fifty-six

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«V.»
Mugugnai qualcosa, tenendo gli occhi incollati tra loro. Poi un bacio dietro l'orecchio, un altro sul collo. Mi spostai leggermente nelle coperte calde in cui mi ritrovavo, ma intenzione di svegliarmi non ne avevo.
«Devo andare in studio con gli altri, va bene? Tu hai lezione?» domandò piano, Alex, tenendo il suo viso nell'incavo del mio collo.
Nonostante non lo vedessi, sentivo il suo respiro colpire a lungo la mia pelle.
Scossi la testa e sentii un risolino provenire dalle sue labbra. Con l'indice mi spostò una ciocca di capelli dalla faccia, per poi lasciarmi un altro bacio leggero sulla tempia.
«Ti lascio dormire» sussurrò e si alzò dal letto, lasciando un vuoto al mio fianco.
Mi accoccolai meglio nel piumone azzurro, permettendo al mio cervello di riposare ancora. Questa notte l'ho trascorsa insieme ad Alex. Ricordo di essermi addormentata sul divano, e dopo un attimo mi ritrovai nel suo letto. Considerando che l'abbia fatto, tralasciando la presenza degli altri due sue compagni di stanza, diceva già tante cose. Alex si stava aprendo maggiormente, in generale. Non ci siamo spinti oltre, ma a pochi passi alla volta saremo giunti alla fine della corsa. Almeno, così speravo.

Dopo circa un'ora, un vociare indefinito si fece spazio nelle mie orecchie. Portai istintivamente le coperte sulla testa, ma in quel momento la luce venne accesa. Qualcuno prese posto sul bordo del letto, scoprendomi di poco. Strizzai gli occhi, segno che fui già sveglia.
Lentamente ne aprii uno, scrutando l'immagine di Alex con ancora il suo giubbotto marrone addosso.
«È successo un casino» sbuffò.
A quelle parole, decisi di rendere conscia me stessa, mettendomi a sedere. Le sue fossette balzarono fuori nel vedermi in questo stato, ma non ci diedi tanto peso.
«Cos'è successo?» chiesi, strofinandosi il viso con le mani, tentando di connettere alla realtà.
«Rudy» sbottò.
A quel punto, anche Luca e Luigi entrarono in stanza, seguito da Albe, il quale nascose un sorrisetto furbo.
«Mi ha mandato in sfida, contro Calma» continuò Alex, aspettandosi una mia reazione.
«Così dal nulla? Perché?» mi accigliai.
Il ragazzo fece per alzarsi e togliersi la giacca, restando con la felpa. Iniziò a camminare avanti e indietro, sotto i nostri sguardi, e poi mi rispose.
«Solamente perché ho espresso una mia opinione, dicendo, semplicemente, che uno come lui non potrebbe battere nessuno di noi» spiegò.
«Ha completamente ribaltato ciò che ha detto» disse Luca.
In stanza entrarono anche Aisha e Rea, che insieme a Dario restarono sull'uscio della porta. Mettendo in secondo piano le loro occhiate, portai l'attenzione sulle parole del ragazzo in piedi. Non potevo credere che Rudy abbia fatto una cosa del genere, abbastanza immaturo, direi.
Calma era il nuovo arrivato, a cui il professore aveva dato un banco, avendolo convinto ai casting.
Era bravo, con un bel timbro di voce ed orecchiabile. Ma addirittura fare una sfida solo perché si ha espresso un parere personale, anche no.
«E chi perde, va a casa?» fui io a chiedere.
«Non sappiamo se sia una sfida vera e propria, con quali finalità. Ma, contento lui, sono disposta a farla. Poi vedremo chi vince» fece un sorrisetto, Alex, modesto.
«Tranquilla, che il tuo gentleman non se ne andrà via» disse Carola, che si trovava sul letto di Luigi. Con lei, anche Serena e Cosmery si unirono alla conversazione. Quest'ultima, con sguardo indifferente, non fece altro che guardarmi. In realtà tutti. Perplessi dal fatto che mi trovassi nel letto del cantante, ed io stupida, che continuavo a restarci.
In risposta, lanciai un cuscino alla ballerina che, però, non riuscì a colpirla. Sfiorò appena il braccio di Luigi, che si mostrò divertito.
«Ma- perché sei nel suo letto?» domandò Albe. Come se non lo sapesse poi.
«Non sono nel suo letto» feci per alzarmi, ancora in pigiama; «non più» dissi.
Rea e Dario se la risero, mentre mi avviai verso la porta del bagno. Quando feci per chiudermi la porta alle spalle, la mano di Alex si mise in mezzo per impedirmelo.
«Non ho più privacy nemmeno in bagno?» sbuffai.
«Abbiamo fatto di peggio, in un bagno. Volevo solo chiederti se stessi bene» fece per chiudere la porta, affinché il vociare degli altri, diventasse un rumore ovattato.
«Sapendoti in sfida? Certo, alla grande» sospirai sarcastica; «per non parlare del fatto che mi abbiano vista nel tuo letto. È imbarazzante» continuai.
«Non preoccuparti» sorrise divertito; «sanno che non avremmo potuto far niente con Luca e Luigi in camera. E se anche fosse? Non è la prima volta che li lasciamo insinuare di qualsiasi cosa succeda tra noi» mi disse ed io lo guardai.
Il suo orecchino alato penzolava, mentre fece per alzarsi i lembi della felpa su metà braccio. Dannazione, quelle vene.
«V.» richiamò la mia attenzione.
«Mh?»
«Non pensarci, che ti si creano due rughe sulla fronte» rise ed io gli lasciai un pugno sulla pancia.
Ridendo, mi prese il volto tra le mani, lasciandomi un piccolo bacio a stampo. Lo guardai, fingendomi offesa, e lui fece per baciarmi ancora.
«Per tua informazione-» cercai di dire, ma mi baciò; «non ci stavo affatto pensando» un altro bacio.
Si staccò, scuotendo la testa rassegnato, e fece per guardarmi. La registrazione della puntata si sarebbe tenuta tra un paio di giorni, dei quali approfitterò per stare con lui. Non sopporterei il fatto che uscisse per questa banale sfida. Anche se sono certa che a vincere sarà lui.
«Dimenticavo che questo non è il mio bagno e che, quindi, non ho le mie cose» dissi, guardandomi attorno, dopodiché uscimmo insieme da quelle mura ristrette.
Luca era l'unico ad essere rimasto in camera, intento a stare al cellulare. Alex decise di seguirmi in stanza e mentre lui rimase fermo stante alla parete, io presi dei vestiti dall'armadio.
«Vuoi seguirmi anche in questo bagno? Di nuovo?» lo guardai.
«Se non ti dispiace..» fece il vago.
«Sei incontinente»
«Colpa tua» alzò le mani in segno di resa, avvicinandosi al mio corpo.
«Colpa mia?» domandai a poca distanza.
«Tua, del tuo corpo, della tua bocca» mormorò, soffermando il suo sguardo su quest'ultima.
Mi morsi l'interno guancia, e lo vidi umidire le proprie labbra con la punta della lingua.
Appoggiai delicatamente le mani ai lati del suo viso, sfiorando appena i nostri nasi tra loro.
Fu lui, nelle sue fossette, a lasciarmi un piccolo bacio. Chiusi gli occhi, dando libertà alle nostre lingue di toccarsi. Fece un passo avanti, al che indietreggiai. Quattro, cinque passi indietro, fino a che non fummo entrambi rinchiusi in bagno. Girò, distrattamente, la serratura della porta. Risi per il suo essere impacciato, e fece per zittirmi portando le sue labbra di nuovo sulle mie.
Le sue mani scesero lungo le mie natiche, e portai le gambe attorno al suo bacino. La mia schiena si scontrò sulla superficie della porta, spinse la sua inferiorità contro di me e sussultai nel sentire il suo rigonfiamento premere.
Portai le mani sui bordi della sua felpa, la quale gli sfilai velocemente, facendola cadere su una zona del pavimento. Fece qualche passo indietro, poggiandomi sul marmo del lavandino. Si staccò dal mio corpo, ed osservai a lungo il suo petto nudo. Ero in paradiso per caso?
Mi lasciò un altro bacio, dato rapidamente, per poi concentrarsi sul mio corpo. Con le dita portò giù i pantaloni del mio pigiama, restando in mutande.
Mi baciò prima le gambe, accarezzandole con veemenza. Si calò tra di esse, e vederlo in quella posizione mi mandò in estasi.
«Cantanti, raggiungiamo le gradinate»
«Merda» imprecò, fermandosi dall'agire.
Guardai il cipiglio sulla sua fronte e la delusione nei suoi occhi. Si alzò alla mia altezza, sbuffando.
«Sul più bello» piagnucolò.
Lo guardai divertita, seppur fossi triste che ci avessero interrotti proprio adesso.
Ritornai in piedi, indossando nuovamente il pantalone. Aprii la porta, aspettando che Alex uscisse. Quando lo fece, intento ad indossare la felpa, destino volesse che Crytical entrò in camera.
«Oh» si fermò all'uscio; «disturbo?» chiese, guardando prima me, poi il ragazzo al mio fianco.
«No» disse questo, facendo sbucare dall'orlo, la sua testa.
«Ero- ero venuto a chiamarti. Manchi solo tu» disse Francesco, calando lo sguardo.
«Arrivo» disse Alex, con disinvoltura. Come se non l'avessero beccato mezzo nudo, appena uscito dal bagno con una ragazza.
Francesco uscì, e il castano mi baciò velocemente, prima di seguirlo.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora