Endless Summer, Endless love (Yizhan fanfiction)

81. Famiglia? Sì, Famiglia...

***Wang Yibo's POV***

Seduto sullo scomodo sedile di uno di quei piccoli aerei che effettuavano solo voli interni, Yibo osservò di nascosto il profilo del suo amante, in parte celato dalla mascherina scura che indossava. L'uomo stava guardando a destra, fuori dal finestrino, intento ad ammirare il lontano paesaggio che scorreva a chilometri di distanza sotto di loro. Lo sguardo di Yibo cadde poi sulla mano sinistra che l'altro teneva appoggiata ad una coscia e sull'anello che indossava.

Chi poteva sapere per quanto lo avrebbe portato, quando sarebbe finito sul fondo di un cassetto.

Zhan continuò a guardare fuori dal piccolo finestrino e parlò con voce dolce, udibile a malapena sopra al ronzio costante dei motori dell'aereo: <<Non penso che dimenticherò mai quel posto.>>

Wang Yibo sorrise, contento che la sorpresa gli fosse piaciuta: <<Mn. Come gli altri posti in cui ti ho portato?>> Chiese, curioso. Non lo aveva portato spesso in vacanza, né in altri posti particolari, solo poche volte, ma sperava di averlo colpito ognuna di esse.

Zhan si voltò a guardarlo, gli occhi a mezzaluna, segno che stava a sua volta sorridendo: <<Non sono poi molti, ma sì, non dimenticherò neanche gli altri.>>

Yibo allungò una mano per stringere quella dell'altro: <<Sono contento.>>

Zhan sospirò, godendo della stretta rassicurante del suo compagno, e disse: <<Vorrei solo che potessimo uscire più spesso, poter viaggiare, vedere il mondo...>>

Yibo tacque per qualche minuto e Zhan stava quasi per addormentarsi, cullato dal ronzio del velivolo, quando il ragazzo mormorò qualche parola incomprensibile. Gli occhi dell'uomo tornarono a fissarsi sul suo viso con aria interrogativa e Yibo ripeté quello che aveva appena detto: <<A volte mi fai desiderare di non essere quello che sono.>>

Zhan aggrottò le sopracciglia, confuso: <<Perché?>>

Yibo giocherellò con l'anello dell'altro, facendolo ruotare attorno al suo dito sottile: <<Perché a volte, quando sono con te, vorrei essere una persona normale, con un lavoro normale, che torna a casa ogni sera dal lavoro, stanco, ma contento. Vorrei essere uno con cui poter uscire tranquillamente, senza rischiare di subire aggressioni o molestie, e vorrei che anche tu lo fossi. Sei l'unico che mi fa pensare queste cose.>> Spiegò, pensieroso. Dopo anni e anni in cui non aveva fatto altro che lavorare e saltare da un posto ad un altro senza sosta, era la prima volta che desiderava davvero fermarsi e prendere la vita con più calma. Era la prima volta che la sua ambizione e la sua irrequietezza non lo spingevano a cercare nuove sfide, nuovi impegni. Voleva qualcosa di diverso... Una famiglia tutta sua, una vera famiglia, anche se composta solo da due persone... e mezza. <<Lo trovi strano, Zhan? Pensi che non sia da me?>>

Zhan scosse la testa: <<No. Ti amerei lo stesso, anche se volessi fare altro nella vita. Non sei obbligato ad essere il ragazzo ossessionato dal lavoro che sei sempre stato, però... Sei quello che sei, Bo. Non ti voglio diverso, a meno che non sia tu a voler cambiare. Fai quello che ti piace, quello che ami, per me non è un problema. Sai che ti sosterrò sempre.>>

Yibo sospirò, sollevato: <<Sì, lo so.>>

Il resto del viaggio lo passarono in parte in silenzio, in parte chiacchierando, anche se ad un certo punto Zhan cedette alla stanchezza e si addormentò, la testa reclinata di lato. I suoi grandi occhi scuri e dolci erano uno dei suoi punti di forza, ma anche mentre li teneva chiusi era davvero bello, sembrava così giovane e innocente. Era una delle cose che Yibo amava di lui... Una delle tante.

Quando scesero dall'aereo, la coppia si dileguò in fretta grazie a Wu Ming, il quale andò a prenderli in perfetto orario, efficiente come sempre. Era sera ormai e i due guardarono per un po' fuori dal finestrino, stanchi e assonnati, distanti solo una decina di centimetri.