24. "Caro Harry, Non sono bravo con le parole.."

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Erano oramai due ore che Harry dormiva sdraiato sul mio petto, io ancora non riuscivo a prendere sonno. Controllai la sveglia sul mio comodino: mezzanotte. Feci delicatamente cadere Harry al mio fianco, attento a non svegliarlo, e mi alzai. Presi i suoi vestiti, ancora rimasti sul pavimento, e mi diressi in cucina. Piegai la camicia, i boxer e i jeans lasciandoli sul bancone. Poi presi carta e penna e iniziai a scrivere i miei pensieri, ciò che provavo ma che probabilmente Harry non avrebbe voluto ascoltare...

"Caro Harry,
Non sono bravo con le parole, anzi, sono un vero e proprio disastro. Sto cercando di scrivere questa lettera perché credo sia più facile esprimersi su un foglio di carta.
Quando leggerai questa lettera sarà mattina, i residui della notte passata insieme cercheranno di opprimerti. Non fare in modo che accada Styles...
Come dicevo, sarà mattina quando troverai questo foglio, ma ora che lo sto scrivendo tu sei nel mio letto. Stupendo come sempre mentre dormi. Hai gli occhi chiusi, un'espressione tranquilla, rilassata, e le labbra leggermente schiuse. Ecco cosa vorrei vedere tutte le mattine: il tuo viso assonnato e il tuo corpo premuto tra le mie braccia.
Ho combinato un disastro, ho parlato solo per paura di ammettere la verità...
Verità che sanno già tutti: io, Louis William Tomlinson, mi sono perdutamente innamorato di Harry Edward Styles.
Non è vero che io e te siamo stati insieme, non è vero che abbiamo fatto sesso. Io e te abbiamo fatto l'amore, è qualcosa di più che del semplice bisogno sessuale. Io e te ci completiamo Styles, tu sai esattamente quanto sono distrutto io e io so esattamente quanto sei distrutto tu.
Fare l'amore con te è la cosa più bella che mi sia mai capitata, perché è stato proprio in quel momento che ho capito che senza di te non volevo stare, che avrei tanto voluto svegliarmi con la tua testa riccia sul mio petto e il tuo corpo steso accanto a me...
Dire che ho sbagliato mi sembra un eufemismo, ti ho fatto credere di averti usato come giocattolino sessuale, ti ho fatto credere che non m'importasse di te.
Ma sai la verità, Styles? Sono un cazzone e sono fottutamente pazzo di te, del tuo modo di fare, del tuo modo di essere, di quelle cazzo di fossette che mi fanno ammattire, di quegli occhi verdi in cui mi perdo sempre.
Quando starai leggendo questa lettera sarò già lontano, ho deciso di allontanarmi per far stare bene te e me. Sarò a New York e tornerò il 28 dicembre...
Voglio lasciarti tempo per pensare e dirti che se ancora mi vorrai ci vedremo sulla spiaggia dove siamo stati, dove mi sono lasciato scappare un: "sei bellissimo" ed è lì che ho capito quanto cazzo fossi diventato importante.
Se il 28 dicembre, entro lo scadere della mezzanotte, non sarai lì capirò.
Quello che c'è stato tra di noi sarà un capitolo chiuso e mi trasferirò a lavorare a New York...
Mi dispiace di averti ferito così Harry, so che hai passato il giorno del mio compleanno con me ma ho notato nei tuoi occhi quella scintilla di distruzione, e quasi di disperazione.
Ho notato delle lacrime mentre facevamo l'amore, ti conosco da anni Hazz e anche se solo in queste settimane siamo stati insieme so capirti.
Stavi morendo dentro ma piuttosto che farmelo vedere stavi lì, in bilico tra il goderti il momento e il disperarti per il futuro prossimo.
Ti ho conosciuto, ho imparato a farlo, e so per certo che non cogli mai l'attimo. Sei sempre spaventato delle conseguenze, di quello che accadrà più tardi e so che venire da me per il mio compleanno è stata dura.
Specialmente perché sei fermamente convinto che io non provi nulla per te, che ti abbia usato per placare un mio bisogno sessuale...
Hazz, piccolo, non ho fatto l'amore con te perché avevo voglia e sei un bel ragazzo.
L'ho fatto perché ti amo, e forse l'ho fatto dal primo momento che ti ho visto... Anche se facevo finta di odiarti, trovando scuse pessime.
Ti amo, ti amo, e ti amo.
Spero di vederti nella data del nostro appuntamento, ti amo così tanto che fa paura, e sono fottutamente terrorizzato....
Qualsiasi cosa accada, non dimenticarmi. Io di certo non lo farò. Non ci riuscirei neanche volendo.
Con Amore,
Il tuo Louis."

