𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite

7 - Questione di chimica

Thalia

Con lo zaino in spalla e un libro stretto fra le mani, stavo camminando lungo gli immensi corridoi della Marymount School.

Con indosso un semplice jeans e un maglioncino rosa, acquistati ai Grandi Magazzini qualche giorno prima, sembravo una margherita in mezzo a un cespuglio di rose fra tutti gli studenti che costellavano quei corridoi.

Un flebile sorriso mi curvava le labbra e i miei occhi erano fissi sulle pagine di quel libro. Divoravo parole e frasi di una scena avvincente, che mi stava tenendo sulle spine dall'inizio alla fine. Solo quando distolsi lo sguardo, giunta dinanzi al mio armadietto, quel sorriso mutò in una smorfia di disprezzo.

Vidi Flynn, quel ragazzo cosparso di nero inchiostro su ogni centimetro di pelle, quasi fosse la tela di un pittore. Era appoggiato agli armadietti alla fine del corridoio e rideva di gusto al fianco di Amanda e di un suo amico, tanto che per un attimo mi parve così sereno, quasi fosse privo di quel suo lato crudele.

Come se avesse percepito il mio sguardo su di sé, quei suoi occhi di giada spostarono la loro attenzione sulla mia figura. E la sua risata si spense, permettendo all'odio più puro di adombrare i suoi occhi. Mi guardava nello stesso identico modo in cui io guardavo mio padre, ma non riuscivo proprio a comprendere il motivo del suo rancore verso di me né cosa scatenasse in lui tanto disprezzo.

Quello scontro di sguardi lo vinse lui, io distolsi gli occhi da quell'anima tenebrosa e scostante dopo pochi attimi, come se avessi provato a osservare il sole troppo a lungo.

Mi fermai davanti al mio armadietto e presi i libri che mi sarebbero serviti durante le lezioni di quella giornata.

«Thal, ciao! Come stai oggi? Hai delle occhiaie che fanno invidia al mio mascara, sai quando cola sotto gli occhi dopo una serata in discoteca?» un'esuberante ragazza dalla folta chioma riccia e due occhi cerulei mi venne in contro, con una gioia e un'energia contagiosa.

Dopo esserci conosciute nei bagni, diversi giorni fa, avevamo trascorso insieme quasi ogni giornata. Roxy era quel raggio di sole nella vita di chiunque, in grado di scacciare via nuvole grigie, portatrici di pioggia e sventura. Le ero grata per non avermi lasciata sola in quella città, per avermi dato la possibilità di conoscerci senza giudicarmi, come invece sembravano fare in molti.

«Buongiorno! Sto bene, sono solo un po' stanca. Stanotte non ho dormito granché.» dopo essere rientrata da lavoro, ero riuscita a dormire soltanto due ore. «Tu invece? Mi sembri particolarmente felice.»

«Come potrei non esserlo? È una così bella giornata» Roxy sorrise e si appoggiò con le spalle agli armadietti di fianco al mio. «Ti ricordi che domani dobbiamo iscriverci alle attività extracurricolari, vero? Tu cosa vuoi fare? Io penso di provare a entrare nelle cheerleader, mi è sempre piaciuto.»

Chiusi l'armadietto e la zip dello zaino, che poi mi sistemai sulle spalle. «Io credo che presterò servizio nella biblioteca scolastica. C'è sempre troppo da fare lì, con tutti i ragazzi che mettono i libri a casaccio sopra gli scaffali delle librerie. Insomma, è chiaro che non puoi mettere un libro fantasy fra le mensole dei romance. Inoltre, vale tantissimi crediti extra.»

«Certo, è chiarissimo. Come si fa a sbagliare, mi domando.» rispose Roxy con voce divertita, a stento riusciva a trattenere una risata. «Oh, andiamo Thal, sarà noiosissimo in biblioteca. Non si può nemmeno parlare là dentro, che farai per tutto il pomeriggio?»

«Leggerò, ovviamente. E darò un'occhiata agli scaffali, per controllare che sia tutto in ordine.»

Adoravo leggere, era la mia passione più grande. Quando ero solo una bambina i miei fratelli, Drake e Liam, mi leggevano una fiaba ogni sera. Era un momento della giornata dedicato soltanto a noi, un impegno imprescindibile poiché, diversamente, non sarei riuscita ad addormentarmi.