fourty-five

8.4K 296 46
                                    

Il fastidioso suono della sveglia echeggiò ripetitivamente nella camera rossa. Estrassi un braccio dal piumone, cercando a tastoni il cellulare ma non lo trovai. Lasciai un verso lamentoso e aprii gli occhi in due fessure. Non era la mia sveglia a suonare ma quella di Carola, e il fatto che si trovasse dall'altra parte della stanza mi diede su i nervi.
«Ca' spegnila!» cercai di dire, non ricevendo risposta. Com'era possibile che riuscisse ancora a dormire beata con questo rumore nelle orecchie?
Voltai la testa di lato e notai il letto di Serena già fatto e sistemato. Ma che ore erano?
«Carola!» continuai a chiamarla.
Mi strofinai gli occhi con due pugni chiusi e mi scoprii dalle coperte avvertendo aria gelida sul mio corpo. Cercai di alzarmi e per poco non caddi per colpa delle mie stesse pantofole. Mi avvicinai al comodino della ballerina e spensi quella maledetta sveglia. La scossi di poco, cercando di svegliarla ma invano. Mi rassicurai che respirasse ancora e decisi di recarmi in bagno per una doccia veloce. Indossai dei wide leg color lilla e un top del medesimo colore.
«Non ci credo, dorme ancora» sbuffai.
«Carola, svegliati, che tra poco abbiamo la registrazione della puntata» le dissi, iniziando a scuoterla nuovamente.
«Aspetta- aspetta solo un..» bofonchiò, lasciando la frase in sospeso.
«Chiamo Luigi, ho capito»
«No, no! Sono sveglia» si affrettò a dire, spalancando gli occhi. Quasi non scoppiai a ridere per la sua espressione e le lanciai un cuscino in piena faccia dicendole di sbrigarsi.
«Voglio anch'io quei pantaloni» disse Serena, indicandomi, non appena entrai in cucina.
Le risposi che non avrei esitato a prestarglieli un giorno, se solo lei mi avesse fatto indossare una maglia che mi piaceva tanto, e che avevo adocchiato gia da un po'.
«Carola?» mi chiese Luigi, seduto al bancone seguito da Nicol e Rea.
«Si sta preparando, o almeno spero. A meno che non si sia addormentata di nuovo» pensai.
«Meglio che vada a darle un'occhiata» disse lui, andando via.
Feci colazione e, come succedeva da qualche giorno, preparai un vassoio apposito per la camera verde. Bussai e non ricevendo risposta, entrai lo stesso. Mattia e Christian dormivano beati, mentre Crytical, che iniziò da poco a soggiornare nel letto di Dario, era mezzo sveglio.
«Come state?» chiesi, sedendomi sul margine del letto, posando la colazione su un comodino.
«Meglio, o almeno io» rispose lui, sbadigliando.
Annuii e mi avvicinai a Christian toccandogli la fronte che era più calda della volta scorsa.
Gli lasciai un bacio sulla tempia, mentre salutai con la mano Mattia che si era appena svegliato.
«Noi non meritiamo il bacino?» disse il biondo, ed io scossi la testa divertita.
«Mangia la colazione. Io devo andare» mi alzai e aprii la porta, ricevendo un 'grazie' lontano da parte dei due.
Quando passai per il corridoio, ad attirare la mia attenzione fu la figura di Alex in piedi al letto di Cosmery. Le teneva una mano tra i capelli nel tentativo di svegliarla e repressi il respiro quando lo vidi iniziare a toccare scherzosamente il viso di lei con le sue dita.
«Che fai?»
«Merda» mi spaventai, catturando l'attenzione di Alex.
Mi voltai di spalle, era Luca, che non smetteva di ridere per la mia reazione. Alex, nel frattempo, uscì dalla tana gialla per guardarci confusi.
Mi squadrò da testa a piedi, leccandosi le labbra nel vedere il mio petto scoperto.
«Stiamo facendo tardi, muoviamo il culo» disse il cantante di Rudy, per poi proseguire lungo il corridoio.
«Non si sveglia?» feci riferimento alla ragazza ancora a letto. Lui negò col capo e si appoggiò allo stipite a braccia conserte.
«Sei diventata una crocerossina?»
«Cerco solo di stargli vicino, mi dispiace che si ritrovino in quelle condizioni» spiegai.
«Rischi di ammalarti anche tu»
«A quel punto dovrei chiudermi sola in stanza con loro» ammiccai, facendo spuntare un sorrisetto sghembo sulle sue labbra.
«A quel punto preferisco curarti io» disse piano, tracciando ogni centimetro delle mie braccia con i suoi polpastrelli.
«Sai com'è andrà a finire» sospirai.
«Che prenderò un brutto mal di gola e resterò a letto con te» sussurrò sulle mie labbra.
«Hai una buona immaginazione» risi.
«No, ho una buona capacità di ottenere tutto ciò che voglio» disse, portandomi con sé nella camera azzurra.
Chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a baciarmi con foga. Si calò di poco per portami in braccio, e gli aggrovigliai le gambe al bacino. La mia schiena si scontrò contro la porta bianca, mentre le sue mani si poggiarono possenti sulle mie natiche.
Mi scappò un verso di piacere, mentre mi baciava e mordeva il collo. Scese man mano sul bordo del mio top e maledii di non aver indossato il reggiseno. Mi baciò i capezzoli da sopra il tessuto, e strinsi i suoi capelli nelle mie mani.
«Alex..» mi morsi il labbro, mentre lui giocherellava con la mia parte più sensibile.
Calai i piedi sul pavimento prendendo il suo viso tra le mani e portarlo a contatto col mio.
Dopo quello sfogo sul tetto, ho cercato di tenermi lontana da lui per mettere a posto la mia confusione. A volte lo vedevo solo, a volte in compagnia di Cosmery. Quest'ultima invece, anche durante le prove, non smetteva di parlarmi di lui. Cercava una mia reazione, cercava tutto il mio fastidio. Ma ero brava a non farlo trasparire. Alex non era oggetto di vittoria su chi l'avesse avuto per sé per più tempo. E odiavo sentirla anche solo nominarlo, dopo che ha rovinato tutto ciò che si era creato tra noi.
«Non va bene così» mormorò, staccandosi; «a cosa stai pensando?» domandò, stringendo i miei fianchi.
«Che è tardi e dovremmo andare» risposi vaga.
«Mh»
Non mi credeva, ma non volevo rovinare l'atmosfera parlando di quell'altra.
Feci, allora, per calare la maniglia della porta e non appena la varcai, anche Cosmery fece la sua uscita. Chiusi subito la porta alle mie spalle, lasciando Alex dietro di essa.
«Ma che-» sentii dire; «mi hai quasi spaccato il naso!» disse, per poi aprire la porta.
Strizzai gli occhi, serrando le labbra. Bofonchiò qualcosa e si fermò non appena vide la ballerina dinanzi a noi.
«Io- io stavo andando via» dissi subito, per poi scappare da quella situazione. Sorpassai Cosmery, e quasi non mi dispiacque il fatto che ci abbia beccati insieme.
«Dov'eri?» domandò Carola attirando l'attenzione di Luca e Dario.
«Sono ancora in tempo?» lasciai un sospiro di sollievo, sapendo di non aver tardato.
«Che hai fatto amico?» chiese Luigi.
Mi voltai alla mia destra e vidi Alex massaggiarsi il naso.
«Mi hanno sbattuto la porta in faccia» disse lanciandomi uno sguardo di fuoco.
«Non l'ho fatto apposta» sbuffai.
«Scherzavo quando ho detto di passare alle maniere forti» disse Carola, beccandosi una risata da Luigi e uno sguardo confuso da Alex.
Quest'ultimo spostò la mano dal viso e notai il dorso nel naso arrossato.
«Voi due-» ammiccò, con sguardo sottile, Nicol.
«Cosa?» chiesi confusa.
Vidi i suoi occhi, e non solo i suoi, vacillare tra il mio petto e le labbra gonfie di Alex, per non parlare dei suoi capelli scompigliati.
Feci mente locale e il ragazzo al mio fianco sembrò capire le loro intenzioni.
«No» commentammo insieme.
«No?» ci stuzzicò Luca.
«N-no, no. Dobbiamo andare. Andiamo?» dissi imbarazzata, andando a prendere il giubbotto nero accompagnata dai loro risolini.

DIFFERENT | Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora