Flynn
Spostai lo sguardo sull'orologio appeso alla parete: le lancette rintoccavano le quattro del mattino. Una lieve brezza autunnale varcò le finestre spalancate della mia stanza, smuovendo le leggere tende azzurre.
Il mio petto, disseminato da numerosi tatuaggi e macchiato di inchiostro, si riempì di brividi ogni qualvolta un soffio di vento freddo mi sfiorava la pelle nuda. Indossavo solo i pantaloni grigi di una tuta.
Dopo una notte insonne, che trascorsi a leggere, posai sul mio ventre il libro "Romeo e Giulietta", lasciato aperto. Gli angoli di alcune pagine erano piegati, per segnare i determinati paragrafi che ritenevo importanti.
Era da parecchio tempo che non aprivo un libro. Nel momento stesso in cui mi lasciai avvolgere dall'oscurità, anche la lettura era diventata parte del mio passato, un qualcosa che era il vecchio Flynn a fare. Questo perché pensavo che mi rendesse debole e fragile agli occhi altrui.
Eppure, mi era bastato un pomeriggio in biblioteca insieme a Thalia per convincermi a prendere nuovamente in mano un libro, ma non uno qualsiasi, lo stesso che anche lei stava leggendo.
Fu in quel momento, alle prime luci dell'alba, che presi consapevolezza di ciò: quella ragazzina mi aveva portato a ricadere nella debolezza e questo mi terrorizzava.
Dopo averla sognata e osservata a lungo, non aveva mai più abbandonato la mia mente. Nella mia testa ogni pensiero, perverso e non, si riduceva a lei.
Tentavo di starle lontano, di costringerla ad andarsene da Manhattan per porre fine a quella lenta tortura che mi stava logorando dentro, ma lei era sempre lì. Vedevo Thalia a scuola, a casa mia e poi alle feste, la vedevo nei miei stessi sogni. Più la conoscevo e più mi ricordava lei, Séline.
Come potevo fermare un fiume di pensieri e ricordi in grado di trascinarmi via con la corrente? Non potevo fermarlo, ma potevo scappare da esso.
«Cazzo, smettila di pensare a lei!» gridai colpendomi la fronte con una mano.
No, non potevo e non volevo restare tutta la notte sveglio, a osservare le pareti della mia camera con la sua immagine in testa. Avevo bisogno di una distrazione, avevo bisogno di Amanda.
Mi alzai dal letto, indossai la prima felpa che mi capitò per le mani e le scarpe. Chiusi quel libro con forza e rabbia, per poi riporlo sul comodino. Mi infilai il telefono in tasca, uscii dalla mia camera e con passi lenti e silenziosi attraversai quel lungo corridoio. Scesi i gradini a due a due, presi le chiavi della moto dal mobile davanti all'ingresso e varcai la soglia.
Mi allontanai da casa mia in sella alla moto, con il vento a scompigliarmi i capelli, nessun casco a proteggermi e il solo rombo del motore a occupare la mia mente. Quell'adrenalina che mi scorreva nelle vene mi fece sentire quasi vivo.
Lasciai Manhattan per giungere a Brooklyn, più precisamente a Red Hook, là dove abitava Amanda. Parcheggiai la moto davanti al portone di casa George, dietro la volante della polizia appartenente al padre della bionda.
Per quanto Amanda vantasse una ricchezza sfrenata, io ero l'unico a sapere la verità: non era poi tanto ricca, suo padre era solo un umile commissario e viveva a Red Hook, in un appartamento come un altro di un palazzo uguale a tanti.
Si vergognava così tanto delle sue umili origini e dell'uomo che l'aveva cresciuta, io invece avrei tanto voluto una casa più piccola ma un padre dal cuore più grande.
Davanti al portone d'ingresso cominciai a chiamarla con insistenza al cellulare, fino a che non mi rispose.
«Amore, che succede?» mormorò lei con voce assonnata, l'avevo sicuramente appena svegliata.
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𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite
RomanceDAL 20 MARZO 2023 DISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK E CARTACEO SU AMAZON ~ VOLUME 1 - Dirty Dark Serie Questa storia NON è autoconclusiva, il finale è aperto e il secondo libro è in fase di lavorazione, ma non ancora disponibile né su Amazon né qui su W...