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"Se ci sei tu, qualunque posto sarà casa mia."





«Sto bene» mormorò Taehyung una volta arrivato in camera sua.

«Non sembra, Taehyungie. Sono preoccupato per te, e anche Jungkook lo è.»

«Davvero?» domandò lui di rimando, in tono di sfida. Non riusciva a credere che il più giovane l'avesse cacciato dalla cucina, subito dopo quello che stava per accadere.

Subito dopo averlo quasi baciato. Perché era proprio quello che stava succedendo, no?

Un brivido gli percorse la schiena. Aveva desiderato che il maknae non si fermasse. Voleva dare la colpa a quel sogno, che era finito proprio quando aveva chiesto al più piccolo di baciarlo, e questo stava per accontentarlo. Doveva essere colpa di quel sogno, non c'era altra spiegazione. Non avrebbe mai voluto essere baciato da Jungkook altrimenti, giusto?

Eppure, in fondo sapeva di non essere così sicuro.

Ad un tratto sentì le braccia muscolose di Jimin avvolgerlo.

«Andrà tutto bene, Taehyungie. Vedrai che sistemerete...»

Sentì un pizzicore agli occhi e solo allora si rese conto di avere il volto rigato dalle lacrime. Lasciò che l'amico lo consolasse, sperando in cuor suo che avesse ragione.

In cucina, Jungkook aveva finito di lavare ed asciugare tutto, e guardando il suo operato sentì il desiderio di sporcare di nuovo tutto per continuare a pulire e non uscire più dalla stanza.

Aveva paura di dover affrontare di nuovo il maggiore. A parte il fatto che stava andando contro a ciò che gli era stato espressamente chiesto di fare, sicuramente ormai Taehyung si era reso conto dei suoi sentimenti per lui.

Rifletté su un modo per giustificare il suo tentativo di baciarlo, e la scena gli si ripresentò nella mente. In quel momento, si ricordò di come aveva effettivamente cercato di trattenere il suo impulso, e di come era stato Taehyung ad impedirgli di muoversi. Non si era sottratto a lui.

Perché diavolo...

Jimin entrò in cucina a falcate decise.

«Tu, brutto... deficiente!» lo insultò, afferrandolo per il colletto della maglia. «Ringrazia che il tuo volto ti serve, e che non voglio dare del lavoro in più alle nostre truccatrici, perché fidati, sono a tanto così dal prenderti a pugni, proprio ora!»

Jungkook lo guardò sconcertato. Alla porta apparirono Yoongi, Hoseok, Seokjin e Namjoon, incuriositi dal fatto che Jimin avesse alzato la voce col maknae.

«Chim, datti una calmata.» Yoongi aveva affiancato il ragazzo e gli aveva afferrato il braccio, per staccarlo dal più piccolo.

«Ma si può sapere che succede? E dov'è Tae?» domandò Seokjin, guardando prima i tre ragazzi davanti al lavello e poi Namjoon e Hoseok.

«Taehyung è in camera sua, ce l'ho portato io poco fa» rispose Jimin, pieno di risentimento, guardando negli occhi un Jungkook incapace di abbassare lo sguardo, colpevole.

«Non capisco che succede, ma cercate di tranquillizzarvi, per piacere. Chimchim, anche tu...»

«No, Hobi-hyung. Fa bene ad essere arrabbiato con me.»

Namjoon scosse la testa, appoggiato allo stipite della porta con braccia conserte.

«JK, è per quello che ti ha chiesto l'agenzia, vero?» chiese poi.

Jungkook sussultò. Come faceva lui a sapere? Ma certo, RM era pur sempre il leader.

Annuì.

«Io... Giuro che mi sto impegnando. Non voglio che si spargano voci su una mia ipotetica relazione.» Jungkook ripensò amaramente a quello come si erano comportate già una volta le sue fan, ferite a causa sua.

Rabbrividì all'idea che potessero fare una cosa del genere anche nei confronti di Taehyung.

«Aspetta... girano voci su te e qualcun'altra? Ma se in questo periodo riusciamo a malapena ad avere qualche ora libera e la passiamo tra di noi...» mormorò Jimin, incredulo.

«Non qualcun'altra», lo corresse Yoongi, alzando un sopracciglio, «ma qualcun altro.»

Jimin ci mise un attimo per unire i puntini.

«Tu e T-Tae? Ma...»

«Insomma, le nostre fan hanno creato delle ship per ogni coppia – e trio – possibile tra i membri del gruppo, e allora perché solo te e Taehyung siete stati richiamati dall'azienda?» domandò Hoseok, dando voce alla perplessità degli altri membri.

Quando guardò il maknae, una nuvola rosata a velare le sue guance, però, gli sfuggì un «ah».

Era improvvisamente chiaro il motivo di tanta preoccupazione: in qualche modo, alcune fan avevano fatto centro, con le loro supposizioni.

«Per piacere. Non dite niente a Taehyung.»

Seokjin si portò una mano alla bocca.

Era così, Jungkook era innamorato di Taehyung, e tutto questo non andava bene.

Yoongi e Namjoon, ovviamente, se n'erano già resi conto da tempo. Anche gli altri si erano fatti un'idea della situazione, sebbene se non avessero cercato di trovare fondamento ai loro sospetti.

Seokjin scosse la testa, arrabbiato. «Non è per niente giusto. In questo periodo stavi evitando Taehyung perché eri costretto a farlo...»

A quelle parole, Jungkook sentì i suoi occhi bruciare. Era vero, e odiava tutto questo, ma ora che qualcuno l'aveva detto ad alta voce si sentiva stranamente sollevato.

L'espressione di Jimin si era addolcita, ora aveva posato una mano sulla guancia del più piccolo, asciugando le sue lacrime con il pollice.

«Era da un po' che non ci mostravi il tuo lato piagnucolone, sciocchino. Perché non ce ne hai parlato prima?»

«Magari non possiamo fare molto per aiutarti, ma siamo al tuo fianco» continuò Seokjin. «Siamo i vostri hyung, ci saremo sempre per voi. Siamo una famiglia, no?»

Detto questo, andò ad abbracciare il ragazzo ormai in lacrime.

Detto questo, andò ad abbracciare il ragazzo ormai in lacrime

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