thirty-five

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A lezione con la Celentano, mi venne assegnata un'altra coreografia ancora. La maestra stessa, a sua scelta, ha voluto cimentarmi in uno stile un po' diverso dal mio. Amava mettermi in gioco ed io non mi sarei opposta. Elena mi diede qualche consiglio su come apparire più sicura di me durante l'esibizione, perché sembravo sempre essere tirata e timorosa.
«Cosa ti ho detto l'altra volta?» chiese la Celentano.
«Che non devo avere paura di osare»
«Esatto. Tu puoi, devi solo capirlo» disse.
«Hai le carte in regola per mostrare il tuo bellissimo corpo, Vale. Stai tranquilla» disse Elena. Feci un piccolo sorriso e la ringraziai. Iniziai a ballare una terza volta, cercando di memorizzare i passi con le giuste correzioni. Niente punte, niente tacchi. Me e le mie solite scarpette da ginnastica. La canzone mi piaceva, mi stimolava, nonostante mi trovassi a disagio nel ballarla. Pensai ad Alex e al fatto che a lui sarebbe piaciuta tanto. Ed io so il perché.
Forse pensarlo mentre ballavo mi avrebbe dato lo scatto in più per farla meglio. Me lo immaginai dinanzi a me, su un sedia ad ammirarmi. No, non ce la facevo.
«Tutto okay?» domandò Elena, vedendomi bloccare nel bel mezzo della coreografia.
«Si, scusa davvero. Io-»
«Non preoccuparti, iniziamo daccapo» mi interruppe con un sorriso dolce.

Maledetto Alex.

