fifty-seven

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La giornata non era iniziata nei migliori dei modi. Maria ha avvisato Mattia di avere una lesione al piede, e nel sentire questa notizia, il ragazzo si è lasciato andare in un pianto liberatorio. Se non fosse guarito sarebbe uscito dal programma, per non parlare della Celentano che avviò i provini per ballerini latino-americano. Uno sconforto dopo l'altro: il maestro Todaro ha fatto una media complessiva di tutte le gare a cui abbiamo partecipato settimanalmente, e all'ultimo posto si trovò Carola che era a rischio eliminazione. I battiti del mio cuore rallentarono e la paura aumentava. Non avrei mai voluto che uscisse, ma sembrava che la situazione fosse diventata una guerra tra professori. La ballerina si trovava in saletta, intenta a discutere della situazione, mentre io aspettai che finisse avendo lezione subito dopo.
Notai Albe dall'altro lato della sala relax steso su un tappetino di plastica. Lo raggiunsi, sedendomi sul pavimento e iniziando a riscaldare i muscoli delle gambe con allungamenti e aperture.
«Stai meglio?» gli chiesi, facendo riferimento al suo momento di calo avvenuto ieri.
«Abbastanza» sospirò; «devo solo imparare a capire che ognuno ha un'idea diversa su tutto, e che in ogni caso la mia musica non può piacere a chiunque» disse.
«Ci sei rimasto male comunque, però» lo guardai.
«Perché non me l'aspettavo e, onestamente, non saprei nemmeno chi sia potuto stare a classificarmi ultimo» pensò.
«Si tratta solo di un gusto personale, Albe, stai tranquillo. La tua musica non influisce sulla tua personalità» gli dissi.
«La paura che ho di uscire è immensa» si mise seduto, portandosi i capelli ricci dietro.
«Non succederà, tu mostrati volonteroso e disposto a migliorare» consigliai.
«Sei troppo buona, Va'» sorrise e, gattonando velocemente, lo raggiunsi per abbracciarlo.
In quel momento Carola rientrò e, scusandomi col riccio, le andai vicino.
«Novità?»
«Mi ha detto che ne parlerà direttamente con il maestro, del resto vedremo in puntata» sospirò.
Anche Luigi rientrò dalla sua lezione con Rudy, e non impiegò un secondo a raggiungerci.
«Andiamo in casetta?» domandò lui, alla mia amica, la quale annuì. Iniziai a sentirmi di troppo e lanciai uno sguardo comprensivo a Luigi, prima che i due andassero via.
Mi diressi nella sala sei, dove la maestra era intenta a parlare con Maria di una questione che fu chiusa non appena entrai.
Ci salutammo a vicenda e dopo circa dieci minuti di riscaldamento, entrò Giulia Pauselli, con la quale iniziai a gestire una nuova coreografia.
Alla fine della lezione, uscendo in corridoio, pensai a quanto fosse corrucciata la fronte della Celentano: segno che fosse pensierosa, forse preoccupata per il destino dei suoi allievi. Virginia era stata, ingiustamente, mandata via; Cristiano anche, per una sfida totalmente inutile; il percorso di Carola sarebbe potuto arrestarsi.. e poi restavamo io, Alice e Cosmery. Bene o male, ero apprezzata dagli altri professori, quindi paura non ne avevo. Ero consapevole del fatto che non avrebbero potuto mandarmi in sfida o altro, altrimenti rigirerebbero i loro giudizi positivi sul mio conto. Ma non sarebbe stato lo stesso se al mio fianco non ci fosse stata Carola. Credo che non supererei mai la sua uscita. Ho costruito un rapporto speciale con lei, come se fosse la mia sorella maggiore - seppur fossi io quella a tutelarla più volte -. Non mi andavano giù queste ingiustizie. Da un lato rischiavo di perdere la mia amica, dall'altro Alex con una sfida di cui non se ne sa niente.
Con la testa sulle nuvole, andai a sbattermi contro un corpo massiccio e alto.
«Cavolo, scusami» mi affrettai a dire, alzando lo sguardo verso quello di Calma, il ragazzo nuovo.
«Stai tranquilla, ti sei fatta male?» disse dolcemente, ma scossi la testa negando.
«Ero distratta, sono un'incapace, scusa ancora sul serio. Tu? Tutto okay?» iniziai a dire nervosamente, il che lo fece ridacchiare.
«Tutto apposto, sono integro» mi guardò.
«Perfetto, allora vado» feci un sorriso serrato, per poi sorpassarlo.
«Tu sei Valeria, la ballerina della Celentano?» mi chiese alla mie spalle. Feci per voltarmi ed annuii, perplessa da questa sua constatazione.
«E tu sei-»
«Puoi chiamarmi Marco» sorrise; «è che non ci siamo mai presentati, non vorrei sembrare maleducato» mi porse la mano.
«Oh, mh, non ti preoccupare» gliel'afferrai; «allora ci vediamo in casetta, Marco» lo salutai nuovamente, prima che potessi uscire via da quelle mura.
Non appena varcai il cancello bianco, vidi Alex intento ad ascoltare della musica con le sue apposite cuffie. Alzò lo sguardo verso di me, sorridendo, mentre io mi avvicinai alla panchina su cui era seduto.
Allungò il collo, calando leggermente la testa all'indietro, aspettandosi un mio riavvicinamento.
Mi piegai, prendendogli il viso tra le mani, e lo baciai dolcemente. Si tolse le cuffie, che sembravano paraorecchie dal vento, e borbottò qualcosa di incomprensibile sulle mie labbra.
Mi staccai, ritornando dritta in piedi e aspettai che parlasse.
«Stamattina, Lorella mi ha detto che è possibile far ascoltare l'inedito già nella prossima puntata»
«Curioso del mio giudizio?» domandai.
«Diciamo di sì» arricciò le labbra; «più che altro, è una questione che riguarda entrambi. Ma credo che ne stiamo uscendo poco alla volta» mormorò, ma io non capivo niente. Avrei capito solo dopo.
«Hai preparato il pezzo di Rudy?»
«Lo stavo ascoltando proprio adesso» disse.
«Non è tuo stile, però» constatai e lui annuì.
«Lo so, per questo ho timore di non farcela»
«Invece tu ce la farai. Siete tutti oppressi da questo pessimismo, che finirà col mangiarvi» sbuffai.
Si alzò in piedi, circondandomi il collo con le braccia. Avanzai di qualche passo, facendo scontrare i nostri corpi, nonostante io fossi coperta dalla giacca e lui dalla sua felpa.
«Se dovessi mai uscire, un giorno, voglio che tu lo faccia con me. Lo hai detto anche tu, no? Che staremo insieme, soli, con la coppa a guardarci. Quindi, Alex, vinci questa sfida che di vederti fuori di qui non mi va proprio» confessai.
Eccole, le fossette. Dannazione, rendevano tutto ancora più complicato.
«Va bene» sorrise divertito, per poi baciarmi.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora