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"Non voglio essere solo, voglio soltanto essere tuo

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"Non voglio essere solo, voglio soltanto essere tuo."


Non era la prima volta che Jungkook si dichiarava al maggiore. Ma era la prima volta che Taehyung si era - quasi - espresso a riguardo. Non aveva risposto, ovviamente. Questo anche perché Jungkook si era spaventato talmente tanto dall'espressione persa del più grande che aveva finito per zittirlo di nuovo. Non era ancora pronto ad essere rifiutato apertamente. Però le parole che aveva usato il castano gli davano speranza: gli aveva detto esplicitamente che c'era soltanto lui, e che sentire le dolci parole d'amore del più piccolo gli faceva piacere.
Questo lo portava a sperare. Jungkook sperava, si illudeva, ripensava alle esatte parole del maggiore, e poi sbriciolava le sue convinzioni, consapevole che se l'altro l'avesse amato, glielo avrebbe detto chiaro e tondo, non avrebbe esitato a rispondere.
E poi Taehyung lo guardava, mentre si esercitavano, quando dovevano registrare e si ritrovavano tutti davanti allo stesso microfono, durante le interviste. E i suoi occhi dicevano che lo desiderava, questo poteva sentirlo. Anche mentre si allenava, aveva lo sguardo del maggiore addosso.


Jungkook prendeva seriamente poche cose: la musica, la danza, e la sua forma fisica.
Al momento era impegnato con le sue flessioni di routine. Non aveva il tempo di andare tutti i giorni in palestra, ma qualche esercizio poteva farlo anche in dormitorio, senza le attrezzature.

«Jungkookie» aveva cantilenato Taehyung, fermo davanti all'ingresso della sua camera da letto. «Sei impegnato? Vieni a giocare alla play con me e Jiminie?»
Jungkook si voltò verso la porta, riuscendo ad avere la visuale delle gambe di Taehyung, coperte soltanto da un paio di pantaloncini della tuta.

«Lasciami finire questa serie, poi devo solo fare cinque minuti di plank, mi do una sciacquata e vi raggiungo» rispose il minore continuando i suoi push-up.

Taehyung osservò attentamente le gocce di sudore che ricadevano sulla fronte del corvino, scendendo poi a studiare il modo in cui i suoi bicipiti flettevano ad ogni movimento. Continuando il suo percorso, quasi si eccitò alla vista dei muscoli delle spalle e della schiena nuda che si alzava e abbassava, ma soprattutto il suo sguardo cadde sul sedere marmoreo del minore, sicuramente meno morbido del suo, ma perfettamente allenato e poderoso, come tutto il corpo di Jungkook, d'altronde.

Imbambolato com'era sui suoi glutei, con la bocca semiaperta, non si era accorto che il maknae aveva finito la serie ed era a metà del tempo dell'ultimo esercizio previsto, e ora il ragazzo più giovane lo guardava di sottecchi.

«Tae, se non ti conoscessi direi che mi stai scopando con gli occhi» lo canzonò maliziosamente, cercando di non mostrare al castano quanto quelle attenzioni lo stessero in realtà aggradando. Taehyung ci mise solo un attimo per riprendersi.

«Oh, ma lo sto facendo, Jungkook-ah. In realtà, stavo pensando di unirmi a te» disse, avvicinandosi e chiudendo la porta dietro di sé.

«Cos-» ma le parole gli si strozzarono in gola, quando sentì il peso del maggiore spalmarsi sul suo corpo per intero.

trivia: love [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora