70. Timore e coraggio di un coniglio!

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***Xiao Zhan's POV***

Zhan rientrò piuttosto tardi quella sera, verso le 20.30. Sperava che Yibo fosse tornato a quel punto. Una volta all'interno, vide che l'appartamento era immerso nel buio, fatta eccezione per la luce che proveniva dallo schermo della Tv. L'uomo percorse il corto corridoio ed entrò nel salotto, un po' esitante. Si fermò subito quando vide che Yibo era seduto sul divano.

Grazie al cielo!

Si stava abbracciando le ginocchia, i piedi nudi posati sul bordo. Aveva preso quell'abitudine proprio da lui, tanto tempo prima. Il suo profilo attraente e delicato appariva etereo, grazie alla luce cangiante che proveniva dalla TV.

Zhan sorrise, contento di trovarlo lì. Beh, era casa sua, dopotutto. Dove altro poteva andare? Inoltre, lui in quel momento viveva proprio lì, era ovvio che Yibo sarebbe tornato dove si trovava anche Zhan. Fiducia... Già, era stata ben riposta, stavolta. Yibo era tornato da lui ed era sano e salvo: <<Ehi...>> Disse, a bassa voce.

Yibo sobbalzò e si voltò, sorpreso. Non lo aveva sentito entrare: <<... Dove sei stato?>> Chiese, dal tono sembrava arrabbiato. E parecchio.

Non se lo ricordava? Gli aveva detto che sarebbe andato a lavorare nel pomeriggio.

Xiao Zhan: <<Ah... In ufficio. Sai, il lavoro.>> Spiegò, confuso dall'ira dell'altro. Pensava che fosse sconvolto, non arrabbiato. <<Te lo avevo detto, no?>>

Yibo esitò, prima di rispondere: <<... Sì, giusto.>> Dopodiché, tornò ostinatamente a guardare la Tv, la sua espressione impassibile.

Sempre più confuso, Zhan avanzò di qualche passo, fino a fermarsi quasi di fronte a lui, senza intralciare la sua visuale: <<Bo, cosa ti prende? Se è per oggi... Non ti preoccupare, è passato.>> Disse, torcendosi le mani.

Gli occhi del ragazzo non si fissarono su di lui, come succedeva di solito. Yibo continuò ostinatamente a non incrociare il suo sguardo e rimase rigido, seduto sul suo divano: <<... Mn. Passato. Non hai pensato di avvertirmi che saresti uscito?>> Rispose, dopo un'altra piccola estrazione.

Xiao Zhan aveva evitato di contattarlo telefonicamente, dato che pareva avesse bisogno di stare da solo, ma non gli era venuto in mente di lasciargli almeno un bigliettino. Era così agitato nel momento in cui Yibo era uscito, che non ci aveva pensato: <<Scusa. Sei uscito così di colpo che non sapevo cosa fare... Umm... Me ne sono scordato. Sono uscito anche per non pensarci su... Temevo che volessi lasciarmi. Speravo di trovarti a casa al mio ritorno.>> Non era riuscito a rimanere a casa, solo per andare avanti e indietro nervosamente, in attesa che Yibo tornasse. Gli sarebbe scoppiato il cuore, altrimenti! Il lavoro lo aveva aiutato a distrarsi e calmarsi.

Wang Yibo: <<Mn.>>

L'uomo non riuscì a cavare altro dalla bocca del suo amante, quella sera. Il giorno successivo, Zhan gli concesse un po' di spazio e andò in ufficio piuttosto presto. Non era facile tornare a vivere insieme, dopo tutto quel tempo, e non era facile trovare un equilibrio, soprattutto se il ragazzo non aveva voglia di parlare con lui. Avevano ancora qualche problema di comunicazione, dopotutto, che Zhan non sapeva bene come affrontare e risolvere. Forse l'altro aveva bisogno di stare da solo a riflettere, aveva bisogno di pensare quello che aveva scoperto. Era comprensibile. Intimidito dal suo silenzio, Zhan attese che Yibo fosse pronto per parlargli. Ci sarebbe voluto del tempo, probabilmente, soprattutto se stavano litigando.

Stavano litigando, vero?

Non ne era certo. Quella rabbia silenziosa di Yibo... Non era abituato a quel comportamento.

Endless Summer, Endless love (Yizhan fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora