41 - Màtala, Flynn Cosgrove

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Thalia

Ero seduta sulla panchina posta nel piccolo giardino sul retro della villa, che ospitava una tomba vuota, dedicata a Liam.

La sua bara, priva di un corpo, era custodita nel cimitero cittadino insieme agli altri familiari Anderson. Christian però, per sentirlo più vicino, aveva voluto erigere una sorta di mausoleo in casa dedicato a mio fratello. Forse i sensi di colpa per la sua morte erano tanti, magari sperava in questo modo di sentirsi meno colpevole e di alleggerirsi il peso sulla coscienza.

Era tutto inutile, ogni suo tentativo di porre rimedio. Liam non c'era, non ci sarebbe più stato, e la colpa era solo sua.

Un flebile soffio di vento mi scompigliò il capelli, portandomi a chiudere gli occhi per un istante. Era una piacevole sensazione quella, in netto contrasto con il rovente sole che colpiva il mio corpo malgrado fosse quasi il tramonto.

Indossavo una canotta grigia e dei pantaloncini, eppure sentivo gocce di sudore rigarmi la schiena e la fronte imperlata. Ma mi era mancato quel piacevole tepore, che quasi riusciva a sostituire il freddo vuoto di un abbraccio che non mi era mai stato dato, da Christian.

In quel luogo non si sentiva il frastuono della città, i rumori che provenivano dalla villa erano isolati. Intorno a me, di chiassoso, vi erano solo i miei pensieri e il canto di alcuni uccelli, posati su una quercia dal tronco scavato, arido e senza vita.

Mi spuntò un sorriso, mentre ripercorrevo il viale dei ricordi con la mente. Gli occhi fissi sulla foto di Liam incorniciata nella pietra.

Avevo visto Drake sotto le vesti di un padre dopo l'abbandono di Christian, ma Liam era il mio compagno di giochi e il mio complice.

Quante risate ci eravamo fatti mentre rubavamo i biscotti appena sfornati! Ci nascondevamo dentro la dispensa con le tasche piene di dolci subito dopo aver arruffato il nostro bottino, lì poi attendevamo che Drake si accorgesse di noi e del furto. Cominciava poi una corsa, dove lui tentava di acchiapparci. Alla fine, però, ci faceva sempre vincere.

Liam era anche colui che mi faceva compagnia quelle sere in cui Drake doveva andare a prendere la mamma da qualche lurido pub, perché incapace di poter tornare a casa da sola dopo qualche bicchiere di troppo. Lui si stendeva accanto a me sotto le coperte, mi abbracciava e mi raccontava la favola di Cenerentola. Forse l'aveva un po' revisionata però, perché avevo scoperto con il tempo che non vi era alcun drago a portare la matrigna e le due sorellastre lontano, su un'isola deserta, per punirle di tutte le cattiverie fatte a Cenerentola.

Liam era coraggioso e impavido. Se vi era qualcuno in pericolo non si tirava mai indietro, che fosse per difendermi o che si trattasse solo di proteggere Drake dalle malelingue. Lui sapeva cosa contava davvero nella sua vita, sapeva che al primo posto, fra le sue priorità, ci fosse la famiglia e l'avrebbe sempre protetta. Questo suo eroismo però gli si era ritorto contro, conducendolo alla morte.

Christian ne aveva approfittato per usarlo: gli aveva fatto impugnare una pistola in cambio del suo rispetto e, durante una sparatoria a Veracruz, in uno dei suoi porti principali, era stato ferito e gettato in mare. Il suo corpo non era mai stato trovato.

<<Sapevo che ti avrei trovato qui.>>

Voltai il capo e alle mie spalle vidi Drake, si avvicinava a me con le mani nascoste nelle tasche della felpa che indossava. Lo seguii con lo sguardo finché non si accomodò sulla panchina al mio fianco, poi gli sorrisi appena.

Dopo la disastrosa cena di famiglia della sera precedente, mi ero rifugiata nella mia stanza e non avevamo avuto più modo di parlare, di chiarire, perché poi lui e Zack erano usciti quel giorno.

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora