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"Perché agiti il mio cuore?"

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"Perché agiti il mio cuore?"


Quando il maknae arrivò in bagno, sentì qualcuno respirare pesantemente. Lì per lì credette di essere inciampato in una situazione piccante, e fu tentato di fare dietrofront e tornare ai servizi in un secondo momento, ma quando capì a chi apparteneva la voce andò quasi in iperventilazione.

Non poteva essere. Un'ondata di rabbia lo travolse. Taehyung che stava...

L'istinto prese il sopravvento sulla ragione, ed entrò nel vano con lunghe falcate. Non sapeva cosa avrebbe detto o fatto, ma doveva vedere.

L'immagine che si ritrovò davanti, però, lo travolse in un'altra maniera. Taehyung aveva una mano aggrappata al lavandino, e l'altra attorno alla sua gola. Stava sudando, i capelli bagnati appiccicati a ciocche sulla fronte terrea. Quando si accorse della presenza di Jungkook alle sue spalle si girò di scatto.

«V-vai... via...» rantolò, con difficoltà.

Jungkook prese coraggio e si avvicinò al ragazzo. «C-cosa ti prende?»

Gli poggiò entrambe le mani sulle spalle, e l'altro cedette e si inginocchiò, col pugno stretto sul petto ora, che si alzava e abbassava irregolarmente. Gli occhi erano gonfi di lacrime, e quando li alzò sul compagno, vide l'espressione preoccupata e addolcita di Jungkook, dopo talmente tanto tempo che non se la ricordava più.

«Hyung?» chiese Jungkook, la voce vellutata e bassa.

«N-non riesco a... Respirare...» disse con tono concitato.

Il minore prese il viso di Taehyung tra le mani. «Cosa succede? Cerca di c-calmarti, Tae...»

«Proprio tu...!» ribatté Taehyung, prima che la voce gli si strozzasse in gola di nuovo, e lui riprese ad ansimare.
Jungkook lo guardò con un rinnovato senso di colpa, conscio del fatto che probabilmente se il più grande stava avendo un attacco di panico ora era anche a causa sua.

Non sapeva come aiutarlo. Continuò a massaggiare il volto del ragazzo davanti a sé coi polpastrelli, cercando di asciugare le sue lacrime, finché non gli venne in mente l'unica soluzione che conosceva.

Non diede il tempo all'amico di scansarsi o di ribattere.

Attaccò le sue labbra a quelle di Taehyung.

Era un bacio casto, durò solo qualche secondo, neanche il tempo di assaporare le labbra carnose del più grande sulle sue, e un attimo dopo si era già staccato.

Il ragazzo di fronte a lui lo guardava spaesato, le spalle ancora scosse dai tremiti.

Non aveva funzionato, accidenti.

«I-io... L'ho visto fare in una serie tv» mormorò Jungkook, gli occhi fissati su un punto imprecisato della parete accanto a loro. «L'idea era di farti trattenere il respiro per bloccare l'attacco di panico. Non ero certo che avrebbe potuto funzionare, ma non sapevo che altro fare» disse tutto d'un fiato, evitando in tutti i modi di incrociare lo sguardo dell'altro.

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