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- Christian -

" 18 anni, ti rendi conto Nicole?" domando euforico a quella che ormai è la mia ragazza. Dio come è bello poterlo ammettere nella realtà e non solo nei sogni.

" Non me lo ricordare" afferma lei sistemandosi meglio sulle mie gambe, appoggiando una mano sul mio petto e l'altra dietro il mio collo, così da non cadere e tenersi in equilibrio, sorrido nel vederla così impacciata in quei semplicissimi movimenti.

" Dovresti essere felice del tuo compleanno, la mia piccola peste diventerà maggiorenne" inizio a solleticarle la pancia dato che so con certezza che è il suo punto debole, dopo di me ovviamente.

" Da quando mia mamma non c'è più non festeggio un compleanno dai miei 13 anni. Un diciottesimo non cambierà la situazione" il suo sguardo è puntato su un punto indefinito del cortile, così decido di stringerla più a me.

" E non vuoi festeggiarlo?" domando speranzoso, ma sono già pronto ad una risposta negativa.
Scuote la testa puntando le sue iridi verdi nelle mie.

" Perché no?" le domando non capendo, chi non vorrebbe festeggiare un compleanno? Io darei il mondo per ritornare al giorno in cui compiei 18 anni.

" Non voglio e basta" taglia corto e improvvisamente una ciocca di capelli rossi le ricade sul viso, così senza indugio la riporto dietro al suo orecchio, mettendole in risalto il grande orecchino dorato che indossa.

" Neanche un regalino?" affermo facendole il labbriccio e la vedo arrossire in un secondo.

" Christian, sono seria, non ho bisogno di una festa" sentenzia seria.

" Ma tutti la vogliono" ribatto io incapace di capire il perché di questa sua decisione.

" Non io" inizia a giocare con i miei capelli attorcigliandoli un po' tra loro provocando in me un lieve sorriso.

" Se non fosse venuta Carola a dirmelo a quest'ora io starei ancora dormendo, ignaro del fatto che il tuo compleanno è tra due giorni" replico facendo il finto offeso, avrei tanto voluto vedere Nicole davanti alla porta della mia camera a darmi la notizia, di certo non mi aspettavo di trovarmi Carola quello è ovvio.

Il suo sguardo bruciante che fissa il mio viso mi fa capire che quello nel torto sono io quindi mi arrendo anche perchè so che iniziarebbe un botta e risposta infinito.

" Sapevo che avrebbe parlato, quella non sta zitta neanche se le metti una mela in gola" impreca a bassa voce, ma più ci provo, più fallisco ad essere arrabbiato con questa piccoletta.

" E giusto per metterlo in chiaro io te lo dicesti un mese dopo la mia entrata la data del mio compleanno" dice portando la mani non più fra i miei capelli ma all'altezza delle mie spalle, che massaggia dolcemente.

" Però ovviamente tu hai una memoria di un criceto quindi non te lo ricordi" continua iniziando a segnare dei cerchi irregolari sulla mia maglietta bianca mentre io osservo ogni suo movimento senza staccarle gli occhi di dosso. Anche con delle gesta così idiote e stupide, con i capelli tutti scompigliati in una treccia ormai mezza disfata, la faccia totalmente struccata e il pigiama delle papere addosso la trovo comunque bellissima.

" Questo dettaglio me lo sono scordato, quando esattamente me lo avresti detto?" domando non ricordando minimamente il giorno in cui mi parlò del suo compleanno.

" Erano le nostre prime conversazioni serie ed era uscito fuori l'argomento" ammette alzando le spalle.

" Perché le altre conversazioni com'erano?" un ghigno mi appare sul viso e non posso fare a meno di sorridere nel vederla in difficoltà e gesticolare un po' con le mani, dando di tanto in tanto qualche colpo alle mie spalle.

La parte migliore di me || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora