26 - Un giorno questo dolore ti sarà utile

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Thalia

«Aspetta, vediamo se ho capito bene: hai baciato Henry, il mio amico dalle medie, ma non hai provato un... Com'è che l'hai chiamato? Ah si, nodo. Poi lui se ne stava andando e tu gli hai dato un bacio sulla guancia, non rispondendogli quando ti ha ringraziato per l'appuntamento.»

«Detto così sembra orribile, Roxy. Mi sento terribilmente in colpa.» sospirai appena e alzai gli occhi al cielo, a quel bellissimo azzurro che nessuna nuvola riusciva ad oscurare.

Io e Roxy eravamo sedute su una panchina nel cortile della Marymount, mancava ancora qualche minuto prima dell'inizio delle lezioni. Roxy aveva voluto sapere tutto riguardo l'appuntamento con Henry e io non avevo tralasciato nemmeno un dettaglio, eccetto un piccolo, piccolissimo particolare: il bacio con Flynn e il fatto che non avessi fatto altro che paragonare Henry a lui.

«Ed è per questo che non hai dormito? Perché ti senti in colpa?» chiese indicando le profonde occhiaie che mi scavavano il viso.

«Può darsi...» mentii senza riuscire a guardarla.

Non le avrei mai detto che il tormento delle mie notti, il pensiero fisso che non mi aveva fatto chiudere occhio, era Flynn.

Era come un tarlo che divorava e rosicchiava la mia mente, quasi fosse un pezzo di legno. Mi sono rigirata nel letto tutta la notte, ho bevuto una camomilla, ascoltato della musica rilassante e guardato un film, ma lui era sempre lì, nei meandri del mio cervello. Dannazione!

Forse dovevo parlarle di Flynn o quanto meno di quel bacio, era mia amica e odiavo mentirle. Fino a quel momento ogni menzogna che era uscita dalle mie labbra mi si era ritorta contro.

Ma stavamo parlando del suo fratellastro, della persona che più detestava al mondo, era persino certa che fosse lui l'assassino di Gabriel. Come potevo dirglielo senza ferirla?

«Non mi preoccuperei così tanto, se fossi in te. Può capitare di piacere a qualcuno ma di non ricambiare il sentimento, non credi?»

«Sì, certo che si.»

«Diglielo e basta. Sii sincera con lui.»

Annuii al suo consiglio, era la cosa migliore da fare. Non volevo prenderlo in giro, non era giusto.

Sbuffai appena e poggiai il capo sulla sua spalla, lei mi circondò con un braccio e mi strinse a sé.

«Invece con tuo fratello hai chiarito?»

L'argomento Drake era decisamente un tasto dolente. Non mi aveva ancora rivolto la parola, malgrado ci fossimo incrociati per un momento prima che io uscissi di casa per andare a scuola.

Era tornato proprio nell'attimo in cui stavo aprendo la porta d'ingresso dell'appartamento, sembrava uno straccio e puzzava terribilmente di alcol e fumo. Lo avevo salutato con un caloroso sorriso, lui mi aveva appena guardata prima di entrare e raggiungere il salotto. Si era steso sul divano, nascondendo il volto sotto a un cuscino, forse per la troppa luce. Immagino che poi si sia addormentato.

«No anzi, abbiamo addirittura discusso una seconda volta. Non pensavo che sarebbe stata così difficile la nostra convivenza, siamo andati sempre d'accordo.»

«Ti ricordi quando mi hai detto, tempo fa, che secondo te è Manhattan a cambiare le persone? Comincio a pensare che sia vero.» disse Roxy.

Avrei voluto chiederle il motivo di quel suo pensiero improvviso, ma il suono della campanella, che segnava l'inizio delle lezioni, si propagò in ogni angolo della Marymount.

«E' meglio che vada in classe adesso. Alla prima ora ho un test, meglio che cominci a studiare qualcosa prima dell'arrivo del professore.» Roxy si alzò dalla panchina.

𝔒𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔢𝔡 - Rose sfioriteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora