sixteen

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Sentii scuotermi leggermente, mentre il mio nome veniva sussurrato alle mie orecchie. Lasciai un verso stanco e sospirai, accoccolandomi meglio al piumone caldo.
«Sono le dieci e mezzo, hai lezione tra un po'» disse ancora.
Mi leccai le labbra, quando poi feci mente locale e mi ricordai di essere a letto con Alex. Ho davvero dormito con lui? Non era previsto questo. Dannazione.
Aprii subito gli occhi e li stropicciai con le mani, per poi mettermi a sedere, scoprendo il suo corpo che fino a qualche minuto fa era avvinghiato al mio.
«Farò tardi, tardissimo» mormorai ancora mezza addormentata.
«Hai tempo per prepararti se alzi il culo e ti sbrighi» disse, facendomi voltare verso di lui.
«Grazie del consiglio, non ci avevo pensato» dissi sarcastica, per poi sbuffare e alzarmi da quel letto, sentendo un verso straziante da parte sua.
«Che c'è?» gli chiesi, mentre si portava le braccia sotto la testa.
«Devi proprio andare?»
A vederti così, vorrei restare ancora un altro po'. Ma repressi questo desiderio nella mia testa.
«Sì, altrimenti la Celentano mi sbatte fuori di qui» risposi, avvicinandomi alla porta.
«Allora è meglio che tu vada. Se tu uscissi non avrei nessun altro da punzecchiare» disse.
«Dovrei offendermi adesso? Aspetta-» feci per asciugarmi una finta lacrima che lo fece sorridere.
«Stai tardando» mi ricorda.
«Vado, vado» alzai gli occhi al cielo, per poi chiudermi la porta alle spalle, trattenendo un sorriso che mi portavo dentro. Non ci credevo che mi sentissi così per un ragazzo, la me di qualche mese fa sarebbe sconvolta da ciò che sta succedendo qui dentro.

Entrai in camera, senza la presenza di Serena e Carola, presumendo fossero già a lezione. Dopo una doccia veloce, indossai le calze con sopra la culotte e un top sportivo. Presi la gonna in cotone che spesso utilizzavo per il classico, e le punte.
Quando andai in cucina, incontrai Alex e Christian seduti al tavolo. Ma non era a letto?
«Buongiorno» mi sorrise Christian. Se solo sapesse quanto imbarazzata fossi.
«Esci così?» domandò Alex, indicandomi. Mi sentii bruciare le gambe, sulle quali posò lo sguardo più a lungo.
«Perché?» chiesi.
«Avrai freddo» intervenne Christian. Ma sapevo bene che Alex non lo aveva detto per questo.
«Oh, tranquillo. Ho la gonna e poi la giacca» risposi, andando a prendere quest'ultima.
«Va bene, buona lezione» disse il ballerino, alzandosi verso di me e lasciandomi un bacio sulla guancia. Vidi Alex scuotere la testa divertito dalla scena, e mi morsi l'interno guancia prima di uscire dalla casetta. Si mostrava così timido, quando in realtà con me era tutt'altro. Ed ha la capacità di far uscire quella parte di me che non credevo di avere. Ecco perché non lo sopportavo. Una parte di me lo odiava per avermi messa a nudo così tanto con lui. Ed io continuavo a essere all'oscuro di ciò che, invece, lo riguardava.
«Buongiorno» venni risvegliata dai miei pensieri da Mattia, che si trovava in sala relax con Luca e Ale.
«Buongiorno ragazzi» li salutai, sistemando le mie cose sulla gradinata. Poi mi diressi in saletta, dove la maestra e Sebastian confutavano tra loro, prima che li interrompessi.
«Due minuti di ritardo» canzonò.
«Mi scusi, la sveglia questa mattina non ha suonato» mentii, beccandomi un suo beffardo sorriso.
«Sai che noi vi guardiamo, vero?»
Oh, no.
Diventai rossa dall'imbarazzo all'immagine di me e Alex nello stesso letto.
«Mi dispiace tanto» sussurrai, calando il capo verso il pavimento.
«I tuoi problemi amorosi non mi interessano, quindi non dispiacerti. E stai tranquilla, non ti farò pesare questa storia dei due minuti di ritardo» spiegò. Aspetta, problemi amorosi? No, ma cosa aveva capito?
Feci per contro ribattere ma la voce di Sebastian mi precedette.
«Voglio mostrarti una coreografia a cui tengo particolarmente» disse, spiegandomi che questa è la stessa che portò durante il suo provino ad Amici.
«Sarà un onore» furono le mie ultime parole, prima di iniziare a seguirlo durante i movimenti. È una coreografia molto dinamica, complicata e tosta. La canzone mi rimandava tutta l'adrenalina che a questo pezzo serviva. Tanto che, la Celentano disse che non era andata male, ma che avevo comunque bisogno di provarla più volte.
Quando entrambi uscirono dalla saletta, decisi di andare nella palestra ad allenarmi. Provai nuovamente la coreografia, nel modo più approssimato possibile, dato che ricordavo a stento tutti i passi. E dopo di questa, riprovai quella di Giulia, che nella scorsa puntata non sono riuscita a mostrare.
Uscita dagli studios, mi diressi verso la casetta. Era quasi ora di pranzo e se non erro, oggi toccava proprio a me cucinare. Se mia mamma mi guardasse, sarebbe fiera di me. Non so quante volte abbia bruciato la pasta o gli hamburger, condito male col sale o le spezie. Qui cercavo di darmi una regolata, dato che avrei gustato i palati di parecchie persone.
Aprii il cancello, e mi si piazzò dinanzi agli occhi, le figure di Sissi e Alex intenti a parlare sulla panca sul porticato. Interruppero la loro conversazione non appena mi videro, e né lei né lui si degnarono a farmi un cenno di saluto. Alex riprese a parlare ed io entrai stizzita in casa. Che faccia da schiaffi.
«Oi, tutto bene?» chiese Luca, seguendomi in camera. Appoggiai il borsone a terra e presi un maglione e dei leggings che avrei poi indossato.
«Certo, a te come va?»
«Mh, va e basta. Ti ricordo che dobbiamo cucinare oggi» disse, appoggiandosi sul letto di Serena.
«Lo so, aspetta che mi dò una sistemata e ti raggiungo. Okay?» lo guardai e lui annuii.
Entrai in bagno e mi cambiai, per poi prendere Luca e dirigerci in cucina.
«Che volete mangiare?» domandò il cantante ai presenti in stanza, tra cui Alex e Sissi che erano rientrati.
«Piadine?» propose Carola, ed io feci il pollice in su.
«Faresti di tutto pur di non cucinare» scherzò Luca.
«Ti ricordo che la scorsa volta sei stato proprio tu a deridere la mia pasta al sugo» dissi offesa.
«Era salata»
«Potevi fingere che ti andasse bene» risposi.
«Capisci cosa significa mangiare del vero e proprio sale?» scherzò, ed io gli diedi uno schiaffo sul braccio.
«Sei un tantino eccessivo» feci per avvicinare il pollice e l'indice per indicare la grandezza.
«Cucinate invece di parlare?» sbuffò Ale.
«Ehi, donna. Non sai cosa vuol dire stare a passo con quest'essere» indicai Luca. Ale fece una risatina e alzò le mani in segno di resa.
«Dai, prepariamo le piadine» dissi, cercando di cambiare argomento. Presi ciò che serviva e insieme ci mettemmo all'opera, occupando tutta la superficie dell'isola.
Alex si avvicinò e prese posto dinanzi a noi.
«Quel salame piccante mi invita tanto» disse.
«Non puoi mangiarlo» mi affrettai a precedere le sue azioni.
«Tieni» disse Luca, dandogliene una fettina.
«Luca!» lo richiamai.
«Ne avrò mangiate già dieci senza che tu mi beccassi, una in più non cambierà niente» si difese. Vidi Alex masticare compiaciuto, e sbuffai al modo in cui riesca sempre ad ottenere tutto.
«Dai, riscaldale. Così mangiamo» dissi svogliata, passando a Luca il vassoio ripieno di piadine. Lui fece come detto, ed io mi voltai per lavarmi le mani.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora