fourty-seven

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Lo scambio dei regali natalizi era appena finito. Mi ritrovai piena di libri, felpe, bracciali, pupazzi e limoni. Sì, limoni. Albe ne regalò una cesta sia a me che a Sissi e mi giustificai dicendo che almeno sarebbero serviti per una buona limonata. Nonostante fosse pieno inverno.
Restai sulle gradinate, accarezzando un peluche a forma di gallina regalatomi da Carola, mentre Elena e Nicol spazzarono via tutte le carte strappate sparse sul pavimento.
Tentai di darle una mano, ma negarono entrambe dicendo che da sole avrebbero potuto farcela.
«Non pensavo Alex fosse interessato al mondo delle pietre. Questo bracciale mi dona un sacco» sentii dire da Cosmery, rivolgendosi a Cristiano. Si trovavano entrambi sull'uscio della porta che portava alle camerate e li intravidi con la coda dell'occhio, perché non avevo alcuna intenzione di darle soddisfazione nel guardarla.
Alex le aveva regalato quel braccialetto che, d'altronde, gli ho consigliato io. Abbiamo passato l'intero pomeriggio insieme nell'organizzazione di ogni regalo cadauno. Non aveva alcuna idea di cosa regalare alle ragazze, tranne che per Serena e Nicol, con le quali aveva un rapporto da fratello maggiore. Per il resto, ai ragazzi, ha fatto tutto di testa sua. Così come me.
Vi starete chiedendo cosa ci siamo regalati a vicenda. Beh, ci siamo accordati sul tenerlo privato.
«Sei pronta?» eccolo arrivare.
Mi limitai ad annuire, vedendolo con dei pacchi tra le mani. Non appena varcai la porta della mia stanza, lasciai cadere tutto sul mio letto. Li accantonai in un angolino e presi posto accanto lui.
«Sai, la mia idea era quella di regalarti un carillon, perché mi ricordava te» parlò, ricordandomi del suo buffo modo di definire il mio cognome; «ma ne hai già uno, quindi ho lasciato perdere» indicò poi il cofanetto rosa sul mio comodino.
«Quindi, tieni» disse, porgendomi un pacco rettangolare e sottile.
Lo scartai, notando il suo sguardo divertito e per poco non scoppiai a ridere nel leggere il titolo del libretto che avevo in mano.
«So che sei esperta» rise, contagiando anche me.
Era un libro illustrativo di tutte le posizioni di yoga e su come meditare al meglio. Lo colpì con l'ammasso di fogli racchiusi in quella copertina e lui ribatté colpendomi con il pupazzo di Carola.
«Scherzavo, comunque» disse poi, facendo spuntare un altro pacco.
«Per poco la produzione non mi prendeva per matto per questo» disse.
Mi accigliai, sorpresa del fatto che me ne abbia fatti due. Scartai la carta e aprii la scatola nera opaca. Quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva.
«Sei scemo?»
«Non ti piace?» trattenne un sorrisetto divertito.
«Alex, mi hai regalato della lingerie» dissi guardandolo sconcertata.
«E?»
«Tu sei scemo» ribadii.
«Credo che dovresti misurarla, sai.. per vedere se ti calza» ammiccò.
Presi tra le mani il reggiseno completamente ricamato in pizzo, che lasciava intravedere tutto e pensai ad un Alex intento a navigare in internet per decidere quale fosse meglio per me. Scossi la testa divertita e quando feci per guardare le mutandine, feci un'espressione turbata.
«Sei serio?» domandai.
«Sono molto coprenti» disse lui ironico ed io sbuffai.
«Dai, V. Ho già visto tanto di te, non lamentarti di questo completino»
Mi morsi l'interno guancia e constatai che, in fondo, aveva ragione.
«In effetti, grazie al mio regalo ho un'occasione per poterlo indossare» affermai, dandogli un foglio.
Si apprestò a leggerle e mostrò le sue fossette quando arrivò alla fine.
«Non c'è una data perché, si beh- nel caso succedesse qualcosa o uno dei due uscisse prima. In ogni caso, lo prenoteremo insieme» cercai di spiegare, ma il mio imbarazzo prevalse.
Si gettò all'indietro sul mio letto, sospirando contento.
«Una stanza d'hotel, per noi due, al centro di Roma. Con champagne, tanto sesso, pochi vestiti.. che dici, continuo?» si fermò a guardarmi.
Mi alzai dal letto, arricciando le labbra evitando di sorridere sfacciatamente per l'idea poco casta che mi si stava creando in mente.
Presi i regali e cercai di dare una sistemata alla mia stanza, poi sentii Alex bofonchiare qualcosa.
«V.»
«Cosa?»
«Guarda»
Mi voltai a guardarlo e gli occhi tentarono di uscire fuori dalle orbite.
«Alex! Metti via quei cosi, chi te li ha dati? Oh mio dio» feci, andando poi a chiudere la porta evitando che qualcuno potesse origliare troppo la nostra conversazione.
«Me li ha regalati Luigi, erano nascosti tra le bandane» rise.
«Certo, chi sennò. Solo uno come Luigi poteva regalarti un pacco di profilattici» sospirai.
«So che sei felice» disse, mettendo a posto quello scatolino nella propria tasca.
«Sei troppo modesto, Alessandro» dissi io, roteando gli occhi al cielo.
«Lo sono perché me ne dai la possibilità. Sbaglio o sei stata tu a regalarmi una stanza d'hotel per mettere in pratica un'esperienza erotica?» domandò tagliente.
«Touché» feci spallucce, per poi stendermi completamente sopra di lui.
Gli lasciai un leggero bacio sulla bocca per poi sorridere al pensiero di come io e Alex ci fossimo avvicinati così tanto nell'ultimo periodo.
Forse serviva Cosmery a far sì che tutto questo succedesse.
«Andiamo dagli altri» mi alzai, ma non ricevetti altro che un verso lamentoso.
«Perché dobbiamo?»
«Perché dopo l'albero, ci toccano altre decorazioni e dato che non posso farlo con la mia famiglia, voglio almeno farlo voi» dissi; «e con te» aggiunsi.
Le sue fossette sbucarono fuori e afferrò la mia mano, alzandosi dal letto.
«Va bene» mi baciò una volta e poi due ancora, tre, quattro. Arretrai di qualche passo, giungendo alla porta della quale calai la maniglia. Alex si staccò e nonostante avesse voluto fare altro, fui contenta che assecondò la mia idea.
Raggiungemmo gli altri e come mi aspettavo, stavano già addobbando mezza cucina.
Luca mi gettò dei festoni rossi e verdi, chiedendomi di aiutarlo ad appenderli sulle pareti.
Così feci, mentre mi alzai sulla sedia avendo lui dall'altra parte a reggere la restante estremità.
Una volta finito, mi recai vicino allo scatolone pieno di roba natalizia e pescai dall'interno un cappello rosso e bianco, più un cerchietto con le corna da renna.
Saltellai raggiungendo Alex, che si trovava vicino al bancone intento ad aiutare Rea con delle lucine. Rise nel vedermi e gli posai il fermaglio tra i capelli.
«Se avessi ancora avuto il naso rosso, saresti stato perfetto» dissi guardandolo negli occhi.
Rea ci guardò addolcita ma il suo sguardo cambiò subito nel vedere Cosmery avvicinarsi.
«Addobbiamo insieme la stanza delle gradinate?» propose lei.
«In realtà, stavo già aiutando-»
«Aiuterò io Rea» lo interruppi.
Alex mi guardò confuso, non aspettandosi che gli permettessi di stare con lei. Ma pensai che questo fosse un pretesto per poterle parlare, così magari avremmo chiarito una volta per tutte.
«Ma-» fece lui.
«Andiamo» lo prese per un braccio Cosmery.
Sospirai pesantemente, sperando che quello che ho appena fatto non sia stata una cavolata.
Aisha ci raggiunse, cercando di aiutare me e Rea con l'impostazione delle luci intorno ai mobili.
«Non ti vedo convinta» fu la bionda a parlarmi.
«No, invece. Secondo me in quest'angolazione vanno benissimo» dissi io, facendola ridacchiare.
«Con ciò che hai lasciato fare ad Alex» specificò.
«Oh, beh- spero solo che mettano in chiaro le cose come stanno»
«E com'è che stanno?» domandò Aisha curiosa.
Nonostante fosse entrata da poco, anche lei venne alla conoscenza del rapporto complicato mio e del cantante.
«Onestamente.. io- non lo so» mi grattai il gomito nervosa.
Era la verità. Non sapevo le cose come stavano. Alex ed io continuavamo a non stare insieme, nonostante avessimo un rapporto fisico molto attivo. Ci baciamo, continuiamo a toccarci, lasciamo agli altri la libertà di poter ipotizzare su di noi perché ormai consapevoli che ci sia davvero qualcosa tra me e lui. Ma del resto, niente. Non sapevo se gli piacessi o meno. Se ciò che fa è perché spinto solo da un desiderio di piacere. O se mi vuole solo per l'aspetto fisico, o anche mentale. Non sapevo nulla. Come lui non sapeva di me.
«Posso dire una cosa?» chiese Aisha, ed io annuii.
«Per quanto caos ci sia nelle vostre teste, credo che voi due vi piacciate a vicenda. E anche tanto. Insomma, Alex non guarda nessuna nello stesso modo in cui guarda te. Neanche lei»
Sospirai alle sue parole, perché avrei tanto voluto urlarlo ai quattro venti quanto Alex mi piacesse.
«Si vive una volta sola, perché perdere tempo a rimuginare?» disse Rea.
Spostai lo sguardo su di lei e feci un mezzo sorriso, così decisi di andare da Alex.
«Dai, scemo» sentii ridere Cosmary.
Mi affacciai, cercando di non farmi notare e li vidi intenti a fissare al muro dei festoni natalizi, mentre si trovavano sull'ultima gradinata in alto.
Lei indossava la sua giacca marrone e intravidi Alex sorridere mentre parlavano.
Sentii una strana sensazione allo stomaco e più li guardavo insieme, più credevo che le parole di Aisha fossero sbagliate.
Mi ritirai, rassegnata, e cercai di distrarmi con gli altri. Nella casetta vennero messe le canzoni di Natale e vidi Luigi iniziare a ballare con Carola ed Albe. Si innalzò un coro di voci e Nicol mi raggiunse, portandomi al collo una serie di lucine colorate. Risi e venni trasportata da lei al centro. Luigi finse di ballare un lento con me, fallendo miseramente, mentre Carola mi fece girare su me stessa.
Alex rientrò con Cosmery, e mi rattristii nel vedere che il cerchietto non fosse più nei suoi capelli, ma su quelli di lei.
Dio, Alex, ma cosa ti prende?
«Muovi quel culo» mi svegliò Carola, che sembrò capire il motivo del mio cambio d'umore.
Sentii poi qualcosa scuotersi sulla mia gamba, e per poco non scoppiai a ridere.
«Non molestarmi con questa lap dance, Gigi» risi.
«Macché, guarda che bravo»
Lo imitai, facendo scontrare i nostri fondoschiena mentre Nicol, Rea, Carola e Luca non smettevano di ridere.
Mi rimisi composta, ridendo per la situazione e Luigi mi abbracciò scherzosamente lasciandomi un bacio nei capelli. Il fatto che riuscisse sempre a farmi sorridere, mi rincuorava e mi dispiacque per Mattia, Christian e Crytical che erano a letto ammalati.
Quando terminammo, battei il cinque a Cristiano in quanto entrambi soddisfatti per tutte le decorazioni.
Chissà se a casa hanno già preparato tutto. Timothée è fissato con il Natale, quasi quanto me, e pressa ogni volta la mamma sul voler addobbare casa. Sorrisi malinconica al pensiero. Mi mancavano tanto e i ragazzi hanno comunque colmato quel vuoto che porto dentro da quando sono lontana da loro.
Siamo stati insieme, come se fossimo una seconda famiglia ma.. l'unica persona con cui avrei davvero voluto condividere questo momento, non era con me. Era con un'altra.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora