thirty-one

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Questa lezione la trascorsi con Giulia Pauselli e Simone. Avrei eseguito un passo a due con quest'ultimo attraverso il plexiglass. Era la prima volta che ci lavoravo insieme, e non mi ci trovai male. Mi venne incontro e mi aiutò nei passi con i suoi consigli. Per non parlare di Giulia, credo la mia preferita, sempre disponile e carina nei miei confronti. Ma quando la lezione terminò, sapevo bene che in casetta c'era un Christian ad aspettarmi. Sospirai prima di aprire il cancello e salire i gradini. In giardino c'erano Dario, Carola, Rea e Nicol i quali salutai per poi recarmi in camera. Mi sciacquai e indossai la mia tuta grigia, e poi andai alla ricerca del ballerino di hip hop. Si trovava nella piccola stanza arancione, dove ad esserci era solo un divano blu. Quando mi vide, spostò dalle sue gambe il computer e lo spense. Mi fece segno di sedermi accanto a lui e una volta preso posto sul divano, si strofinò il viso con le mani prima di parlare.
«Cosa ti prende in questi giorni?»
«Che intendi?» domandai.
«È la seconda volta che ti riprendo. Non so cosa stia succedendo, ma ti vedo distante da me» spiegò, persistendo il suo sguardo su di me. L'aveva capito, non era mica fesso.
«E non venirti a giustificare dicendo che è un momento no. Non credo possa dilungarsi così a lungo. Quindi dimmi, ti ho fatto qualcosa?» domandò ancora ed io scossi la testa negando.
«No, Chri. E anche se avessi un momento no, non devo stare appresso ai tuoi tempi» dissi stizzita.
«Lo so, scusa. È che non mi piace sentirti lontana, a volte ho voglia di stare con te ma quando vengo a cercarti, non ci sei mai» disse rattristito. E sapevo bene che il motivo per il quale non mi trovasse, era perché stessi con Alex.
«Mi dispiace, Chri» sussurrai, calando lo sguardo sul pavimento. Mi pizzicai le mani, come ero solita fare quando ero nervosa, e sospirai fortemente. Consapevole di ciò che ho fatto e consapevole del male che gli recherò. Ma fui così egoista che non sentivo fosse quello il momento giusto per dirglielo. Non potevo sbucare da un momento all'altro e dirgli: "Ehi, sai? Stavo quasi per fare sesso nel bagno della mia stanza con Alex".
No, proprio no.
Non potevo fargli una cosa del genere. Lui non se lo meritava. Non si merita nemmeno una come me. E se ci penso bene, neanche Alex.
Ci sono tante ragazze qui, e fuori da questo contesto, che sono sane di mente e che non giocano con i sentimenti degli altri. Perché si, è quello che stavo facendo. Lo stavo prendendo in giro, quando in mente mia pensavo ad un altro. E per di più, non avevo minima idea se fossi ricambiata. Nel senso- se Alex provasse semplice attrazione fisica per me? Se dopo Amici tutto questo che abbiamo costruito andasse distrutto? Anche se non avevamo costruito qualcosa di concreto.. ma avete capito cosa intendo, no?
«Ne parliamo un'altra volta, okay? Forse quando avrai le idee più chiare» disse Christian, vedendo il mio sguardo perso. Si avvicinò, per lasciarmi un bacio sulla tempia e sentii, in quel tocco, tutta la sua nostalgia.
Mi lasciò lì, da sola in quella stanza. Appoggiai la testa allo schienale e fui quasi sul punto di piangere. Che stupida che ero.
«Oi» la voce metallica della conduttrice tuonò nel piccolo spazio arancione.
«Ciao, Maria» dissi, cercando di risultare convincente.
«Come stai?» mi chiese dolcemente. Scossi la testa, reprimendo le lacrime.
«Non lo so» mormorai, appoggiando le mani sul viso.
«Hai parlato con Christian?»
«Ci abbiamo provato ma non siamo andati fino in fondo. Non ci riesco in realtà. Non voglio farlo star male» risposi; «ma credo che lo abbia fatto già. Ed è tutta colpa mia» continuai.
«Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno decidere chi amare» disse.
«Amare? No, no. Non è per amore. Io non sono innamorata, credo che mi ci voglia tempo per esserlo veramente» mi affrettai a dire.
«Però ti piacciono, no? Ed è normale che uno possa piacerti di più rispetto all'altro» mi spiegò. Sospirai profondamente. Sapevo che Maria avesse seguito per filo e per segno tutto il mio percorso.
«Lo sanno tutti ormai» sbuffai.
«Tutti tutti, no. Il pubblico sa di te e Christian. Ma ho deciso di non mandare in onda niente che riguardasse te ed Alex» disse. I miei occhi si aprirono di colpo alle sue parole.
«Davvero?» domandai, ricevendo una sua conferma.
«Non capisco.. perché?» chiesi.
«Perché il vostro è un rapporto complicato. Penso che questo lo abbia notato anche tu. E non mi pare opportuno montare immagini di voi due in situazioni poco consone» canzonò, come se sapesse a cosa alludevano le sue parole. E si, sapevo bene a cosa.
«Oh, dio. Scusa, Maria, scusa davvero. Io gliel'ho detto che siamo in un programma televisivo, ma Alex sembra non volermi mai stare a sentire. E non mento se dicessi che oggi ho preso io l'iniziativa. Non so nemmeno il perché stia qui a spiegartelo, è imbarazzante e-»
«Calma, calma. Sei partita a raffica» se la rise la donna mentre le mie guance si fecero rosse.
«Non oso immaginare cosa tu abbia visto. O i professori, oppure la produzione» dissi entrando nel panico.
«Tranquilla, non guardiamo mica tutti i momenti ventiquattr'ore su ventiquattro. Mando in onda solo ciò che ritengo opportuno, o qualcosa che possa creare interesse» disse.
«Ti ringrazio, comunque. Sai, per non aver trasmesso nulla su di noi. Anche perché, parliamoci chiaro, non c'è nulla tra me ed Alex. Quindi con che pretesto ci avresti dovuto mostrare?» feci una risatina isterica.
«Più avanti vedremo. Tu adesso pensa a chiarire con Christian e fai pace col tuo cuore» mi disse Maria, prima di salutarmi e chiudere il collegamento.
Non aveva tutti i torti. Chi meglio di lei avrebbe potuto darmi dei consigli?
Né la mia famiglia, né le mie amiche avevano idea di cosa stesse succedendo qui in casetta. Non volevo alludere a niente di concreto e avevo paura che si sarebbero sparse voci infondate.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora