𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfiorite

20 - Qualcun'altra in testa

Flynn

Io e Bryan avevamo appena varcato la soglia del Twins Irish Pub, sulla Nona strada. La campanella sopra la porta tintinnò, attirando su di noi l'attenzione della cameriera, che si accingeva a pulire alcuni tavoli con uno strofinaccio.

«Vieni, sediamoci lì.» indicai un tavolo, in cui poi ci accomodammo.

«Cosa prendi? Io una birra alla spina.»

«Anche io.» osservai la cameriera mentre sfilavo una sigaretta dal pacchetto, incastrandola dietro l'orecchio per quando saremo andati via. «Ancora un po' e lo consumerà quel dannato tavolo, è ridicola.»

Quella ragazza, dal momento in cui eravamo entrati, non era riuscita a staccarmi gli occhi di dosso. Per mostrarsi occupata e indaffarata, non aveva smesso di pulire con un panno lo stesso tavolo da non so quanti minuti.

«Ridicola?! Sul serio? È chiaro che tu non l'abbia guardata bene, non parleresti così altrimenti, perché è proprio sexy.» Bryan alzò un braccio per chiamarla. «Puoi portarci due spine? Grazie.»

«Se non l'ho guardata, probabilmente è talmente sciatta da non esser riuscita ad attirare la mia attenzione.»

Distolsi lo sguardo e osservai il via vai di persone attraverso la vetrata del pub. L'indomani sarebbe stato il Giorno del Ringraziamento, tutti sembravano entusiasti e si accingevano a terminare gli ultimi preparativi per la sfilata che avrebbe attraversato tutta Manhattan con carri a forma di tacchino o di zucca. La banda di un liceo si esercitava a suonare l'inno nazionale e numerose bandierine e festoni addobbavano i marciapiedi e le strade.

Io odiavo il Giorno del Ringraziamento.

«Oppure non è riuscita ad attirare la tua attenzione semplicemente perché hai qualcun'altra in testa.» insinuò Bryan con un sorrisetto divertito sul volto.

«Non dire cazzate, chi mai dovrei avere in testa secondo te?»

La cameriera portò i due boccali colmi di birra, interrompendo soltanto per un momento quella nostra conversazione. Non la guardai nemmeno, mi limitai a poggiare una banconota sul suo vassoio. Bryan, al contrario, la ringraziò con un sorriso.

«Di sicuro non la tua ragazza, stai con lei solo perché è la figlia di un commissario e per pararti il culo.» continuò Bryan dopo aver bevuto un sorso di birra. «Forse... una ragazzina che dici di odiare alla follia?»

Mi portai il boccale alle labbra, celando una smorfia contrariata dietro il vetro del bicchiere.

Io che non guardavo un'altra donna per via di Thalia? Pura follia anche solo pensarlo. La odiavo, la detestavo con tutto me stesso e sapevo anche il perché, finalmente lo avevo compreso: mi ricordava Séline.

Bevetti un sorso di birra, il labbro superiore mi si sporcò di schiuma e la leccai via con un leggero tocco della lingua. Subito dopo seguì il frastuono provocato dai vetri rotti.

Mi voltai. Un bicchiere si era infranto contro il pavimento e la cameriera, la stessa che non aveva smesso di osservarmi, rossa in volto per l'imbarazzo, si era affrettata a chinarsi per raccogliere i cocci. La guardai per un istante soltanto, poi distolsi lo sguardo e riportai la mia attenzione su Bryan.

«Ti rendi conto che quello che dici non ha senso? Se la odio e mi irrita follemente, perché mai dovrei non voler fare sesso con un'altra?»

«Forse non la odi così tanto, forse confondi l'odio con qualcos'altro.» Bryan fece spallucce.

«Forse ti hanno messo qualcosa nella birra, perché stai sparando una marea di stronzate.» borbottai, provocandogli una risata.

«Oh avanti, non essere permaloso Cosgrove! Facciamo un breve riassunto del vostro tormentato rapporto: è l'unica che riesce a tenerti testa e che non ha paura di te, hai ripreso a leggere dopo aver parlato con lei un pomeriggio soltanto in biblioteca e la trovi sexy, perché per quanto tu possa negarlo nei tuoi occhi c'è lo stesso luccichio che hai quando sei all'Angels e vedi The Masked Angel.» Bryan contò con le dita di una mano i punti essenziali che riassumevano il mio rapporto, se così si poteva definire, con Thalia. «Poi c'è stato il guasto all'ascensore durante la notte di halloween che vi ha costretti a stare piuttosto vicini per diverse ore, e infine lo scherzo della vernice.»