«Ora sei mio» disse ridendo appena, coprendosi la bocca con la mano.
«Lo sono da sempre» disse Jungkook, appena percettibile.
Taehyung e Jungkook sono due membri dei BTS. Jungkook si accorge che ciò che prova per Taehyung va al di là della semplice...
A/N: Ci tengo a ricordarvi ancora una volta che ho preso spunto da fatti realmente accaduti ma assolutamente ho sviluppato la vicenda come più preferivo per dare una continuità alla storia, pertanto gli eventi potrebbero essere mescolati a random e non seguire la reale linea temporale, scusatemi 🙏🏽 Vi lascio al capitolo, buona lettura 💜
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"Sono un po' pericoloso, nemmeno io riesco a gestirmi. Non preoccuparti, le mie mani sono calde solo per te."
«Davvero non capisco... Posso buttare solo un 6...?» Jungkook lanciò un'occhiata seccata al maggiore, che stava selezionando con cura la carta da lanciare per continuare la loro partita a Uno. La sua scelta, ovviamente, si rivelò pessima, come tutte le precedenti.
I Bangtan erano giunti a Chicago da nemmeno ventiquattro ore e già stavano registrando un episodio di Run BTS. Il tema per quella puntata era "Sfida ai giochi da tavolo". Si trovavano in hotel al momento, e il regista aveva pensato che non sarebbe stata una cattiva idea sfruttare quel momento morto per rendere interessante la loro giornata. Tra jet-lag e tutto, infatti, nessuno di loro aveva voglia di farsi un giro in città. Il loro unico desiderio, una volta arrivati in America, era stato quello di andare a conoscere i letti delle camere d'albergo. Ma "lo show deve continuare". Quindi, dopo aver posato i loro bagagli - ognuno in una camera diversa, udite udite - ed essersi concessi un breve riposo, erano stati richiamati in una stanza prenotata apposta per giocare insieme.
«No, puoi buttare anche una carta gialla» spiegò Namjoon pazientemente, grattandosi la nuca, stupito dalla lentezza del suo dongsaeng nella comprensione delle regole di Uno.
«Hyung, vuoi venire nella mia stanza più tardi?» domandò di punto in bianco il maknae per sfotterlo, lasciando intendere che gli avrebbe spiegato il gioco a suon di pugni.
Tutti scoppiarono a ridere, ma Taehyung arrossì violentemente, abbassando lo sguardo, con l'effetto immediato di far imbarazzare anche il maknae. Non è quello che intendevo, pensò, anche se da quel momento non poté fare a meno di pensare a cos'altro avrebbero potuto fare nella sua camera, una volta soli.
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Jungkook stava leggendo un webtoon al cellulare, aspettando di addormentarsi in qualche modo, ancora scombussolato dal fuso orario, quando sentì bussare alla porta.
Svogliatamente, si alzò dal letto e si accinse ad aprirla.
«T-taehyungie-hyung?» domandò, improvvisamente sveglio. «Che ci fai qui?»
Il maggiore guardò dietro di sé, lungo il corridoio, e poi appoggiò una mano sulle labbra di Jungkook, spingendolo per entrare nella camera.
«Non urlare, idiota. Non dovevi insegnarmi a giocare a Uno?» chiese sardonico il più grande, lanciandogli il pacchetto di carte contro il petto. Il maknae l'afferrò al volo, e lo seguì sul letto.