Finii di scrivere la lettera e mi asciugai le guance, faceva male sapere di averlo ferito e di poter commettere nuovamente quegli errori. Avevo pianificato di partire sul momento, scrissi un messaggio a mio padre dicendogli di prenotarmi un volo, successivamente mandai un avviso ai miei amici e spensi il cellulare. Salii su in camera senza fare alcun rumore...

Mi avviai verso l'armadio per prendere una maglietta -"Lou? Che stai facendo? Che fai?" -sobbalzai e mi voltai -"avevo freddo, scusa" -mormorai mentendo completamente, mi sedetti sul letto -"non riuscivi a dormire vero?" -chiese sdraiandosi con la testa sulle mie gambe -"tranquillo piccolo, vieni qui" -rimasi seduto contro alla testiera del letto e iniziai ad accarezzare i suoi capelli, sparpagliati sulle mie gambe -"perché non provi a dormire? Magari se chiudi gli occhi.." -provò a dire, lo baciai per zittirlo. La mia bocca cercò la sua avidamente -"sto bene piccolo, torna a dormire" -dissi contro alle sue labbra.

"Hai gli occhi lucidi Lou, che succede?" -domandò guardandomi dal basso -"sono ancora mezzo sbronzo, credo sia per quello" -risi leggermente e sorrise, stavo palesemente mentendo ma forse non se n'era accorto. Mi passo una mano sulla guancia e immediatamente la intrappolai contro al mio viso, lasciandola lì -"sei bellissimo Hazz" -dissi ammirandolo -"anche tu Lou, sei meraviglioso" -mormorò sbadigliando -"torna a dormire piccolo, sono qui" -lo feci sdraiare e mi sistemai dietro di lui, accarezzandogli un fianco fin quando crollò nuovamente...

Mi alzai e feci la valigia nel silenzio più totale, misi qualche pantalone e qualche camicia. Poi prodotti ed ebbi finito, giusto ciò di cui avrei avuto bisogno per tre giorni in un'altra città. Infine, mi sporsi su Harry e gli lasciai un bacio sulla fronte -"mi dispiace tanto piccolo, ti amo".

Presi la valigia e lentamente uscii di casa, mi assicurai ancora una volta che la lettera fosse sul bancone ed uscii. Quando arrivai in macchina sentii un peso che mi comprimeva all'altezza del cuore, lo ignorai mettendo in moto. Accesi la mia playlist per evitare di pensare, la misi al massimo anche se la canzone che partì mi lasciò di sasso. Per un attimo dimenticai che stavo guidando verso l'autostrada. "Look after you" dei Fray mi faceva pensare a lui, a quanto mi sentissi da solo senza la sua presenza. A quanti errori avevo commesso e a quanto avrei voluto rivedere mia madre...

Guidai fino all'aeroporto. Erano le due del mattino quando presi il primo volo. Ero certo che quando i miei migliori amici si sarebbero preoccupati, anche se non c'era da sorprendersi se al primo ostacolo scappavo. Forse questa caratteristica me l'aveva tramandata Troy, il mio vero padre. Quello che non si era preso la responsabilità di crescermi... Per fortuna c'era Mark, la persona che consideravo veramente mio padre.

Erano le nove del mattino quando atterrai a New York, dall'aereo avevo assistito all'alba e dovetti ammettere a me stesso che non aveva senso un cielo stupendo senza quel ricciolino accanto. Presi il mio bagaglio e mi diressi verso il ritrovo dei taxi, mio padre mi aveva fatto prenotare una suite in un hotel di lusso a New York. Bene. Almeno mi sarei rilassato per non pensare, in compagnia del vino...

𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora