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"Baciami sulle labbra, un segreto soltanto tra noi dueSono profondamente intossicato dalla prigione che seiNon posso servire altri che te e sapevo che il graal era avvelenato ma ho bevuto lo stesso"

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"Baciami sulle labbra, un segreto soltanto tra noi due
Sono profondamente intossicato
dalla prigione che sei
Non posso servire altri che te e sapevo che il graal era avvelenato ma ho bevuto lo stesso"

«Il palco è strettissimo» si lamentò Namjoon.
«La cosa che mi preoccupa di più è se saremo in grado o meno di fare la coreografia» spiegò Yoongi, diffondendo la sua preoccupazione nell'intero gruppo.
«Ho parlato con quelli della trasmissione» chiarì Song Hobeom, uno dei loro manager che era andato a parlare con la JBTV per discutere del loro live, mentre i ragazzi si passavano il cellulare per visionare il video del locale.
«È davvero stretto» mormorò Hoseok.
«Ti immagini se ci veniamo addosso e cadiamo per terra?» domandò Seokjin, cercando di alleggerire la situazione.
Il manager si schiarì la voce, riportando l'attenzione su di sé. «Come dicevo, ho parlato con lo staff della JBTV, e ho fatto loro presente che in queste condizioni sarà difficile dare il meglio di voi. Hanno capito quello che intendevo, e non ne hanno fatto un problema. Quindi volevo avere la vostra opinione a riguardo: ve la sentite di esibirvi, dando il meglio di voi? Nonostante gli impedimenti?»

Hoseok si alzò dal divano, annuendo. «Ovviamente. Però sarebbe il caso di fare delle prove.»
«Il fatto è che non ci esibiremo davanti ad una folla, le persone ci vedranno in tv. Per loro non sarà importante quanto le condizioni siano sfavorevoli per la buona riuscita della nostra performance, non sanno quanto stretto è lo spazio» concluse Yoongi. «Quindi dobbiamo semplicemente adattarci alla situazione e dare il duecento percento.»

Jimin scattò in piedi. «Suga-hyung e Hobi-hyung hanno ragione. Quindi diamoci da fare!»
In realtà, era molto nervoso. Gli succedeva sempre. Era un ragazzo ansioso, e gli imprevisti lo mandavano nel panico. Taehyung notò la sua espressione inquieta e posò una mano sulla spalla del suo migliore amico.

«Stai tranquillo, Jiminie. Andrà tutto bene» lo rassicurò, scompigliandogli i capelli.
Jimin gli sorrise, e tutti e sette si misero in posizione per provare la coreografia in uno spazio che si avvicinasse il più possibile a quello del palco del giorno dopo, delimitato dai divani e il tavolino della camera d'albergo. Anche Jungkook prese posto tra gli amici pigramente, un broncio a decorargli il volto.

Erano a Chicago da qualche giorno ormai ma, a parte la prima sera, il maggiore non si era più avvicinato a lui nemmeno per scherzo. Eppure si erano salutati in maniera carina, no? Non aveva fatto niente di male, vero? Però da quel momento non avevano più avuto modo di passare del tempo assieme, figurarsi da soli. Certo, erano davvero impegnati, però anche quel misero pomeriggio di pausa, il più grande aveva deciso di passarlo con Namjoon. Non che fosse geloso, però sperava che anche Taehyung volesse stare un po' in sua compagnia. Ma forse si era sbagliato.
D'altro canto, questo gli aveva dato modo di concentrarsi su altro.

«Va bene, ragazzi, fate qualche prova, giusto per capire come sistemarvi sul palco. Ma cercate di non fare tardi, avrete bisogno di dormire» si premurò di dir loro Hobeom, prima di abbandonare la stanza. Sarebbe stata una lunga serata, lo sapeva.

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