Erano passati due giorni da quando io ed Alex avevamo dormito insieme. Ci ritrovammo l'uno avvinghiato all'altro, con le gambe intrecciate tra loro. Mi svegliai prima di lui, lo osservai per bene mentre riposava assonnato. Le sue labbra socchiuse e il respiro regolare che gli gonfiava il petto. Lo accarezzai delicatamente con il polpastrello dell'indice lungo il perimetro del suo viso. I capelli gli ricadevano sulla fronte e il filo di barba mi solleticò le dita. Rimasi ammaliata dalla bellezza di questo ragazzo. Era disarmante.
Arrossii al pensiero che quella notte lui si trovasse con me, nello stesso letto. Non avrei mai pensato che sarebbe successo. Credo di star sperimentando più cose qui, che quando ero fuori. La scuola, lo studio, la danza: era un loop uguale e infinito. Non mi hanno mai permesso di conoscere altre persone, tralasciando quei momenti di svago che mi permettevo ogni tanto. Ma come ho già detto, nessuno mi si è mai filato. E pensare che un ragazzo come Alex possa esserlo, mi creava mille dubbi in testa.
Ad interrompere i miei pensieri fu il suono della sveglia. Nonostante fossi già cosciente, ho dimenticato di disattivarla. Erano le otto del mattino, ed oggi Christian avrebbe compiuto gli anni. Non abbiamo più parlato da quel pomeriggio. Non ci siamo neanche più avvicinati. Il suo sguardo nei miei confronti era cambiato, era più spento, più vuoto. E quasi mi dispiaceva nel vederlo così. Decisi comunque, di preparagli la colazione. Forse sarebbe stato un modo per calare la tensione tra noi.
Dopo essermi lavata ed aver indossato una felpa e un leggings, andai in cucina. Mattia e Dario, che erano già svegli, iniziarono a sistemare i preparativi. Sissi e Rea iniziarono a preparare la colazione per tutti. Giunta ai fornelli, munita di ingredienti adatti, iniziai a cucinare. Infilzai le candeline e, con l'accendino di Luigi, le accesi. Feci segno ai ragazzi che li avrei raggiunti dopo, così che avessero più tempo. Raggiunsi la camera verde e la figura di Christian mi si prestò davanti. Dormiva, rinchiuso nelle coperte. Mi avvicinai man mano, iniziando a canticchiargli Tanti Auguri.
«Buongiorno» sorrisi, nel vederlo aprire gli occhi. Se li strofinò con le mani, e si mise seduto. I suoi occhi erano felici nel vedermi, nonostante tutto, lì in quella stanza. Appoggiai il vassoio sul letto accanto e feci per abbracciarlo forte a me. Le sue braccia non tardarono a ricambiare e mi godetti ogni istante di quel tocco.
«Buon compleanno, Chri» mormorai sul suo collo, per poi staccarmi.
«Mi hai davvero preparato una torta di pancakes al cioccolato?» sorrise.
«Dubitavi di me?»
«No, sono solo sorpreso. Grazie, Va'» mi disse. Gli sorrisi di ricambio ma, prima che addentasse la colazione, lo fermai.
«Vieni, che qui si sta scomodi» dissi, cercando un pretesto per farlo alzare. Lui annuì e fece per seguirmi in cucina. È stato più facile del previsto. Quando ci mettemmo piede, si innalzò un augurio generale dei ragazzi. Il ballerino al mio fianco sorrise sincero, non aspettandosi di trovarci tutti qui di prima mattina. Carola e Mattia corsero ad abbracciarlo, e man mano toccò a tutti. Tra piccoli dolci e succhi di frutta, la sorpresa a Chri ebbe buon fine. Anche se non era finita lì. Questa sera avremmo continuato, con musica e quant'altro.
«Non vorrei rovinare tutto, ma abbiamo palestra tra mezz'ora» ci informò Serena, che era seduta su Albe.
Iniziai a mettere a posto sul bancone dell'isola, per poi dirigermi in stanza per prendere lo zaino. Una volta pronta, mi diressi verso la grande struttura degli studios seguita da Carola e Luigi.Mentre gli altri si allenavano per conto loro, io e l'altra ballerina della Celentano indossammo le punte eseguendo diversi esercizi alla sbarra. Proseguimmo con i giri, catturando l'attenzione di Luca e Sissi i quali cercarono di imitarci fallendo. A metà lezione tolsi le scarpette ai piedi e restai scalza. Alla radio partirono diverse canzoni e iniziai a scaldare i muscoli delle spalle.
Concentrai lo sguardo dinanzi a me e mi bastò poco per notare come Alex mi stesse già guardando. Era lì, appoggiato alla sbarra, intrappolato nel suo solito completo nero. Aveva l'aria di chi avesse dormito poco, le sue leggere occhiaie lo dimostravano. Ma non avrebbe mai superato le mie.
«Va'?» sentii richiamarmi.
Scossi la testa velocemente, ricomponendomi. Ero rimasta a fissarlo come una stupida.
«Cosa?» domandai a Serena, che si era posta accanto a me.
«Niente. Ti ho vista assente, e forse ho capito il perché» ammiccò, guardando nella stessa direzione in cui io mi ero persa in precedenza. Arrossii subito, cercando di negare la sua credenza. Ma Serena, che era una grande intuitiva, non credeva ad una mezza bugia detta. Quindi mi arresi, dandole libertà di cantare vittoria.
Da quando i ragazzi me ne hanno parlato, ho riflettuto poco sul fatto che sappiano di me e del cantante. Certo, non sanno tutto nel particolare - e menomale, direi - ma, anche il minimo, lo conoscono. Veniamo spesso visti insieme, forse più vicini di quanto due amici dovrebbero. Adocchiano gli sguardi che ci lanciamo a vicenda. Quei momenti che, in primis, sembrano passare inosservati ma che agli occhi degli altri sono ben evidenti. E il fatto che mi abbiano dato dei consigli, aggiungendo la situazione di Sissi che ha smentito totalmente la mia teoria, mi ha sollevato abbastanza. Da un lato odiavo, però, che mi avessero vista con due ragazzi differenti. Non volevo far passare un immagine sbagliata di me ai loro occhi. Una me che in realtà non ero. Christian sembrava aver percepito un mio allontanamento e mi andava bene così. Nonostante lui volesse parlarne nuovamente, io preferivo che l'argomento venisse chiuso e sigillato.
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DIFFERENT | Alex Wyse
Fanfiction"Il mio stupido cuore aveva scelto, stupidamente, te" Dove il bianco incontra il nero. La fusione di due bolle e mondi diversi tra loro, che creeranno una storia d'amore completamente incasinata. Lei, con solo la danza nella testa. Timida, delica...