Una volta tornata in casetta, mi lavai e indossai un pantalone di tuta nero e un top corto a maniche lunghe. Erano le quattro del pomeriggio e metà casetta era a lezione. Bevvi un bicchiere d'acqua e Carola mi sorprese alle spalle. Per poco non mi affogai, seguita dalle sue risate.
«Tu sei pazza» dissi, facendo un colpo di tosse.
«Oddio, avresti dovuto vedere la tua faccia» rise, portandosi una mano sullo stomaco. Luigi ci raggiunse e ci guardò divertito.
«Potevo morire» dissi, portandomi una mano sul cuore.
«Sht, esagerata» disse; «devo parlarti, comunque. Oggi non mi scappi» continuò.
Luigi si appoggiò al bancone della cucina, era pronto a fare da spettatore alla nostra conversazione.
«Non so proprio di cosa tu voglia parlare» risposi vaga.
«Cosa sta succedendo tra te e Alex? Sono rimasta agli avvenimenti del mese scorso, quindi dovresti aggiornarmi» disse, sedendosi sullo sgabello accanto al mio.
«Hanno fatto sesso» spuntò Luigi.
Lo guardai spalancando gli occhi. Era uscito fuori di testa per caso?
«No, no, no!» gli lanciai una banana contro. Lui finse di essersi fatto male e poi rise, seguito dalla ragazza al mio fianco.
«Hai davvero cercato di colpirmi con una banana?» domandò ridendo.
«Io- io ed Alex non abbiamo fatto.. quello» mi affrettai a dire. Sapevo di essere arrossita, sentivo il calore sul mio viso persistere.
«Ma eravate sul punto di farlo» ammiccò il mio amico. Non risposi, perché era vero. Se ci fossimo spinto oltre, forse sarebbe successo.
«Non ci credo! Davvero?» si portò una mano sulla bocca, Carola. Ringraziai il fatto che in questa stanza fossimo da soli, perché se qualcun altro l'avesse scoperto avrei cercato qualsiasi scorciatoia pur di scappare da questo interrogatorio.
«Basta, basta» li implorai.
«Ma ci sono le telecamere, siete impazziti?» domandò Carola.
«Qui ad essere impazziti sono solo i loro ormoni, Ca'» rispose Luigi.
«Voi due siete quelli pazzi qui» polemizzai.
«Quella mattina in cui non ti ho trovata a letto.. c'era la felpa di Alex gettata sul pavimento. Si può sapere cos'è successo?» domandò la riccia.
Feci mente locale e mi morsi l'interno guancia. Sapevo bene a cosa si riferisse. Il momento in cui io ed Alex abbiamo giocato, per la seconda volta, mettendo in ballo i nostri capi. Avevo la sensazione che qualcosa sarebbe andato storto quella notte.
«Chi ti dice che è sua?» domandai generica.
Carola fece per rispondermi ma il cigolio della porta ci fece voltare tutti verso colui che l'ha aperta. Alex.
«Oh, di male in peggio» sospirai, buttando la testa sulla superficie in marmo.
«Anch'io sono contento di rivederti» disse il ragazzo da lontano.
«Che cosa sta succedendo?» domandò poi. Avvertii i suoi passi farsi più vicini, le sue mani si appoggiarono sui lati del mio bacino scoperto.
Luigi fece dei finti colpi di tosse e a quel punto, alzai la testa facendola scontrare contro il petto di Alex, che si trovava in piedi dietro di me.
«Usate almeno i contraccettivi?» domandò Carola. Giuro che l'avrei presa a cuscinate dopo.
«Come scusa?» chiese Alex.
Appoggiai i gomiti sul bancone, coprendomi la faccia con le mani.
«Hanno iniziato loro» mormorai.
«Credo sia da persone normali avere domande in quanto voi due vi comportiate in maniera strana» disse lei.
«E questo ti permette di credere che noi due abbiamo fatto.. sesso?» disse Alex. Quella parola, detta da lui, suonava così eccitante. Dovevo smetterla.
«Possiamo cambiare discorso?» dissi.
La mano di Luigi si poggiò sulle mie, scoprendomi il volto. Rise nel vedermi imbarazzata. Sapeva bene che non ero abituata.
«Se avessi avuto gli occhiali qui con me, non avrei esitato un secondo a darteli» disse lui.
«Grazie» sbuffai.
«In ogni caso, non c'è niente di cui imbarazzarti. È normale» continuò.
«Ma non è successo» mi affrettai a dire.
«Non ancora» disse invece Alex, stringendomi i fianchi.
Chiusi gli occhi sospirando. Ormai non potevo farci nulla e ammonirlo sarebbe stato inutile.
«Siete carini, comunque» disse Carola, guardandoci. Nessuno dei due rispose. Non stavamo insieme e per di più, non ci era stato nemmeno un bacio. Ma questo nessuno avrebbe dovuto saperlo.
Iniziammo a parlare del più e del meno, delle lezioni e della prossima puntata. La sfida di Carola e quella di Alex. La prima sarebbe dopo andata dalla maestra a lezione; il secondo, appena rientrato, aveva già provato i pezzi da cantare.
La cucina man mano iniziò a riempirsi. Nicol venne richiamata da Maria per la presentazione del suo inedito, essendo stata prima in classifica.
La vidi correre nella sua camera e, curiosa, decisi di seguirla. Anche Aisha e Rea mi vennero dietro.
«Allora, Nicol, come ci vestiamo?» domandò la donna. Nicol, nel pieno vuoto totale, fece spallucce. Maria le consigliò di cambiare un po' stile, uscendo dalla solita monotonia. Le fece indossare una camicetta di Rea e dei leggings neri.
«Quei stivali sono i miei, eh» disse Maria, quando un paio di stivali venne portato in camera.
«Sei una bomba, Nic» dissi io, ricevendo approvazione da Aisha.
In stanza entrò anche Sissi, nella sua giacca gialla, e fece i complimenti alla ragazza che si ritrovò avanti. Quasi non la riconobbe.
«Rea, che dici se la trucchiano un po'?» chiese Maria, un ultimo piacere. La bionda annuì e prese la sua palette con pennelli. Basandosi sempre sui gusti di Nicol, uscì fuori un make-up davvero bello. Era pronta ed era stupenda. Avrebbe dovuto mostrare le sue forme più spesso.
«Ora, Nicol, hai la possibilità di portare cinque compagni in studio con te» disse la conduttrice.
«Le mie assistenti sicuramente» ci indicò sorridendo; «e poi Alex» disse.
Quando il ragazzo venne richiamato, entrò in stanza sorpreso nel vedere Nicol in quel modo.
«Come ti sembra, Malinconia?»
«È una rockstar» rispose lui sorridendo.
Una volta pronti, Alex si mise a capo fila, investendo le vesti di presentatore.
Salutando un finto pubblico di signori e signore, presentò a voce Nicol, la quale lo sorpassò in una timida passerella. Risi nel vederla così imbarazzata, poi indossammo i giubbotti e andammo agli studios. Una volta entrati nel grande spaziale vuoto, ci mettemmo seduti ai nostri banchi. Ricordo bene quando venni qui ad ascoltare, da sola, l'inedito di Alex. Mi scappò un sorriso sincero, poi la mia attenzione di spostò su Sissi che, imitando Maria, fece voce all'ingresso di Nicol.
La ragazza si mise al centro, iniziando a cantare. Poi venne interrotta dalla stessa conduttrice che ci diede il consenso di ballare.
Non ci pensai due volte prima di raggiungere Nicol e iniziare a danzare sul suono della sua voce. Anche Rea e Sissi mi seguirono. Aisha e Alex restarono al loro posto, ma non contenta, feci per avvicinarmi al secondo.
«Andiamo a ballare» lo spronai ma lui scosse la testa negando. Gli presi la mano e lo tirai verso di me.
«Dai, Alex, fallo per lei» dissi guardando Nicol divertirsi. Lui sembrò pensarci e, improvvisamente, si alzò. Lo guardai stupita, neanch'io ci credevo. E l'avevo convinto in un attimo, stavo migliorando.
Con ancora la sua mano nella mia, lo portai al centro del palco. Anche Nicol, nel vederlo, si mostrò sorpresa. Mosse di poco le gambe, andando a destra e a sinistra. Era così buffo che non potei non ridere. Mi fece fare una giravolta, tenendomi per mano e feci lo stesso con lui. Lo guardai ridere e forse non c'era cosa più bella che avessi mai visto. Canticchiò la canzone e mosse le braccia in strani movimenti.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora