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"Mi sono incatenato in questo castello di sabbia

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"Mi sono incatenato in questo castello di sabbia.
Il fiore sbocciato nel giardino della solitudine, somigliava a te... Avrei voluto dartelo, dopo essermi tolto questa stupida maschera.
Ma so che non ne sarò mai in grado. Sono patetico. Ho così tanta paura.
Eppure ti voglio ancora."



Quando Jimin arrivò nel dormitorio, andò diretto verso la stanza di Taehyung. Appena fu abbastanza vicino, però, l'odore acre del tabacco bruciato entrò nelle sue narici, allarmandolo. Non di nuovo.

«Tae!» urlò, appena ebbe aperto la porta.

Davanti a lui, il minore stava fumando quella che doveva essere la quarta o quinta sigaretta, a giudicare dai mozziconi raccolti nel posacenere.

«Ti ha dato di volta il cervello?!» chiese il suo migliore amico strappandogli la sigaretta dalle labbra e spegnendola immediatamente. «Avevi detto che avresti smesso!»

«L'avevo fatto» si giustificò Taehyung, senza guardare negli occhi l'altro. A Jungkook non piaceva l'odore del fumo, per cui gli era venuto naturale abbandonare del tutto quel vizio, man mano che passava sempre più tempo accanto al minore. Ma ora che era tornato solo...

«E come mai hai ricominciato allora?» insistette Jimin, ma quando il più piccolo alzò la testa, ammutolì.

«È per Jungkookie, non è vero? Perché mollarlo, se devi stare così?» indagò ancora, facendosi spazio sul letto, accanto al castano.

«Non stavamo insieme» bofonchiò quest'ultimo di rimando, facendo innervosire il maggiore, che alzò gli occhi al cielo.

«Giusto... È per questo che l'hai baciato, dopo averlo rifiutato?» sbottò Jimin, arrabbiato e allo stesso tempo triste per i suoi amici. Aveva bene o male intuito perché la sua anima gemella si stava comportando così, e per quanto legati fossero, non aveva il diritto di dirgli come comportarsi.

«Come lo sai...?» chiese sconvolto Taehyung. Li avevano visti? Non era stato abbastanza accorto?

Il più grande gli accarezzò la testa, cercando di calmarlo. Non poteva certo dirgli di esser stato aggiornato da Yoongi, che a sua volta aveva saputo tutto da Jungkook poco dopo il fatto stesso.

«Allora, perché hai iniziato a fumare di nuovo? Lo sai che ti fa male» disse più dolcemente questa volta.

«La mia bocca... era troppo vuota. Non ce la facevo più» spiegò il più piccolo, portandosi una mano a coprirsi il volto. «Hai ragione, sai? Sto impazzendo.»

«Andrà tutto bene» sussurrò Jimin, passandogli le dita tra i capelli, mentre il castano riprendeva a piangere aggrappandosi alla sua camicia.

Taehyung faceva fatica a credere alle parole del suo migliore amico, ma sperava sinceramente che avesse ragione.

Gli si spezzò il cuore una seconda volta invece, quando l'indomani, sceso per la colazione, Hoseok condivise con lui ciò che aveva appena scoperto.

«Hai sentito? Jungkookie ha regalato il suo appartamento a Itaewon a suo fratello» esclamò deluso il maggiore, appena Taehyung ebbe varcato la soglia. «Non l'avevamo nemmeno mai visto» si lamentò poi con un broncio, mentre il castano prendeva posto sullo sgabello davanti alla penisola della cucina, sentendo improvvisamente le gambe molli. Il maggiore ebbe la tentazione di mordersi la lingua, ricordando come solo due giorni prima aveva assistito al crollo del maknae proprio a causa di Taehyung, e vedendo come quest'ultimo fosse sbiancato alle sue parole. Era evidente che qualcuno, quell'appartamento, l'avesse visto eccome.

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