Thalia
L'inebriante profumo di caffè, il dolce suono della ceramica provocato dalle tazzine posate sui piattini e il chiacchiericcio dei clienti che, come me, trascorrevano la fine della giornata in una caffetteria nei pressi di Central Park, facevano da sfondo ai numerosi pensieri che mi tormentavano.
Sul tavolo davanti a me posavano una tazza ormai vuota, sporca della schiuma del cappuccino, e i curriculum che avevo fatto stampare in copisteria quella mattina, gli ultimi che mi erano rimasti.
Erano trascorsi quattro giorni dal mio arrivo a Manhattan, la speranza e l'entusiasmo con cui avevo intrapreso quella nuova avventura a poco a poco si stavano affievolendo.
Nessuno mi aveva richiamata per un colloquio e immaginavo che il mio curriculum non avesse trovato altro futuro se non la spazzatura, inoltre stavo esaurendo i pochi soldi che avevo portato con me. Mi erano rimasti solo un centinaio di dollari e forse qualche pesos messicano.
Ma tornare indietro sui miei passi, sconfitta, o chiamare la mia famiglia in cerca di aiuto era fuori discussione, non mi sarei abbassata a tanto davanti a mio padre.
Il mio sguardo era fisso sulle fronde degli alberi di quel parco, che sembravano riuscire a toccare il cielo e ad aggrapparsi alle sfumature rosee e aranciate del tramonto.
A distogliere la mia attenzione da quella tela vivente fu una cameriera, che si avvicinò al mio tavolo.
«Signorina, ecco il conto. Fanno sette dollari e quarantadue cent.» accanto alla tazza vuota vi posò uno scontrino, con un sorriso cordiale.
Ricambiai quel sorriso ed estrassi dal portafoglio una banconota da dieci dollari, gliela porsi. «Tieni il resto, e passa una buona serata.»
Avrei potuto conservare per me stessa fino all'ultimo centesimo, senza lanciare alcuna mancia, ma non era da me. L'egoismo non rientrava fra le mie corde, forse perché ci avevo avuto a che fare tutta la vita.
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Ben presto il sole all'orizzonte scomparve alla mia vista, permettendomi di godere della pace che precedeva la notte. Un limpido cielo privo di nuvole mostrò le prime stelle della sera e svelò una luna brillante, che parve seguirmi lungo il tragitto fino al West Side YMCA, l'ostello in cui avevo alloggiato in quei giorni.
La compagnia della luna mi aveva sempre fatta sentire meno sola. Quando ero ancora una bambina, con la mente colma di sogni e fantasie non ancora spezzate, risiedeva in me la certezza che quel satellite mi seguisse. Per troppo tempo avevo immaginato fosse un'amica o una compagna, la delusione poi venne a bussare alla mia porta. Ormai sapevo la verità, crescere comportava anche questo; eppure, continuavo a provare un costante senso di protezione nella notte.
«Domani andrà meglio, ne sono sicura», dissi a me stessa, per convincermi.
Fu questione di un attimo, e la quiete di quella passeggiata serale venne spazzata via. Un uomo prese a camminare lungo il marciapiede al mio fianco, il cappuccio che portava sul capo mi impedì di guardarlo in volto. Non appena mi fu accanto, mi strappò con forza la borsa dalle mani e cominciò poi a correre per i vicoli bui di Manhattan.
«Mi ha rubato la...» quell'inaspettato gesto mi lasciò di sasso, tanto che reagii al furto solo dopo diversi secondi trascorsi a osservarlo mentre scappava via.
«Fermo! Al ladro!»
Cominciai a corrergli dietro. I polmoni mi dolevano, il fiato mi bruciava la gola e il cuore mi batteva con forza, tanto che pensai mi sarebbe uscito fuori dal petto.
Nelle mani di quel ladro risiedeva tutto ciò che ancora mi restava, la mia ultima speranza per il futuro che, ne ero certa, ancora mi attendeva. Non potevo permettere che scappasse.
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𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite
RomanceDAL 20 MARZO 2023 DISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK E CARTACEO SU AMAZON ~ VOLUME 1 - Dirty Dark Serie Questa storia NON è autoconclusiva, il finale è aperto e il secondo libro è in fase di lavorazione, ma non ancora disponibile né su Amazon né qui su W...