per poi accompagnarlo fino al bagno. Accesi l'acqua della doccia -"pensi che i miei abbiano sentito qualcosa?" -domandò il riccio abbracciandomi e posando la testa sulla mia spalla -"no, altrimenti sarebbero venuti a controllare quale persona stavo uccidendo" -ribattei facendogli l'occhiolino.

"Fanculo" -sbuffò lui -"scherzo piccolo, è bellissimo sentirti gemere il mio nome" -sussurrai contro il suo orecchio -"sei osceno, lo sai?" -rise colpendomi sul petto -"e tu sei bellissimo" -mi legò le braccia in vita e mi fece avvicinare a lui, attirandomi in un bacio dove passione non c'era...

Finimmo di fare la doccia in meno di un quarto d'ora, Harry praticamente si era lamentato tutto il tempo per il male -"Styles adesso vorrei tanto mandarti a fanculo, sai?" -chiesi insaponandogli la schiena -"Tomlinson, é colpa tua se non riesco a camminare" -ribatté colpendomi sulla testa -"bastardo" -"stronzo" -ribatté -"cretino" -insistetti -"deficiente" -"idiota".

Quando rientrammo in camera il nostro scambio di battutine era bello che finito, ci accoccolammo sul mio letto, i signori Styles non avevano dato neanche la minima intenzione di voler salire e potevamo benissimo addormentarci, dato che la porta era chiusa a chiave.

Mi stesi sul letto, il riccio accanto a me con la testa sul mio petto, un mio braccio gli cingeva la vita e continuava ad accarezzargli il fianco...

"Lou" -mi richiamò -"dimmi Hazz" -sussurrai tra i suoi capelli -"perché l'abbiamo fatto?" -chiese lentamente.

Presi qualche secondo per pensarci: "perché tra di noi sta nascendo qualcosa", "perché siamo due amici un po' particolari", "perché ci andava di farlo", "perché infondo so che mi sto innamorando di te".

No. L'ultima non si poteva dire, nemmeno per sogno.

"Perché sei un bel ragazzo" -dissi senza pensarci -"oh i-io... Cavolo, stavo dimenticando di d-dover andare a dormire da Niall" -disse alzandosi, capii che stava mentendo e non solo per il tono della sua voce. Ma perché gli occhi gli si stavano riempiendo di lacrime -"Hazz" -lo richiamai.

"No, va bene Louis... I-Io dovevo saperlo, d-dovevo averne l-la conferma" -si mise di corsa un paio di pantaloni della tuta e una maglietta -"Harry, ti prego" -dissi avvicinandomi a lui -"stammi l-lontano, ti supplico" -indietreggiai come se mi avesse spinto -"resta qui, per favore" -sussurrai sentendo gli occhi pizzicare. Avevo combinato un disastro con l'unica persona che per me aveva fatto di tutto...

"D-devo andare da Niall, oh... buon compleanno Louis" -concluse uscendo dalla camera, mi resi conto dell'orario: mezzanotte e dieci. Buon compleanno a me.

Era l'una di notte quando chiamai il biondino -"Nello" -dissi sospirando -"ehi amico, che succede? È per Harry?" -chiese mezzo addormentato -"sì, mi dispiace l'orario ma devo sapere se sta bene" -mormorai mordicchiandomi il labbro inferiore, sapevo la risposta ancora prima che parlasse.

"Devo essere sincero?" -"sì Nello, assolutamente sincero" -sussurrai arrendevole, ero preoccupato -"ora sta dormendo, è arrivato da me piangendo... Non è riuscito neanche a spiegarmi tanto singhiozzava, non so cosa tu gli abbia detto o fatto ma lui è a pezzi" -mi sedetti sul letto sentendo il fiato mancarmi -"cosa diceva mentre piangeva?" -chiesi sentendo gli occhi pizzicare.

"Che è innamorato di te, che è un idiota e che vuole sparire. Che è un errore, che credeva di poter essere qualcuno per te ma si sbagliava" -"cazzo. No, no, no" -dissi lanciando il telefono per terra -"Louis? Louis? Ci sei ancora?" -ripresi l'oggetto -"s-sì" -singhiozzai malamente.

"Ascoltami amico: ho capito che hai paura di provare qualcosa per Harry ma sappi che sei già fottuto, il fatto che tu ora stia male dopo averlo ferito, il fatto che hai chiamato per vedere se stava bene, il fatto che lo guardi come se fosse l'ottava meraviglia del mondo lo dimostrano. Ora ti do un consiglio: lascia che si riprenda, per almeno due giorni, stagli lontano e io ti aggiornerò su come sta ok?" -disse Niall.

"Digli che m-mi dispiace, t-ti prego" -singhiozzai coprendomi subito dopo la bocca per calmarmi -"ci sentiamo domani Lou, ti chiamo io... Buon compleanno amico, oggi festeggia. Te lo meriti" -chiuse la chiamata e mi sentii morire...

Mi stesi sul letto e pensai a quel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli ricci, a quel sorriso che tanto mi piaceva, a quelle fossette che mi facevano impazzire, a quel suo corpo che tanto bramavo, a quel suo coraggio che tanto volevo avere, a quella voglia di amare che mi faceva invidiare di essere lui, a quella gentilezza che non capivo, a quell'altruismo che credevo fosse inutile.

Pensai a quanto avrei voluto tenerlo stretto tra le mie braccia, a quanto mi sarebbe piaciuto un suo abbraccio, a quanto avevo bisogno di svegliarmi la mattina con quella testa riccia addosso, a quante volte ancora volevo sentirmi tutt'uno con lui, un solo corpo...

Odiavo avere paura, odiavo sentire una cosa sbagliata giusta per me, odiavo dover ammettere di essere spaventato, e odiavo l'idea di innamorarmi. Ma era così: io mi stavo innamorando di quel ragazzino dagli occhi verdi, eppure per non ferirlo volevo allontanarlo, spezzargli il cuore per sempre.

Volevo farmi odiare, cercare di farlo stare lontano. Perché io ero un disastro, uno che distrugge qualsiasi cosa e qualsiasi persona gli stia accanto. Io ero così, e lui... Lui era vita, amore, gioia, felicità...

Lui era il sole, io la luna.
Lui era la pace, io la guerra.
Lui era la gioia, io la depressione.
Lui era la mia felicità, e io volevo distruggerlo per paura di soffrire.

Erano le sei del mattino quando uscii da casa Styles, presi la mia valigia e dopo aver salutato tutti mi diressi al primo taxi.
Dovevo allontanarmi da quella casa, senza di lui non aveva senso.

"Zayn?" -dissi rispondendo al telefono -"dove stai andando? Niall ha detto che ieri sera tu e Harry avete avuto una discussione, o qualcosa del genere.. Insomma: Harry è con Niall perciò tu dove stai andando?" -disse e sembrava preoccupato -"torno a casa ragazzi, scusatemi se non ve l'ho detto" -"ci vediamo a casa tua tra due ore, buon compleanno amico" -dissero entrambi chiudendo la chiamata...

Mi accomodai sul taxi, per tornare a casa ci sarebbero voluti almeno quaranta minuti -"da che cosa sta scappando?" -chiese l'autista, una donna, capelli grigi e occhi celesti -"non sto scappando" -sussurrai guardando fisso fuori dal finestrino -"oh sì, scommetto che sta fuggendo da una ragazza, o da un ragazzo. Non sono nessuno per giudicare l'amore" -rise, mi chiesi quante persone la chiamassero per fuggire.

"Per caso è un indovina?" -domandai ironicamente, lasciando che un sorriso spuntasse sul mio viso -"no, ma raramente un ragazzo prende il mio taxi con le lacrime agli occhi" -"allora è fortunata a non dover fare da psicologa a tutti" -commentai sorridendo -"qualunque cosa sia successo tra te e il tuo amore... Si risolverà, ne sono certa" -disse annuendo piano -"grazie".

In quel momento squillò il telefono, lessi il nome sul display: Hazz.

Presi coraggio e risposi -"Hazz" -"Buon compleanno L-Louis" -disse con la voce rotta, stava piangendo -"ti prego, vieni a casa mia più tardi, voglio parlarti" -dissi cercando di restare più impassibile possibile -"non p-posso Lou, n-non ce la faccio" -singhiozzò -"ti prego piccolo, ho bisogno di vederti, è il mio compleanno" -insistetti asciugandomi le guance con la manica della felpa -"tanti a-auguri Lou, t-ti voglio t-tanto bene" -"mi manchi" -sussurrai tra le lacrime...

Riattaccò il telefono, e mi sentii morire.

"Ehi piccoletto" -disse l'autista guardandomi dallo specchietto davanti -"mhm?" -singhiozzai asciugandomi gli occhi -"buon compleanno piccolo, si risolverà tutto" -sorrisi tristemente -"non credo, h-ho rovinato tutto" -ammisi -"l'amore supera tutto, non importa quante difficoltà troverete. Starete insieme, fidati di me" -dopo questo, mi accoccolai sul sedile e mi addormentai.

Un'ora dopo fui svegliato da due mani che mi scuotevano leggermente -"ehi piccoletto, sei arrivato a casa" -disse la donna sorridendomi -"g-grazie, quanto le devo?" -chiesi mettendomi a sedere -"nulla, buon compleanno" -scesi dal taxi con la mia valigia ed entrai nella mia villa...

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora