Arrivati davanti a casa Styles parcheggiai la moto e lasciai che il ragazzo dietro di me scendesse -"grazie Louis, ci vediamo domani sera" -mormorò porgendomi il casco che aveva indossato fino a poco prima -"a domani" -conclusi controllando che entrasse nella proprietà.
Sfrecciai, sulla mia amata moto, per tutti i vicoli della città sperando che non piovesse, dato che il cielo si stava pian piano riempiendo di nuvoloni grigi.
Il telefono nella tasca del pantalone squillo, costringendomi a fermarmi sul ciglio della strada -"pronto?" -"Louis, la copertura é saltata, papà vuole venire a parlarti" -disse Lottie tutto d'un fiato -"merda, non sarò a casa prima di venti minuti... E con questa chiamata sto perdendo tempo, ciao e grazie sorellina" -misi velocemente il cellulare al suo posto e premetti sull'acceleratore.Una multa in confronto alla furia di mio padre era nulla...
Arrivato a casa trovai il capo della mia famiglia seduto sulla poltrona di pelle del mio salotto, con le braccia incrociate al petto e le gambe accavallate. Aveva in mano una busta gialla."Sono passato per consegnarti i documenti del tuo primo affare ma non eri a casa, quindi, sono rimasto per aspettarti" -disse tenendo un tono di voce deciso, alzò lo sguardo per osservarmi. Richiusi la porta d'ingresso e mi avvicinai a passo lento, cautamente -"ero con il figlio degli Styles, ci siamo ritrovati al bar con gli stessi amici e l'ho riportato a casa" -spiegai sedendomi sul divano, proprio di fronte a lui -"hai deciso di dargli una possibilità anche se la sua famiglia non ti va a genio?" -chiese alzando un sopracciglio per scrutarmi con indifferenza -"no, gli ho solo dato un passaggio, nulla di più e non credo che tu debba farmi un interrogatorio di questo genere. Ora, se non ti dispiace, dovrei studiare" -mormorai passandomi una mano tra i capelli, non capivo il senso della sua preoccupazione -"in realtà avrei da farti fare una qualcosa di decisamente più importante: questa è la documentazione di un progetto che vorremmo attuare insieme agli Styles, ti lascio qualche ora per esaminare i vari protocolli" -sbatté sul tavolino davanti al divano una busta gialla, senza curarsi nemmeno di essere un po' delicato -"credo che mi servirà più tempo" -commentai alzando lo sguardo sui documenti -"d'accordo, tutto ciò che vuoi".
Si alzò dirigendosi verso la porta d'ingresso -"ti farò sapere la mia opinione entro domani sera" -promisi alzandomi a mia volta per seguirlo -"sai che non sono arrabbiato vero?" -finalmente sorrise -"davvero? Credevo che mi avresti spezzato l'osso del collo per la mia uscita di scena di ieri sera" -risi mordendomi il labbro inferiore -"vieni qui figliolo" -mi abbracciò scompigliandomi i capelli -"ti voglio bene Louis" -mormorò stringendomi tra le braccia -"anche io papà"...
Mi allontanai dall'abbraccio dopo pochi istanti.
Non ero un tipo affettuoso, non amavo gli abbracci e non mi riusciva bene dire quanto tenessi a qualcuno, ero un disastro con le parole e soprattutto con le persone.Rimasto da solo, mi risedetti sul divano, aprii la busta e iniziai a sfogliare le pagine scritte al computer. C'erano cifre, lettere e paroloni che non avevo mai avuto l'occasione di vedere.
La cosa che mi saltò subito agli occhi furono i colori utilizzati per indicare i nomi delle due società.
I Tomlinson in blu.
Gli Styles in verde.Almeno in questo, avevano avuto inventiva...
Lessi attentamente ogni parola, ogni riga, presi le mie considerazioni e scrissi un messaggio a mio padre, ovviamente ne avremmo discusso durante la cena del giorno dopo, era piuttosto logico.
Decisi di aver studiato abbastanza per la giornata, mi lanciai sul letto a peso morto e in meno di mezz'ora sentii le palpebre pesanti.
"Eccolo qui il mio bambino" -sorrise mia madre scompigliandomi i capelli con estrema delicatezza -"mamma" -mormorai avvicinandomi di più a lei -"piccolo, vorrei alzarmi, puoi aiutarmi?" -la sua voce era flebile, tormentata dalla malattia -"sei sicura? Non credo sia prudente, papà non sarebbe d'accordo" -mi avvicinai e le presi le mani, tremava -"per favore Boo" -usò il soprannome che mi dava da piccolo, annuii e l'aiutai a sedersi, mi posizionai davanti a lei -"mamma" -sussurrai vedendo che ogni secondo impallidiva di più -"Louis, ho bisogno che tu mi ascolti" -disse stringendomi i polsi tra le sue dita, annuii sentendo la vista appannarsi.
"Io me ne sto per andare piccolo, sto per morire" -"no, n-no" -la interruppi piangendo -"Louis, è così che stanno le cose... Ma voglio che tu mi prometta una cosa: giurami che ti permetterai di essere felice, che riuscirai ad amare di nuovo e troverai la persona che saprà capirti. Promettimi che sarai forte anche per me, che qualsiasi cosa accada ti ricorderai che ti proteggerò sempre, anche se tu non lo vedrai" -sussurrò con le lacrime agli occhi -"mamma no, t-ti prego n-no" -singhiozzai -"promettimelo amore, promettimelo" -"s-sì, te l-lo prometto" -la abbracciai e si strinse contro il mio petto -"ti voglio bene mamma" -dissi tra i singhiozzi -"ti voglio bene Boo, sii forte"...
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𝓂𝒶𝓎𝒷𝑒 𝓌𝑒 𝒻𝑒𝓁𝓁 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒
FanficLouis Tomlinson, erede di una delle associazioni più importanti del mondo: la Tomlinson corporation, è un ragazzo con molti problemi. Un passato difficile e un presente composto da donne e alcol. La solitudine, però, colpisce tutti. Anche i più pote...